Ue: nel pacchetto di sanzioni alla Russia, misure anti-crypto
Di Davide Grammatica
Le nuove sanzioni contro Russia da parte dell’Ue mettono nel mirino anche le crypto, con misure nei confronti delle piattaforme

L’Ue e contro la Russia (e le crypto)
La Commissione Europea ha presentato oggi un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia, il 19° dall’inizio della guerra in Ucraina, introducendo per la prima volta anche indicazioni rispetto alle piattaforme crypto utilizzate da Mosca per riciclare denaro nei mercati globali.
Il piano, illustrato da Ursula von der Leyen, prevede in primis uno stop anticipato all’import di gas naturale russo entro il 1° gennaio 2027, un anno prima rispetto alla roadmap stabilita la scorsa primavera. Il tutto, in un contesto di forti pressioni da parte del presidente USA Donald Trump.
“I ricavi dai combustibili fossili alimentano l’economia di guerra russa”, ha dichiarato Ursula von der Leyen. “È tempo di chiudere il rubinetto”.
In questo modo, verranno introdotte nuove restrizioni alle banche russe, un divieto totale di transazioni con Rosneft e Gazprom Neft, sanzioni su 118 navi sfruttate da Mosca per aggirare gli embarghi, e sanzioni contro società petrolchimiche in violazione delle regole occidentali.
Le crypto nel mirino
Per la prima volta, però l’UE introduce anche sanzioni dirette contro le piattaforme crypto, considerate uno strumento per aggirare le restrizioni e spostare capitali all’estero. La mossa sottolinea la crescente attenzione delle istituzioni europee al ruolo delle valute digitali nei circuiti di evasione finanziaria. Nello specifico, non è dato sapere cosa comporteranno queste nuove sanzioni per gli utenti, ma verosimilmente intaccheranno i processi di transazione quando in relazione alle uscite di capitale dagli exchange centralizzati a indirizzi stranieri.
Secondo le autorità europee, le misure starebbero già colpendo duramente l’economia russa. Di certo, l’ultimo pacchetto rappresenta un inasprimento non indifferente, con in ban diretti su energia e banche che si estendono sul settore crypto. Resta da capire, arrivati a questo punto, quali saranno le risposte degli stati membri più “dipendenti” da Mosca, a partire dall’Ungheria e la Slovacchia, per capire l’effetto reale delle sanzioni.
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