Bitcoin: se la storia si ripete, ci aspetta questo!

Di Davide Grammatica

Bitcoin ha iniziato il 2023 con il piede giusto. Se la storia si sta davvero ripetendo rispetto ai cicli passati, ci aspettano momenti interessanti!

Bitcoin: se la storia si ripete, ci aspetta questo!

Il nuovo anno di Bitcoin

Solo nel 2023, Bitcoin è aumentato più del 30%, superando proprio nelle ultime ore quota 22mila dollari. È ancora molto lontano dal record di 68.990 dollari raggiunto nel novembre 2021, ma ha dato sicuramente agli operatori del mercato motivo di un certo (cauto) ottimismo.

Il rally di inizio mese segue un 2022 cupo, con gravi insolvenze e scandali di vario tipo nel settore, e gli analisti affermano che ci sia una alla base del nuovo trend una serie di fattori, in primis ammorbidimento del rialzo dei tassi di interesse e interesse ritrovato da parte delle “whale”.

Allo stesso modo, anche l’inflazione si sta raffreddando, e con il rallentamento dell’attività economica statunitense la Federal Reserve potrebbe invertire, o almeno ammorbidire, la sua strategia di rialzo dei tassi. I nuovi dati sull’inflazione negli Stati Uniti, d’altra parte, hanno mostrato un modesto calo, con l’indice dei prezzi al consumo in calo dello 0,1% a dicembre su base mensile.

Non sembra quindi azzardato affermare che BTC possa essersi riaccostato a dati “macro”, mentre piano piano la mole di investitori si lascia alle spalle il crollo di FTX, o almeno torna ad approcciarsi in modo propositivo all’industria.

Bitcoin e i dati economici da guardare

I dati più importanti del periodo, o quantomeno quelli su cui si stanno concentrando le attenzioni di molti investitori, sono quelli del Purchasing Managers’ Index (PMI), che mostra una certa debolezza, e i dati sull’occupazione e sui salari, che mostrano una tendenza al ribasso così come l’inflazione. Questo ha aumentato la fiducia, per un trend che dipende, in senso più generale, dalle prospettive di una politica monetaria (forse) più accomodante.

La Fed ha alzato i tassi di prestito sette volte nel 2022, costringendo gli asset rischiosi a far fatica per tutta questa fase. Solo a dicembre, per esempio, questi sono aumentati al 4,25%-4,50%, raggiungendo il livello più alto dal 2007. E Bitcoin, ovviamente, viene visto dagli investitori come un asset rischioso.

D’altra parte, Bitcoin non sembrava aver rispettato quella caratteristica preventivata come “copertura” da acquistare in tempi di alta inflazione. E quindi è scivolato di oltre il 60% nel suo valore, con tutto il mondo che ha dovuto fare i conti con tassi e costi della vita più elevati.

Rimane da pensare, a questo punto, che la Fed rallenterà ulteriormente il ritmo degli aumenti dei tassi. Con molti operatori di mercato che sperano che anche le banche centrali inizieranno ad allentare il ritmo degli aumenti, o addirittura a tagliarli, visto il rischio di ritrovarsi nel bel mezzo di una recessione economica.

Secondo alcuni dati mostrati a Davos 2023, nonostante un cauto ottimismo, rimangono non pochi gli economisti intervistati al World Economic Forum che ritengono probabile una recessione globale nel 2023.

Il dollaro stesso, allo stesso modo, presenta segnali di debolezza, in calo per circa il 9% negli ultimi tre mesi rispetto a un paniere di valute di riferimento. E un dollaro più debole è sempre una buona notizia per BTC, visto che con USD forma la principale coppia di scambio.

E con il dollaro debole, l’allentamento dell’inflazione, il rallentamento degli aumenti dei tassi d’interesse, i mercati saranno molto più (probabilmente) propensi al rischio nei prossimi mesi.

Le whale tornano su BTC

Come spesso accade, in testa al trend del nuovo anno ci sta l’azione delle “whale”, visto le dimensioni delle transazioni su Binance sono passate da una media di 700 dollari fino all’8 gennaio a una in costante crescita.

E con whale non si intendono solo investitori che accumulano Bitcoin, come Michael Saylor o l’investitore della Silicon Valley Tim Draper, ma anche market maker che fungono da intermediari negli scambi tra acquirenti e venditori.

Questa questione, tra l’altro, fa tornare alla mente un certo rischio di manipolazione individuato da molti, ovvero il fatto che i 97 address bitcoin più grandi rappresentano il 14,15% dell’offerta totale.

Alcuni, addirittura, come la professoressa presso l’Università del Sussex Carol Alexander, hanno dichiarato che bitcoin potrebbe vedere un “mercato rialzista gestito” nel 2023, in cui le whale interverrebbero per sostenere il mercato a fronte del calo drastico nei volumi di scambio.

Questione mining

Altri fattori in gioco sono, per esempio, quello del mining. E non è di poco conto.

Diversi miner di bitcoin sono stati presi alla sprovvista dal calo dei prezzi. Questi, che utilizzano macchine ad alta intensità energetica per validare le transazioni e coniare nuovi token, sono stati schiacciati dal crollo dei prezzi del mercato e dall’aumento dei costi energetici.

Tuttavia, storicamente, questo è anche un buon segno per Bitcoin. I miner sono infatti i primi ad accumulare la valuta digitale, il che li rende tra i maggiori venditori sul mercato. Con i miner che scaricano le loro partecipazioni per saldare i debiti, ciò rimuove gran parte della restante pressione di vendita sul bitcoin.

Il problema, semmai, è la “difficoltà” della rete bitcoin che è aumentata, portando i miner a impiegare più potenza di calcolo per mettere in circolazione nuovi token.

La “difficoltà” del mining ha raggiunto un record di 37,6 trilioni proprio nelle ultime ore, e questo numero sta a indicare gli hash (tentativi) per trovare un blocco bitcoin valido e aggiungerlo alla blockchain. È, in sostanza, la misura di quanto sia difficile creare il prossimo blocco di transazioni.

Già ora, nonostante tutto, i miner sembrano aver superato il momento più difficile, con un numero consistente di attori dell’industria tornati online, e anche con macchine più efficienti.

Un altro segno a conferma dell’avvenuta capitolazione dei miner è il fatto che ora hanno ricominciato ad accumulare anziché continuare a vendere:

bitcoin mining

"i miner hanno capitolato, ed ora stanno tornando ad accumulare"

L’halving bitcoin del 2024

L’ultima parte dell’analisi riguarda invece l’halving, che è forse l’evento a dare più entusiasmo agli investitori. Il 2024 sembra ancora lontano, ma non così tanto per trader e investitori.

Il “dimezzamento”, in cui i premi in bitcoin per i miner vengono dimezzati, è visto da alcuni come evento tra i più positivi relativamente al prezzo di BTC.

E in generale, il nuovo ciclo di BTC inizia sempre circa 15-18 mesi prima dell’halving. Un dato non da poco, e con implicazioni più che significative sull’andamento dei prezzi. Il prossimo “dimezzamento” dovrebbe avvenire tra marzo e maggio del 2024, quindi se la storia si ripete, questo potrebbe essere davvero un inizio di un ciclo rialzista destinato a durare.

Accadrà davvero? Solo il tempo ce lo rivelerà!

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