Il futuro di Bitcoin e Crypto secondo il World Economic Forum
Di Luca Boiardi
Il World Economic Forum si è recentemente espresso su quello che secondo loro è il futuro di Bitcoin e Criptovalute. Analizziamo quanto detto.
World Economic Forum e Bitcoin: un rapporto controverso
Per ovvi motivi, il World Economic Forum e Bitcoin non sono mai stati in ottimi rapporti.
Il primo è il non plus ultra dell’istituzionalità e centralizzazione, che vede nelle CBDC delle banche centrali la soluzione definitiva, mentre il secondo è la massima espressione di libertà ed indipendenza da intermediari.
In un recente articolo (di cui vi lascio il link alla fine), lo stesso WEF si è espresso, alla luce degli eventi del turbolento 2022, sul futuro dell’industria Bitcoin e Crypto.
Vediamo insieme cosa è stato affermato.
Il 2022: non un crypto winter, ma una glaciazione
Questi sono stati i termini che il World Economic Forum ha usato per descrivere l’anno appena concluso.
Fiducia ai minimi storici a causa delle frodi e del cattivo risk management emersi a carico di alcuni tra i principali attori del settore, tanti progetti falliti, capitalizzazione contratta del 70% e oltre hanno spazzato via dal mercato buona parte degli investitori.
Viene fatto il parallelismo con la bolla tech degli anni 2000, nella quale tante aziende sono fallite, ed è rimasto solo ciò che portava realmente valore.
Ciò che il WEF auspica è che il 2022 porti maggior stabilità, grazie all’emergere di attori più sani e di una maggior regolamentazione.
Adozione inevitabile anche per le grandi banche
“Guardate quello che le grandi banche e le istituzioni finanziarie fanno, non quello che dicono” sono le parole dell’autore dell’articolo.
Molti, come il caso eclatante JPMorgan, si sono in passato schierati contro per poi creare le loro infrastrutture (wallet, stablecoin, altro).
Questo evidenzia come abbiano soprattutto cercato di prendere tempo, poiché la loro intenzione è entrare nel settore da protagonisti.
La tecnologia alla base delle crypto e del Web3 sarà protagonista nel futuro del settore finanziario.
Essa viene nell’articolo definita “tecnologia neutrale”, in quanto può essere usata bene o male.
Come tutti gli strumenti simili, in particolare in un contesto di scarsa regolamentazione, è soggetta a cattivi attori che cercano di trarne profitto personale a scapito degli altri, e purtroppo se ne sono visti parecchi.
Sono i rischi della “early adoption”. Nel tempo, con l’evolversi della regolamentazione ed il maturare del mercato, non sarà tuttavia più così.
"Guardate quello che le grandi banche e le istituzioni finanziarie fanno, non quello che dicono"
Occhiolino alle banche centrali
L’uso responsabile delle tecnologie sopra menzionate, ovviamente, per il WEF significa soprattutto adozione da parte delle Banche Centrali con le CBDC.
Non solo tuttavia: si parla anche di supply chain e tokenizzazione di asset reali per ottimizzare i sistemi finanziari.
Ecco un link all’articolo integrale, per chi volesse approfondire.
L’autore dell’articolo è il Chief Strategy Officer e Head of Global Policy di Circle, l’emittente di USDC.
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