Bitcoin: una settimana strana
La scorsa settimana, per Bitcoin, è stata praticamente concentrata in un solo giorno: venerdì.
Potremmo anche dire in una sola ora: il movimento di venerdì è avvenuto concentrato alle 2:00 di notte ora italiana, il resto è tutta lateralità.
Questo innanzitutto mostra come il movimento sia stato generato da poche, se non una singola, whale che ha manipolato il mercato innescando liquidazioni a catena (avevamo visto nella scorsa analisi che quella singola ora ha innescato più di 60 milioni di liquidazioni).
Dopo quell’impulso ribassista, il mercato si è praticamente paralizzato, concentrandosi in un range ampio meno dell’1% dal quale nemmeno sul time frame orario si è quasi mai usciti.
Le fasi così compresse spesso preannunciano un altro movimento impulsivo, in quanto tendono ad accumularsi posizioni pronte a saltare qualora il prezzo si muova.
Ciò, se combinato con la bassissima liquidità ora presente, potrebbe generare un’altra candela simile a quella di venerdì, la cui direzione dipende da chi vincerà sul breve tra i bull e i bear.
Analizziamo chi al momento sta avendo la meglio!
Bitcoin tra due fuochi, ma higher low ancora salvo
L’ultimo movimento ha compromesso il supporto sotto i 22.650$, che al momento stiamo ritestando dal basso.
Se non riusciamo a recuperarlo ed il bearish retest finisce a favore dei seller, il target sarebbe l’equal low (il minimo locale, che verrebbe toccato una seconda volta) a 21.450.
Un equal low aumenterebbe molto le probabilità che l’area di prezzo creata tra il 20 gennaio ed oggi diventi un costrutto di top, la cui conferma sarebbe il breakdown dallo stesso supporto.
Un eventuale movimento di questo tipo avrebbe come probabile target l’area 17.800-18.900, interessante area per potenziale accumulazione.
Prima di fasciarci la testa ed immaginarci già li, tuttavia, riflettiamo su un’altra cosa: per ora l’higher low è ancora salvo, ma la domanda lo deve difendere riassorbendo il dump di venerdì.
L’origine del dump è 23.400$, quindi quello è il livello da recuperare se vogliamo tornare allo scenario più bullish.
Già un recupero dei 22.700$, supporto più vicino perso venerdì, sarebbe un discreto segno, ma insufficiente ad annullare la direzionalità del dump.
Open Interest e rapporto LONG/SHORT
L’open interest è rimasto fiacco da dopo il dump: il range non ha aumentato le posizioni aperte, tipica situazione fiacca da week end.
Il primo segno da tenere d’occhio è una sua eventuale accelerazione, che tenderebbe l’elastico e aumenterebbe le possibilità di squeeze.
In seguito tuttavia dobbiamo violare il range orario per innescare il movimento, oltrepassando 22.150$ o 22.560.
LONG e SHORT rimangono come li avevamo lasciati: i primi stremati, molto ridotti anche rispetto alla scorsa volta che ci trovavamo su questo prezzo.
Gli SHORT, al contrario, sono cresciuti molto intorno al top locale ma al momento sono statici. Curiosamente, l’ultimo dump non ha quasi influito su di loro.
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