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Crypto-2022: il super riassunto di fine anno

Di Gabriele Brambilla

È possibile condensare il 2022 crypto in un solo articolo? Ci proviamo con questo riassunto che copre BTC, ETH, regolamentazioni e tanto altro!

Crypto-2022: il super riassunto di fine anno

Un anno in un articolo

Pensando agli investimenti, il 2022 non verrà certo ricordato come uno dei migliori anni. Il bear market ha colpito con forza tutti i comparti, unendosi a problematiche economiche, sociali e geopolitiche che ne acutizzano ulteriormente gli effetti.

Come ormai abbiamo imparato, le criptovalute sono molto più sensibili rispetto ad altre tipologie di asset. Se una brutta notizia porta un indice azionario a -3/-4%, Bitcoin può tranquillamente raddoppiare la quota, mentre le altcoin andrebbero comodamente in doppia cifra.

Tralasciamo però discussioni  sulla correlazione del valore di azioni e criptovalute: in questo approfondimento vogliamo ripercorrere il 2022 crypto, rivivendone le tappe più importanti.

Quello che ci aspetta è un lungo giro sulle montagne russe: giornate di profondo rosso, fallimenti, exploit e sfiducia si scontrano con adozione crescente, nuovi casi d’uso, progetti innovativi e maggior consapevolezza nella community. Conviene tenersi ben saldi alla poltrona!

Abbiamo davvero tanto da raccontare. Volevamo però evitare di fare confusione, perciò abbiamo suddiviso questo “recappone” di fine anno nel modo più preciso e armonioso possibile.

Partiremo con una panoramica su Bitcoin, seguito da Ethereum e le principali altcoin. Dopo le considerazioni di rito, ci focalizzeremo su alcuni argomenti importanti e da seguire anche nel 2023.

Spazio poi alla finanza decentralizzata. Seppur non stia vivendo il suo miglior periodo, questo ambiente è più vivo che mai. Perciò, daremo uno sguardo ai principali player, giusto per restare informati.

Toccherà poi trattare di alcuni fallimenti e crash. Molto doloroso ma indispensabile in un testo che vuole raccontare quanto accaduto nel 2022, dal bello al brutto.

Massima attenzione a regolamentazione e adozione. La prima è una tematica caldissima, la seconda è ovviamente indispensabile per valutare lo stato dell’intero comparto crypto.

Non mancherà uno spazio dedicato alla fiscalità in Italia: essa potrebbe subire variazioni rispetto al passato e dobbiamo assolutamente sapere come muoverci.

NFT e Metaverso? Ci saranno: finita l’ondata di hype, questi due settori stanno crescendo in modo strutturato, raccogliendo sempre più interesse e trovando svariate applicazioni.

Allaccia le cinture: le montagne russe stanno per partire!

Il Punto su Bitcoin

Iniziamo il riassunto partendo dalla prima della classe: Bitcoin.

Se ci concentrassimo solo sull’andamento del valore, non avremmo nulla di che essere felici. Il 2021 era stato un anno di crescita estrema, responsabile dell’All-time high autunnale.

Quest’anno le cose sono andate diversamente: dalle alte vette di 12/13 mesi fa, BTC ha perso parecchio del suo valore. Ormai si naviga da diverse settimane tra i 16.000 e i 18.000 dollari per bitcoin, con la possibilità di ulteriori discese verso il basso.

Volumi pigri, poco movimento, andamento oseremmo dire noioso; comunque meglio che vivace in rosso.

L’occhio inesperto e superficiale potrebbe bollare BTC come morta. In effetti, non sono mancate affermazioni di questo tipo da più campane in ogni parte del mondo.

Come appassionati e professionisti del settore, sappiamo però che non è così. L’apparenza inganna ed è necessario ampliare la visione per avere chiaro il quadro generale.

Sì, Bitcoin e le criptovalute hanno perso parecchio valore, è innegabile. Sembra ieri quando il mercato era in ebollizione e i capitali si riversavano in qualsiasi coin e token disponibile. Si trattava di una crescita sana? Assolutamente no: la componente di hype era dominante; appena lo scenario è cambiato, la fuga è stata inevitabile.

