Tasse Bitcoin e crypto: in arrivo il voto sugli emendamenti
Di Davide Grammatica
Si attende in settimana il voto in commissione Bilancio sugli emendamenti alla Manovra 2025, e l’attenzione è tutta sulla nuova tassa crypto
Si vota sulla tassa crypto
Si apre la settimana decisiva per decidere della nuova tassa sulle criptovalute. Come abbiamo ben analizzato le scorse settimane, la Manovra 2025 ha proposto un aumento spropositato dell’aliquota sulle plusvalenze realizzate da attività crypto, accendendo le polemiche nella community crypto e non solo.
Un atteggiamento delle istituzioni italiane in netta controtendenza rispetto a quanto succede negli Usa, dove Trump ha inaugurato un approccio politico favorevole all’industria, ma non così distante da quanto succede in Europa. Tranne casi eccezionali (come la Svizzera o la Rep. Ceca), anche i vicini di casa dell’Ue, a partire dalla Francia, sembrano intenzionati a “spremere” per bene il settore.
Ad ogni modo, in questa settimana si voterà in commissione Bilancio per gli emendamenti contro l’aumento dell’imposta crypto dal 26% al 42%. E, come raccontato in passato, paradossalmente, sono i partiti di governo per primi a voler limitare questa stretta fiscale.
Come riportato anche dal Sole24Ore, la Lega spingerebbe per l’imitare l’incremento dell’aliquota al 28%, mentre Forza Italia sarebbe favorevole alla sola cancellazione del limite di esenzione di 2.000 euro.
Il compromesso del governo
Secondo il giornale di Confindustria, quella dei forzisti sarebbe oggi la soluzione più probabile, con i parlamentari Roberto Pella e Francesco Cannizzaro in prima linea per ottenere la cancellazione della soglia per cui, ad oggi, gli investitori non sono soggetti all’imposta sostitutiva.
Allo stesso tempo, l’emendamento Pella andrebbe a coprire anche il famoso “buco” burocratico (rivelato dal commercialista Stefano Capaccioli) per il quale l’attuale aliquota da applicare sulle plusvalenze darebbe del 12,5%.
Secondo il Ministero dell’economia e delle finanze, le “cripto-attività” contribuirebbero al Fisco, ad oggi, per 27 milioni di euro all’anno. I dati dell’Organismo per gli Agenti e Mediatori (Oam), tuttavia, registra un numero di detentori molto più elevato, per un saldo di 2,22 miliardi di euro e un ammontare medio di €1.645.
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