Ucraina: le donazioni in criptovalute superano i 36 milioni di dollari
Di Davide Grammatica
Le donazioni in criptovalute a sostegno dell’Ucraina, attraverso canali governativi e privati, hanno superato i 36 milioni di dollari, e continuano ad aumentare
La solidarietà passa da Btc
L’Ucraina continua a far registrare un afflusso significativo di donazioni in criptovalute, da ogni parte del mondo. I dati, in larga parte, sono forniti dalla società di analisi blockchain Elliptic e da alcune Ong, e testimoniano un largo uso dei canali crypto per chi ha voluto partecipare in qualche modo alla causa del popolo ucraino.
Sono iniziate fin da subito, a seguito della minaccia di procedere all’invasione da parte della Russia, lo scorso 8 febbraio, ma ad oggi hanno preso tutt’altra misura.
Non solo privati, ma anche società intere, hanno sfruttato questo canale, e non ha avuto poco risalto la presa di posizione di Binance, che ha addirittura messo in piedi un fondo di emergenza da 10 milioni di dollari. In questo caso, è stato lo stesso Changpeng Zhao, ceo di Binance, a sponsorizzare l’iniziativa umanitaria, a sostegno degli ucraini colpiti dalla guerra e destinata più precisamente a enti governativi e privati a supporto della popolazione civile.
All’iniziativa si sono aggiunti tanti esponenti del mondo crypto, compreso il co-fondatore di Ethereum Vitalik Buterin, tanto da riuscire a coinvolgere larga parte della community. La maggior parte dei sostegni avviene in stablecoin, Bitcoin ed Ethereum, ma il governo ucraino ha anche confermato di aver ricevuto donazioni sotto forma di NFT.
Varie applicazioni
La circostanza non fa che confermare, da un altro punto di vista, la capacità del settore crypto di facilitare in modo rapido e transfrontaliero il trasferimento di fondi. Anche, e soprattutto, aggirando le istituzioni finanziarie.
Tra le associazioni che ricevono le donazioni, meritano un’attenzione particolare la Ong Come Back Alive, alla quale era stata sospesa la membership alla piattaforma Patreon, e il progetto Help Ukraine, che con il suo token HUKR è riuscito a organizzare una raccolta fondi a favore dell’associazione Support Ukrainian Sovereignty, a sua volta impegnata a sostenere diversi enti di beneficenza nel Paese. A Come Back Alive, che raccoglieva fondi per l’esercito, era stata notificata una violazione delle policy, e per questo ha cercato una soluzione nel mondo crypto.
Le necessità, conti alla mano, hanno quindi paradossalmente fatto ammorbidire le posizioni del Governo ucraino nei confronti delle criptovalute, che all’inizio del conflitto non potevano essere accettate dall’organo militare. Ma in qualche modo i fondi dovevano arrivare.
Un ultimo curioso caso è invece rappresentato da UkraineDAO, una Decentralized Autonomous Organization che ha coinvolto più di 2mila persone, in un’offerta congiunta del valore di 1279 ETH, per un NFT della bandiera ucraina messa all’asta.