Terre rare: tra industria e geopolitica
Di Gabriele Brambilla
Le terre rare sono degli elementi indispensabili per svariate industrie e hanno un peso notevole anche in ambito geopolitico

Introduzione
Si sente parlare parecchio di terre rare e non per caso: questi elementi sono fondamentali per molte applicazioni industriali, soprattutto nell’era in cui ci troviamo. Un esempio pratico sono le auto elettriche, che per essere prodotte necessitano di alcune materie prime di questa categoria.
Tuttavia, la loro importanza si fa sentire anche al di fuori dei capannoni dove si producono i beni. Infatti, a livello geopolitico sono al centro della scena, con un ruolo strategico di primo piano.
Scopriamo che cosa sono le terre rare, per cosa vengono impiegate e quali sono gli attuali equilibri di forza tra i Paesi produttori e non.
Indice
Terre rare: un nome fuorviante
Le terre rare sono un gruppo di 17 elementi chimici della tavola periodica, noti per le loro straordinarie proprietà magnetiche, ottiche ed elettroniche.
Il nome può trarre in inganno: non si tratta di materiali particolarmente rari nella crosta terrestre, ma la loro estrazione e raffinazione è complessa, costosa e spesso dannosa per l’ambiente.
Questi elementi includono scandio, ittrio e i 15 lantanoidi (come neodimio, lantanio, cerio e disprosio). Sono presenti in molte tecnologie che usiamo ogni giorno: basti pensare che uno smartphone moderno può contenere fino a una decina di questi elementi, indispensabili per garantire la miniaturizzazione dei componenti e l’efficienza dei dispositivi.

Quali Paesi dominano nell'estrazione di terre rare?
Sebbene le terre rare siano distribuite un po’ ovunque nel mondo, la loro produzione è fortemente concentrata.
La Cina domina il settore, con una quota che ha spesso superato l’80-90% della produzione globale negli ultimi due decenni. Questo primato è frutto di una politica industriale lungimirante: Pechino ha investito massicciamente nell’estrazione, nella lavorazione e nella filiera industriale delle terre rare fin dagli anni ’80, spesso sottovalutando l’impatto ambientale per garantirsi il controllo di un asset strategico.
Altri Paesi come Stati Uniti, Australia, Myanmar e più recentemente alcuni Stati africani (Repubblica Democratica del Congo, Madagascar) stanno cercando di ridurre questa dipendenza, ma la leadership cinese resta evidente, specialmente nella fase di raffinazione, dove la tecnologia e l’infrastruttura sono ancora concentrate in Asia orientale.
Brasile, Russia e Canada detengono ottime riserve, ma devono ancora affermarsi appieno nella produzione.
Applicazioni industriali ed economiche
L’importanza delle terre rare deriva dal loro impiego in settori ad alto valore aggiunto e strategici. Tra questi troviamo:
- Tecnologie digitali: smartphone, computer, tablet, televisori, batterie.
- Energia rinnovabile: turbine eoliche e pannelli solari utilizzano magneti al neodimio e disprosio.
- Industria automobilistica: i veicoli elettrici contengono terre rare nei motori e nelle batterie.
- Difesa: missili, radar, sistemi di puntamento e comunicazione si basano su questi elementi.
- Medicina: strumenti per la diagnostica avanzata e apparecchiature per la radioterapia.
L’elenco potrebbe proseguire, ma già così dimostra la grande rilevanza che questi elementi occupano nella vita di tutti i giorni.
La dipendenza da queste materie prime è destinata ad aumentare nei prossimi anni, in parallelo con la transizione energetica e la digitalizzazione.
Geopolitica delle terre rare: un’arma invisibile
Le terre rare sono diventate una leva geopolitica di primo piano.
Il controllo cinese ha già causato tensioni in passato. Nel 2010, ad esempio, la Cina bloccò temporaneamente le esportazioni verso il Giappone in seguito a una disputa territoriale. Questo episodio fece emergere quanto potere possa derivare da un dominio apparentemente “tecnico”.
Negli ultimi anni, gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno incluso le terre rare tra le materie prime critiche, ritenute fondamentali per la sicurezza economica e militare. Sono stati avviati progetti di esplorazione, riciclo e rilocalizzazione della produzione, ma i progressi sono lenti. La raffinazione, in particolare, richiede impianti complessi, normative ambientali stringenti e forti incentivi economici.
Anche l’Africa sta entrando in gioco: diversi Paesi, attratti dalla crescente domanda, stanno aprendo le porte agli investimenti stranieri, creando però nuove dinamiche di competizione tra potenze globali per l’accesso alle risorse.
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Un esempio attuale: la spinta verso il reshoring
A seguito delle tensioni tra Cina e Stati Uniti, e dell’instabilità delle catene di approvvigionamento globali durante la pandemia e il conflitto in Ucraina, diverse economie avanzate stanno tentando di rilocalizzare la produzione di terre rare.
Negli Stati Uniti, l’unico impianto attivo è quello di Mountain Pass in California, ma al momento il minerale estratto viene ancora inviato in Cina per la raffinazione. Questo fattore testimonia quanto lavoro ci sia da fare per raggiungere davvero l’indipendenza anche sul piano strategico.
L’Unione Europea ha recentemente annunciato l’intenzione di sviluppare una filiera interna per le terre rare, con l’obiettivo di garantire maggiore autonomia strategica entro il 2030. Tuttavia, l’Europa parte da una posizione di forte svantaggio e dovrà affrontare ostacoli significativi, sia a livello tecnologico che ambientale. Una sfida che si può affrontare se i Paesi restano uniti e marciano rapidamente nella giusta direzione.
"Spostare la produzione richiede grande impegno e parecchio tempo"
In conclusione
Le terre rare non sono semplicemente un componente tecnico dei nostri dispositivi quotidiani. Sono l’infrastruttura invisibile della modernità, fondamentali per la transizione ecologica, l’industria tecnologica e la sicurezza nazionale.
Il loro controllo rappresenta una sfida geopolitica di primo piano: chi le possiede e le raffina ha in mano un vantaggio strategico cruciale.
In un mondo sempre più digitalizzato e orientato all’energia pulita, la gestione delle terre rare diventa un indicatore chiave delle relazioni di potere globali. Capire il ruolo oggi significa anticipare le sfide economiche e politiche del prossimo decennio.