Binance US si ritira dall’accordo con Voyager Digital
Di Davide Grammatica
Binance US, filiale americana dell’exchange di Changpeng Zhao, si è ritirato da un accordo da 1,3 miliardi di dollari per acquistare Voyager Digital
Binance ostacolato dai regolatori
Binance US, filiale americana dell’exchange di Changpeng Zhao, pensata per offrire servizi esclusivi ai cittadini Usa, si è ritirato da un accordo da 1,3 miliardi di dollari per acquistare Voyager Digital, la famosa piattaforma di lending finita in bancarotta lo scorso anno.
La speranza era che Binance potesse aiutare i clienti di Voyager a rientrare in possesso dei fondi perduti, ma questo scenario diventa sempre più improbabile.
“Il clima normativo ostile e incerto negli Stati Uniti ha introdotto un ambiente operativo imprevedibile, che ha un impatto sull’intera comunità imprenditoriale americana”, si legge, infatti, da un tweet di Binance.
Voyager aveva presentato istanza di fallimento ai sensi del “Chapter 11” a luglio. E in questo senso, e in risposta ai recenti eventi, il CEX ha dichiarato: “Sebbene questo sviluppo sia deludente, il nostro piano consente la distribuzione diretta di contanti e crypto ai clienti, secondo ‘un’opzione di commutazione’ tramite la piattaforma Voyager”.
Il futuro crypto passa dalle normative Usa
I creditori, a loro volta, hanno espresso la loro frustrazione e delusione sui social. Molti si sono detti infatti molto dispiaciuti dalla mossa di Binance US, e di star pianificando potenziali rivendicazioni.
Del resto, tutto era ormai pronto per l’accordo. A marzo, infatti, Voyager aveva ricevuto l’approvazione da un tribunale per vendere le sue risorse digitali e trasferire tutti i suoi clienti su Binance US, annullando addirittura un’obiezione dello scorso gennaio portata avanti dalla Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti.
Secondo l’agenzia, Binance non avrebbe avuto le prerogative per concludere l’affare. A questo giro, invece, gli ostacoli normativi sono sorti dall’azione del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, che ha consigliato la sospensione dell’accordo in attesa della risoluzione di altre obiezioni legali.
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