Ue: le leggi sulle sanzioni colpiscono anche società crypto
Di Davide Grammatica
L'Ue ha approvato una serie di norme per l’applicazione delle sanzioni internazionali, da adottare anche nei confronti di società di servizi crypto
Crypto e sanzioni Ue
In queste ore, il Parlamento europeo ha approvato una nuova serie di normative per combattere l’elusione delle sanzioni in ambito internazionale, e l’attenzione è caduta anche sulle società che offrono servizi crypto.
I parlamentari degli stati membri hanno espresso un consenso sostanzialmente univoco (543 voti a favore contro 5 contrari e 27 astenuti) per favorire inasprimento delle misure per combattere le sanzioni, in larga parte relative alla Russia nel contesto bellico contro l’Ucraina.
“Abbiamo bisogno di questa legislazione perché approcci nazionali divergenti hanno creato debolezze e scappatoie”, ha dichiarato Sophie in ‘t Veld, parlamentare olandese. “In più, si consentirà in questo modo la confisca dei beni congelati”.
Le sanzioni sono adottate a livello europeo, ma il compito di far rispettare tali leggi spetta ai singoli stati. Per questo motivo, fino ad ora queste sanzioni non sono state applicate con un criterio univoco, lasciando molte zone d’ombra e di azione per i soggetti sanzionati.
Anche le crypto saranno “congelate”
Insieme a tutta una serie di servizi finanziari, le misure restrittive colpiscono a questo giro anche le società crypto o, come si legge nel comunicato ufficiale, chiunque offra servizi legati a “cripto-asset e wallet”. Per questo motivo, potenzialmente, anche partecipazioni in criptovaluta potranno essere “confiscate”.
Si spera, così facendo, di combattere violazioni quali il non-congelamento dei fondi, il mancato rispetto dei divieti di viaggio, l’elusione degli embarghi sulle armi, ma anche il semplice trasferimento di fondi a entità sanzionate (siano esse statali o private).
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