Tasse e dichiarazioni Crypto: ecco come muoversi nel 2025

Di Gabriele Brambilla

La stagione delle tasse e dichiarazioni fiscali è alle porte: ecco come muoversi senza stress!

Tasse e dichiarazioni Crypto: ecco come muoversi nel 2025

Introduzione al focus on

Arriva la primavera, periodo di tempo imprevedibile, fioriture, tasse e dichiarazioni. Eh sì, la stagione che ci fa salutare l’inverno non è solo rose e fiori, ma anche impegni e obblighi fiscali da adempiere con la massima attenzione.

Sappiamo bene che si può fare facilmente confusione e che le normative possono essere complicate da comprendere. Perciò, abbiamo preparato un approfondimento che ti aiuterà a capire quali passi dovrai compiere per dormire sonni tranquilli.

Se poi vorrai approfondire i vari punti che toccheremo, ti invitiamo a dare una lettura al nostro articolo riguardante le tasse su criptovalute in Italia, che aggiorniamo periodicamente.

 

Obbligo di dichiarazione: cosa devi fare

Cominciamo dall’obbligo che tocca tutti i possessori di criptovalute: è necessario dichiararle secondo le modalità previste dalle legge. Non ci sono alcune eccezioni né importi minimi: che si posseggano 2€ in Dogecoin o 200.000€ in bitcoin, la dichiarazione deve sempre esserci.

Per procedere in questo senso dovrai effettuare la dichiarazione dei redditi. Il tuo professionista fiscale di fiducia saprà aiutarti nel caso normalmente tu non la facessi.

Il monitoraggio delle proprie criptovalute si effettua compilando il Quadro W previsto nella dichiarazione dei redditi. Prima del 2024, il quadro interessato era quello RW, una sorta di “fratello maggiore” del W.

A prescindere dalle sigle, il commercialista sa bene cosa compilare e tu dovrai preoccuparti solo di fornirgli il valore iniziale delle tue crypto al 1 gennaio 2024 e quello finale al 31 dicembre 2024. Inoltre, se hai effettuato degli ingressi nel corso dell’anno, il valore di carico andrà a sommarsi al valore iniziale. Ad esempio:

  • Il 1 gennaio 2024 possedevi 5.000€ in criptovalute;
  • Durante l’anno hai acquistato crypto per altri 2.000€;

Il valore iniziale sarà quindi di 7.000€.

Quanto a quello finale, devi calcolare il valore di ciascuna tua crypto al 31 dicembre 2024, nulla di più. Per agevolare i calcoli e ripercorrere anche lo storico puoi utilizzare Tatax, il software di dichiarazione che semplifica la vita del crytpo investitore.

A questo punto, l’obbligo di dichiarazione è assolto. Ora però dobbiamo considerare tre fattori:

  • Se non hai effettuato alcuna fattispecie fiscalmente rilevante, non dovrai pagare alcuna tassa (a breve ci arriviamo);
  • A prescindere dalle fattispecie fiscalmente rilevanti, dovrai pagare una piccola imposta di bollo (chiamata volgarmente in questo modo per intenderci meglio);
  • Dovremo considerare anche i casi particolari. Andiamo per ordine e cominciamo dall’imposta di bollo, il punto più semplice.

Attenzione: se non hai mai dichiarato le crypto e le possiedi da prima dello scorso anno, potresti subire delle sanzioni. Parlane con il tuo commercialista per stabilire il modo più conveniente per muoversi.

Ultima cosa importante: il termine per presentare il quadro sarà il 31 ottobre 2025. Hai quindi tutto il tempo per organizzarti, preparare i materiali e procedere.

"La dichiarazione è obbligatoria per qualsiasi importo, senza eccezioni"

Calcolo e pagamento dell'IVACA

Dallo scorso anno è dovuta annualmente una sorta di imposta di bollo sulle proprie crypto: si chiama IVACA e ammonta al 2 per mille (0,2%) del totale dichiarato nel corso dell’anno precedente.

L’importo è calcolato sui giorni effettivi di detenzione delle criptovalute e sul loro valore nel corso del tempo. Occorre quindi effettuare un calcolo della media ponderata, che può far venire non pochi mal di testa. Impiegando Tatax si può però semplificare la procedura; infatti, esso calcola l’importo dovuto in automatico, per la massima serenità del contribuente.

Salvo alcuni casi particolari, come ad esempio per le crypto depositate sul proprio account Binance (che effettua il pagamento da parte nostra, utilizzando chiaramente i nostri fondi e avvisandoci per tempo), è direttamente il contribuente a dover versare l’IVACA dovuta mediante modello F24.

Se dopo i calcoli ti renderai conto che l’imposta ammonta a meno di 12€, non è dovuta. Se invece dovrai pagarla, ecco gli scaglioni:

  • Dai 12 euro fino a 51,65 si paga in un’unica soluzione con scadenza 30 giugno;
  • Sopra il limite subentrano gli acconti. Perciò, dovremo versare l’IVACA dell’anno corrente e anche l’acconto per quello successivo. Se l’importo è particolarmente elevato (>257,52€), l’acconto si può versare in due soluzioni: 30/06 e 30/11 (che però è domenica, quindi scalerà al 1/12).

Quando si devono pagare le tasse?

Ora vediamo se dovrai pagare delle tasse.

