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Venerdì in ROSSO per Bitcoin e crypto: ALLARME inflazione Usa
Di Davide Grammatica
Il mercato crypto crolla sotto il peso del pessimismo degli investitori, che non accolgono bene dati sull’inflazione Usa peggiori del previsto

Nuovi problemi per Bitcoin
In una sola giornata, la capitalizzazione totale del settore crypto ha perso quasi il 6%, scendendo $2.829 miliardi. La causa sembrerebbero essere i dati PCE core Usa, che descrivono prezzo di beni e servizi acquistati dai consumatori per i consumi, e che risultano essere leggermente peggiori di quanto ci si aspettasse: 2,8% yoy contro le stime del 2,7%.
Una differenza sottile, ma che sembra aver innescato un movimento ribassista nel corso della giornata proprio in un momento in cui l’ottimismo sembrava essersi ripreso un po’ di spazio nella community.
Diversamente da quanto accaduto di recente, il mondo crypto sembra passarsela peggio del’azionario, con il mondo altcoin a trascinare in basso tutto il settore. Ethereum è sceso sotto i $1.900 con un movimento del -7% in 24 ore, e va male alla stessa maniera per asset come XRP o SOL.
Bitcoin, al contrario, dimostra una certa resilienza con un calo del $3,6%, ma ancora non sufficiente per essere (almeno in questo momento storico) un asset “rifugio”.
C’è il rischio di un ulteriore crollo?
La correlazione con i dati macro è ancora evidente, e diversi analisti sono arrivati a sostenere che la prima criptovaluta possa invalidare i precedenti cicli di mercato proprio per questa ragione. Se infatti, storicamente, il secondo trimestre dell’anno ha sempre rappresentato per BTC un periodo rialzista, a questo giro, in questo contesto, non sarebbe inverosimile continuare a vedere l’asset reagire in base alle tensioni commerciali globali.
Il quadro rialzista, ad ogni modo, è ancora sostenuto da un appoggio politico Usa evidente, accompagnato da normative favorevoli. Il mondo crypto è oggi al centro del dibattito politico, e se i rischi geopolitici dovessero raffreddarsi, allora le prospettive per il settore potrebbero essere più che positive.
Al ribasso, le zone di potenziale approdo rimangono invariate dalle scorse settimane, con la zona di minimi a $69.420 e la chiusura strutturale a $74.000. Aprile potrebbe essere comunque un mese di grandi soddisfazioni, ma bisognerebbe assolutamente riconquistare i $100.000 prima di poter valutare il ritorno effettivo del risk-on.
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