Tether: $225 mln in USDT “congelati” dopo indagine DOJ Usa
Di Davide Grammatica
Tether ha “congelato” 225 milioni di dollari in USDT a seguito di un’indagine del Dipartimento di Giustizia Usa
L’indagine del DOJ sul traffico di esseri umani
Tether, l’emittente della stablecoin USDT, ha “congelato” fondi per 225 milioni di dollari appartenenti a wallet non-custodial appartenenti alla criminalità organizzata del sud-est asiatico.
Il motivo di questa operazione è una conseguenza delle indagini del Dipartimento di Giustizia Usa, che ha individuato i responsabili di episodi di “traffico di esseri umani” i cui proventi sono stati incassati tramite criptovaluta.
All’operazione avrebbe partecipato attivamente anche l’exchange OKX e, come afferma la stessa Tether in una nota ufficiale, “circa 225 milioni di dollari sono stati congelati in modo proattivo e volontario”.
Il reato, nello specifico sarebbe stato eseguito tramite la modalità del “pig butchering”, ovvero con l’adescamento delle vittime tramite la conquista della loro fiducia (spesso facendo leva su rapporti sentimentali e tramite app di incontri) per poi ottenere i dati personali di queste ed elaborare il ricatto del caso.
Tether e la collaborazione con le autorità
Quello di Tether è il più grande “congelamento” mai registrato fino a ora, ed è stato reso possibile anche dalla collaborazione di OKX (come accennato) e Chainalysis.
“Durante uno sforzo investigativo durato mesi da parte di Tether e OKX, le forze dell’ordine statunitensi sono state allertate in modo proattivo sulla posizione dei fondi illeciti, analizzando il flusso di tali fondi attraverso la blockchain”, ha dichiarato la società.
Per quanto non convenzionale, non deve sorprendere che Tether sia stata capace di elaborare un’operazione del genere. Infatti, lo smart contract utilizzato per emettere USDT è gestito in modo centralizzato, e permette all’azienda di congelare determinati indirizzi (in questo caso 37). Giusto il mese scorso era successa la stessa cosa (seppur in misura minore) con altri indirizzi legati ad Hamas.
In relazione a tutto ciò, Tether ha poi approfittato per ribadire la totale disponibilità a collaborare con le forze dell’ordine.
“Crediamo nell’utilizzo della tecnologia e delle relazioni – come la nostra collaborazione con OKX – per affrontare in modo proattivo le attività illecite e sostenere i più alti standard di integrità nel settore”, ha affermato, infine, Paolo Ardoino, ceo di Tether.
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