La detenzione delle criptovalute, senza operazioni fiscalmente rilevanti, non comporta alcuna tassa. Perciò, se ti limiti a holdare o ad accumulare crypto, oltre all’IVACA non avrai altre spese. Quali sono le fattispecie fiscalmente rilevanti? Vediamolo subito.

In primis, devi pensare a tutte le operazioni che hai effettuato lo scorso anno. La fattispecie a finire principalmente sotto la lente di ingrandimento è la conversione da criptovaluta a valuta fiat. Tuttavia, questo non basta a determinare il pagamento delle tasse: sarà l’eventuale plusvalenza a determinarlo. Facciamo due esempi per aiutarti nella comprensione:

  • Hai venduto SOL per un totale di 3.000€. Il prezzo di carico era però di 3.100 e quindi sei in perdita. In questo caso, non essendoci una plusvalenza, non dovrai pagare alcuna tassa.
  • Hai venduto SOL per un totale di 3.000€. Il prezzo di carico era di 1.000€ e quindi sei in guadagno. Hai generato 2.000 euro di plusvalenza (3.000-1.000) e dovrai quindi pagare le tasse su questo importo.

Questo ragionamento vale anche quando non vi è prelievo. Se ad esempio vendessimo i nostri SOL su Bybit e lasciassimo gli euro ottenuti sull’exchange, la tassa sarà comunque dovuta.

Le plusvalenze teoriche sono escluse, conta solo il cashout. Per esempio, se al momento le tue posizioni crypto sono in positivo, non dovrai pagare alcuna tassa finché non procederai alla conversione di questi asset in valuta fiat. Ma come dicevamo, se converti una crypto in fiat e vi è plusvalenza, anche se non prelevi, la tassa è dovuta.

Attenzione poi anche ai movimenti che riguardano le stablecoin. Ad esempio, se vendessimo bitcoin e ottenessimo USDC, avverrebbe una fattispecie fiscalmente rilevante perché staremmo passando da una criptovaluta a una stablecoin, realtà inquadrate in maniera differente a livello normativo. Ovviamente conteranno poi le eventuali plusvalenze per il calcolo delle imposte: se dalla vendita di bitcoin non ci avessimo ricavato nulla rispetto all’origine, non ci sarebbe alcuna plusvalenza. Quindi, fai attenzione anche a questo tipo di movimenti e ricorda che qualsiasi conversione delle due appena viste va analizzata alla ricerca della plusvalenza; se quest’ultima c’è, la tassa è da pagare.

Purtroppo, anche gli NFT sono un asset differente e la conversione finisce sotto la lente di ingrandimento (es. vendo un NFT e ricevo ETH, così come il contrario). Data la particolarità di questi asset, ti consigliamo di parlare con un professionista per tutte le valutazioni del caso.

Non sono invece fiscalmente rilevanti le operazioni tra asset della stessa famiglia, ossia:

  • Movimenti crypto-crypto. Esempio: vendo LINK e compro XRP, vendo Litecoin e compro DOGE.
  • Movimenti stable-stable. Esempio: vendo DAI e compro USDT.

Quando si devono pagare le tasse?

Aliquota, limiti e modalità di pagamento

L’aliquota da applicare è del 26%, calcolata solo sulla plusvalenza. Tornando all’esempio precedente, la tassa da pagare corrisponderebbe al 26% di 2.000€, ossia 520€. Il risultato netto finale che ci intascheremmo sarebbe quindi di 1.480€.

Da quest’anno non ci sono limiti di alcun tipo: potresti aver ottenuto anche solo 10€ totali di plusvalenza, ma 2,6€  (26% di 10€) di tasse dovrai comunque pagarle.

Le plusvalenze si dichiarano mediante il Quadro T del modello 730, affiancato dal Quadro RT per il modello Persone Fisiche. La compilazione può essere effettuata da zero dal tuo commercialista, sulla base dei dati che gli fornirai. Oppure, puoi sfruttare Tatax e consegnarli il quadro di tuo interesse già pronto per essere incluso nella dichiarazione dei redditi.

La scadenza per il versamento delle tasse mediante modulo F24 è il 30 giugno 2025, prorogabile di un mese con una sanzione dello 0,4% del totale.

Casi particolari

In generale, tutti i proventi che derivano da attività quali la DeFi, lo staking e il mining sono soggetti a tassazione. Tuttavia, data la complessità della materia, ti consigliamo anche in questo caso di parlarne con il tuo professionista di fiducia, perché la situazione personale di ciascuno di noi è differente, così come le operatività messe in atto.

Lo stesso discorso si può estendere al cashback e agli airdrop, ma rimandiamo a un professionista le considerazioni del caso per il proprio cliente: è la soluzione migliore per non commettere errori e seguire la strada giusta.

Conclusioni

Con questo articolo ci auguriamo di avere aiutato i lettori e le lettrici in difficoltà a districarsi nelle varie formalità fiscali in vigore. Raccomandiamo comunque di rivolgersi a un professionista del settore, che possa guidare l’utente nel percorso senza stress ed evitando di incappare in spiacevoli errori che possono comportare sanzioni.

Per agevolare la preparazione dei documenti ai fini della dichiarazione, il software Tatax è a tua disposizione e ti renderà il lavoro decisamente più leggero: provalo subito!


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