Da un anno a questa parte stiamo assistendo a una pulizia generale del mercato. Chi non possiede le conoscenze è già scappato, incassando certamente una grave perdita dopo l’acquisto ai massimi storici. Chi ha resistito si sta invece facendo le ossa e imparando un prezioso insegnamento per il futuro.
Ai clienti retail si aggiungono poi anche fondi e grandi compagnie, alcune delle quali hanno già pagato a caro prezzo l’eccessiva avidità.

Dopo la salita, il mercato scende sempre. Non parliamo solo di criptovalute: qualsiasi asset segue questo andamento, è naturale. A testimonianza di ciò, il 2022 è stato un anno negativo un po’ per tutto; il bear market, naturale, è stato poi amplificato da degli eventi critici.

Torniamo a Bitcoin, con la B maiuscola.
La nota blockchain incuriosisce sempre più persone, aziende e istituzioni, nonostante il profondo rosso dei mercati. Troviamo più conoscenza e consapevolezza riguardo l’infrastruttura, le sue potenzialità e la capacità di risolvere problemi. La strada è ancora lunga ma almeno la stiamo percorrendo.

In questo senso gioca un ruolo chiave l’elevata inflazione, presente sia negli Stati Uniti che in territorio europeo.
Accettando di esporsi a un asset comunque molto volatile, BTC protegge dalla crescita dei prezzi a cui stiamo assistendo. La crypto per antonomasia sta consolidando il suo ruolo di riserva di valore, come pronosticato anche da diversi esperti in tempi non sospetti.

C’è però molto di più.

Bitcoin è stata integrata da diversi Paesi, ultima la Nigeria. La coin viene (finalmente!) vista come un mezzo di pagamento e sempre più accettata in varie parti del mondo. Ritorneremo sul tema nella parte dedicata all’adozione.

Importantissima la veste indossata in Ucraina: colpite dalla guerra, molte persone hanno convertito i propri risparmi in BTC e altre criptovalute, così da tutelarli e averli sempre con sé.

In contemporanea, BTC è stata impiegata dai russi per spostare capitali, aggirando blocchi e sanzioni imposte da Stati Uniti e alleati. Che dire: le crypto assumono anche un ruolo rilevante a livello geopolitico.

Più in generale, seppur il valore sia calato, la realtà Bitcoin è comunque cresciuta.
Gli investitori di vecchia data, ben consapevoli della big picture, ne hanno approfittato per accumulare più coin possibili. A inizio dicembre si è raggiunto un traguardo importante: un milione di address Bitcoin possiede almeno un esemplare della coin.

Non scordiamoci del ruolo che BTC potrebbe assumere nel dibattito tra POS e contanti, in atto soprattutto in terra nostrana.
Bitcoin e le altre criptovalute sarebbero in grado di risolvere alcune questioni. Il problema però è riuscire ad aprirsi all’innovazione, ascoltare e saper cogliere le opportunità: ce la farà la nostra classe politica a riuscire in questa (non) ardua impresa?

Nonostante le buone notizie, la situazione è ancora delicata, soprattutto lato miners, perché in queste condizioni è sempre meno redditizio svolgere questa professione. In aggiunta, da ricordare le difficoltà economiche per alcune grandi aziende del settore.

Su queste ultime, è recente la notizia del fallimento di Core Scientific. Altri nomi illustri sarebbero a rischio, tutto a causa dell’operatività troppo rischiosa messa in atto durante il bull market. L’indebitamento di queste compagnie ha raggiunto cifre enormi e non sappiamo chi riuscirà a porre rimedio.

Perciò, Bitcoin saluta il 2022 con sentimenti contrastanti: felicità per la sempre maggior adozione e consapevolezza; preoccupazione per i miners; indifferenza (con un pizzico di inquietudine) per l’andamento del valore.

Non facciamo alcun pronostico per il 2023: ci sono in gioco davvero troppe variabili.

Dopo BTC, spostiamo i riflettori sulla coin numero 2: ETH.

