Ue: ban per i wallet crypto? Calma: cosa succede realmente
Di Davide Grammatica
Una modifica alle normative antiriciclaggio europee (AML) vieterebbe transazioni crypto tra wallet non-custodial. Ma non è proprio così
Ue vs crypto wallet
Nelle ultime ore, i social sono stati infestati dalle voci intorno a una modifica alle normative antiriciclaggio Ue (AML), responsabili del divieto effettivo di ogni tipo di transazione tra wallet non-custodial, nelle loro versioni mobile desktop o browser.
Le preoccupazioni sono nate da un post social di Patrick Breyer, parlamentare europeo del Deutsch Piraten Partei, che ha comunicato come il Parlamento abbia già approvato il divieto lo scorso 19 marzo. Insieme alle norme che le società crypto dovranno rispettare, per esempio, il divieto di transazioni in contanti superiori a 10mila euro, e pagamenti anonimi in contanti superiori a 3mila euro.
Le crypto sono da sempre un tema problematico quando si parla di AML. Di fatto, nel mondo crypto si può ancora operare in ambienti non soggetti alcuna regolamentazione, creando wallet che permettano l’esistenza di un sistema finanziario (potenzialmente) autonomo, libero ed equo, ma tutto ciò non sembra poter convivere con una normativa AML comunitaria.
Al centro del dibattito, ovviamente, vi è anche il tema della privacy finanziaria, che non per tutti, soprattutto a livello istituzionale, sembra essere un diritto quando si parla di transazioni anonime.
Da un lato la privacy, quindi, e dall’altro leggi antiriciclaggio considerate necessarie. Due cose che difficilmente potranno esistere senza compromessi.
Cosa dice la normativa
Approfondendo la vicenda nello specifico, tuttavia, non risultano effettivamente dei divieti applicabili nell’immediato (anche perché la legge dovrebbe ancora passare al vaglio di altri enti legislativi), soprattutto per quanto riguarda l’attività dei singoli investitori, essendoci riferimenti espliciti solo per i CASP (crypto-asset service provider). Tra l’altro, lo stesso riferimento ai wallet sarebbe da intendersi rispetto alle società che offrono questo servizio, e non al wallet stesso. Sarebbe più opportuno, quindi, considerare questi divieti relativi al pagamento in quanto tale, e non al wallet non-custodial di turno. Niente panico, quindi, per ora.
Vero è, che la direzione sembra essere sempre di più quella di limitare i pagamenti non-KYC. Se per ora è ancora possibile, il trend legislativo sembra ormai incamminato verso l’abolizione di queste transazioni anonime.
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