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Altro lunedì nero crypto: CROLLO del 90% per MANTRA (OM)
Di Davide Grammatica
Il token MANTRA (OM), basato sull’omonimo L1 focalizzato sui RWA, ha subito un crollo improvviso del 90% in poche ore: che è successo?

Il crollo di OM
È un altro inizio settimana da incubo per la community crypto. Questa volta lato DeFi, dove il token OM, nativo della rete Mantra Chain, è crollato di oltre il 90% in meno di due ore. Secondo il team di sviluppo si tratta di una “liquidazione forzata”, ma il dibattito nella community è ancora aperto.
Si fa riferimento alla vendita massiva del token su un exchange centralizzato, non legata ad azioni dirette del team. E la versione è stata ricondivisa dal co-fondatore John Patrick Mullin, che sarebbe ancora adesso al “lavoro per chiarire ogni dettaglio”.
L’intensità del dump ha però fatto sorgere numerosi dubbi negli investitori, con OM passato da un valore di oltre $6 a circa $0,50 nel giro di poche ore. Nel frattempo, il gruppo Telegram ufficiale di Mantra è diventato inaccessibile, poco dopo un ultimo messaggio che cercava di calmare gli animi della community.
Molti sospetti nascono da accuse pregresse nei confronti del team, che in passato era stato contestato per il controllo di gran parte dell’offerta circolante del token. Sempre Mullin, tuttavia, ha respinto ogni accusa di questo genere.
Un utente X, in tutto questo, avrebbe individuato tre wallet specifici che hanno inviato milioni di dollari in OM verso Binance e OKX nelle ultime 48 ore. Uno di questi, in particolare, avrebbe ricevuto ben $36 milioni il 21 marzo.
I sospetti intorno a Mantra
Tutta la vicenda non fa che aumentare le controversie che già circondavano il progetto. Sei membri della DAO di MANTRA, per esempio, sono stati citati in giudizio a Hong Kong per presunta appropriazione indebita.
Mullin, nel frattempo, ha cercato di spostare l’attenzione sui piani futuri, come la recente partnership con DAMAC Group per tokenizzare oltre 1 miliardo di dollari in immobili a Dubai.
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