Tasse crypto: Dal Giappone la proposta sui tagli dal 55% al 20%
Di Daniele Corno
Il Partito Democratico Liberale in Giappone propone tasse sulle crypto al pari degli investimenti in titoli: Tagli dal 55% al 20%

Nuova proposta di legge in Giappone
Mentre la discussione nel nostro territorio è relativa a possibili aumenti sulle tasse per le plusvalenze, c’è chi, dall’altra parte, si muove per ridurre la pressione fiscale sugli investimenti in crypto.
È il caso del Giappone dove, il Partito Democratico Liberale (LDP) ha pubblicato una bozza per ridurre l’aliquota dal massimo del 55% al 20%, al pari degli investimenti in titoli.
La proposta, riportata da Akihisa Shiozaki, membro della camera, con un post su X, mira a categorizzare le crypto come nuova asset class ai sensi del Financial Instruments and Exchange Act.
自民党・デジタル社会推進本部にてweb3WGの制度改正案が公表。暗号資産を金商法上の有価証券とは異なる新たなアセットクラスとして位置付け、市場の発展、投資家保護、分離課税を実現する案です。なお、制度改正案については、3月31日まで広く皆さまのご意見・提案を募集します。(資料は↓のWGブログ… pic.twitter.com/CEc1f9wiPe
— 塩崎あきひさ 【衆議院議員・愛媛1区】 (@AkihisaShiozaki) March 6, 2025
Con questa proposta, aperta ad opinioni per eventuali modifiche fino al 31 marzo, i crypto asset sarebbero identificati come “prodotti finanziari“, al pari quindi di classici investimenti in azioni e quindi, con la medesima aliquota, pari al 20%. Non solo, se promossa, essa dovrà garantire la tutela degli investitori, trasparenza di mercato e operatori finanziari in linea con le normative presenti.
Crypto in Giappone e nuovi ETF?
All’interno della proposta, con una gestione simile degli asset crypto, potrebbe spianarsi la strada per il lancio di ETF spot. Ciò quindi, potrebbe aprire le porte ad una nuova filiera di investimenti nel paese, con nuovi veicoli di investimento per Bitcoin, Ethereum e non solo.
Attualmente in Giappone, le crypto sono classificate come “attività diverse“. Ciò rende la tassazione variabile con picchi massimi fino al 55% sulle plusvalenze. Nonostante questo, il paese si è mostrato pro-positivo verso il settore.
Nel 2024 infatti, è stata approvata una riforma per abbattere le tasse per le aziende sui profitti non realizzati. Questo è possibile per le aziende che mantengono le attività per il lungo termine, nelle quali potrebbe rientrare il caso Metaplanet.
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