Vendite treasury: MINACCIA per gli USA?
Di Gabriele Brambilla
Treasury americane in vendita nonostante il particolare contesto: gli USA sono minacciati?

Vendite di treasury in corso
Novità importanti dal mondo delle treasury americane: gli investitori stanno abbandonando progressivamente questi importanti strumenti di risparmio. Il tutto avviene in un contesto già abbastanza complesso, tra colpi di dazi e minacce. Ma la situazione è davvero strana e scopriremo a breve il perché.
Innanzitutto, negli ultimi giorni le treasury americane a 10 e 30 anni hanno perso valore, arrestando così il periodo di crescita che era in corso da tempo. Tuttavia, restiamo a livelli molto elevati, che non giustificherebbero una fuga da questi strumenti.
Aggiungiamo poi l’attuale situazione, in cui l’incertezza domina e la parola “recessione” resta sulla bocca degli addetti ai lavori. In genere, quando vi è tanta incertezza, le treasury sono un ottimo strumento per tutelare il capitale, tenere bassi i rischi e, al tempo stesso, generare una rendita.
Mettendo insieme i pezzi, sembra quindi alquanto strano che gli investitori vendano treasury in questa fase storica. Invece, i dati ci dicono il contrario.
Chi sta vendendo le treasury americane?
Le vendite potrebbero essere attribuite proprio alla guerra commerciale in corso, con indiziata numero uno la Cina, secondo creditore estero degli Stati Uniti. I numeri in gioco sono importanti: la Cina detiene oltre 750 miliardi di dollari in treasury americane, dietro solo al Giappone.
Secondo alcuni addetti ai lavori, il gigante asiatico starebbe vendendo gli asset come rappresaglia per i pesanti dazi imposti dall’amministrazione Trump. Una sorta di estensione del conflitto che sfocerebbe così anche nelle questioni di politica monetaria, influenzando il potere del dollaro. Non a caso, sulle testate estere si parla proprio di treasury weaponization.
Da notare però che la mossa potrebbe avere degli effetti collaterali anche sulla stessa Cina: se le vendite divenissero eccessive, le treasury potrebbero svalutarsi troppo e causare perdite (anche ingenti) sull’investimento.
Un altro osservato speciale in Asia è il Giappone, che di treasury ne detiene circa 1100 miliardi di dollari. Qui la questione è semplice: alcuni politici avevano suggerito di utilizzare la posizione sulle treasury come leva per delle trattative tra Giappone e USA. Il governo non ha sposato l’idea, ma c’è un piccolo problema: la maggior parte di questi asset li detengono le assicurazioni sulla vita. Se gli istituti in questione ritengono sia il caso di diminuire l’esposizione sulle treasury, beh, potrebbero farlo senza troppi problemi, con buona pace del governo.
Però, a prescindere dagli attori statali, la questione è più generale: l’attuale amministrazione americana ha dimostrato di non essere affidabile e gli investitori non amano assumersi rischi non calcolati in precedenza. Di conseguenza, le treasury perdono appeal, cosa che se dovesse proseguire su questi binari porterebbe ulteriori problemi al Paese.
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