USA e Bitcoin: Maxi truffa porta al sequestro di $15 miliardi in BTC
Di Daniele Corno
Il Dipartimento di Giustizia USA incrimina il fondatore del Prince Group: Sequestro da 127.000 Bitcoin pari a $15 miliardi

DOJ e maxi sequestro in Bitcoin
Il Dipartimento di Giustizia USA ha svelato una delle più grandi frodi avvenute sfruttando le criptovalute, accusando il miliardario Chen Zhi, fondatore del Prince Group, di aver gestito una rete criminale basata su lavoro forzato e truffe online.
Le indagini hanno portato ad un maxi sequestro di 127.271 Bitcoin, per un valore di circa $15 miliardi di dollari, fondi ora sotto custodia del governo americano. Non sono ancora chiare le modalità del sequestro come chiare tuttavia, questi asset si uniscono ai 197.000 BTC circa già nelle casse del governo USA, le cui holding totali ammontano ad oltre $38 miliardi di dollari. Fondi che tuttavia, secondo quanto dichiarato, saranno utilizzati almeno in parte per il rimborso delle vittime coinvolte nelle operazioni del Prince Group.
Secondo i procuratori, il gruppo avrebbe operato in oltre 30 Paesi, costruendo un impero economico fondato su frodi e violenza. Migliaia di persone sarebbero state costrette a partecipare a truffe “pig butchering”, rubando miliardi a investitori ignari. Chen Zhi, ancora latitante, è accusato di cospirazione per frode e riciclaggio, mentre il caso si prepara a diventare un punto di svolta nella lotta globale contro le attività digitali illecite.
Maxi operazione internazionale
L’operazione, definita dal Dipartimento di Giustizia come una delle più vaste mai condotte contro la criminalità finanziaria, ha coinvolto FBI, Tesoro americano e diverse agenzie internazionali.
Oltre all’incriminazione di Chen Zhi, gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni al Prince Group e ai suoi dirigenti, dichiarando il conglomerato “organizzazione criminale transnazionale”. Il Regno Unito ha annunciato misure analoghe, con il supporto dell’Isle of Man e della National Crime Agency.
Secondo l’Attorney General Pamela Bondi, l’inchiesta “dimostra che nessun confine proteggerà chi sfrutta la tecnologia per opprimere e rubare”. Le autorità puntano ora a smantellare la rete di società di facciata e il sistema di tangenti costruito dal gruppo in quasi un decennio.
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