Il Punto su Ethereum

L’anno di Ethereum è stato denso di avvenimenti importanti. Prima però diamo un’occhiata al valore, per avere ben in mente il quadro generale.

In verità non ci sarebbe molto da dire in positivo. Il copione è simile a quello di BTC: ATH nel 2021 e poi lenta discesa fino ai livelli attuali.
Dopo un brutto candelone rosso a inizio novembre, ETH resta nel range 1100-1300 dollari. Partecipazione scarsa, tutto davvero piatto.

Come abbiamo appena visto con bitcoin, il prezzo è solo una delle variabili da prendere in considerazione. Trattandosi di Ethereum, questa considerazione assume ancor più rilevanza: essendo il punto di riferimento per gli smart contract, si devono analizzare altri aspetti.

La parola chiave è “adozione”: a che punto siamo con Ethereum?

Prendiamo in considerazione qualche notizia riguardante soprattutto grandi compagnie e aziende. Questo perché se vi è adozione in realtà così strutturate e importanti, ci sarà maggior probabilità che la blockchain possa raggiungere le persone comuni.

Poco prima di Natale è giunta la notizia che VISA guarda a Ethereum per i pagamenti automatici in criptovalute.

Il concetto è semplice: VISA sa bene quanto la blockchain potrebbe creargli dei problemi in un futuro non così lontano. Meglio schierarsi dal lato giusto, collaborare e migliorare qualità e varietà dei servizi, piuttosto che rischiare di rimanere indietro, invischiati in un’inutile battaglia.

L’idea di VISA è di offrire agli utenti Ethereum la possibilità di programmare pagamenti automatici da wallet crypto non-custodial, funzionalità non ancora disponibile sul network.

Quello proposto dalla nota compagnia di pagamenti elettronici sarebbe l’ennesimo caso d’uso della blockchain Ethereum.

Deutsche Telekom starebbe invece lavorando per offrire il proprio servizio di validazione sul network, mediante l’azienda sussidiaria T-Systems MMS.

In generale, Ethereum sta consolidando sempre più il suo ruolo di struttura di riferimento per svariate applicazioni. Quando serve il lavoro degli smart contract, numerose aziende optano per questa realtà.

Di finanza decentralizzata, NFT e metaverso ne parleremo nei rispettivi paragrafi. Però, diamo giusto qualche notizia sui progetti che impiegano Ethereum.

Nella DeFi il network è ancora saldamente al comando. Siamo davvero lontani dai picchi di un tempo (TVL di 23 miliardi di dollari il 29/12/2022, contro gli oltre 109 di novembre 2021, fonte DefiLlama) ma la chain ha tenuto duro.

I progetti in top 3 sono i soliti sospetti: MakerDAO, Lido e Curve. Troviamo poi realtà interessanti come Frax Finance, da approfondire per gli appassionati.

Buone performance anche per i due principali layer-2, Arbitrum e Optimism. Soprattutto l’ultimo ha fatto parlare parecchio di sé in questo 2022.

Lato NFT, il network continua a essere uno dei principali approdi, anche se altre chain non sono rimaste a guardare. Tuttavia, progetti noti come DeGods e y00ts hanno in programma di abbandonare Solana proprio per Ethereum, segno che l’ultimo resta uno dei migliori ambienti per i Non-Fungible Tokens.

Vale lo stesso discorso per il metaverso, con realtà gigantesche saldamente radicate sul network. Ci ritorneremo.

Ma veniamo all’evento bomba del 2022 di Ethereum: il Merge.

Il passaggio dall’algoritmo di consenso Proof-of-Work a quello Proof-of-Stake è stato un evento epocale, da libri di storia a tema blockchain e crypto.

Avvicinandosi alla fatidica data, si poteva percepire una tensione crescente nella community. C’era chi aveva timore che potesse succedere qualcosa, mentre altri erano più tranquilli ma non proprio del tutto.

I team hanno fatto bene il proprio lavoro, svolgendo numerosi test sempre con successo. Ciò ha sicuramente contribuito a mantenere l’inquietudine sotto livelli accettabili, evitando estremizzazioni e panico.

Finché, alle 8.44 del 15 settembre 2022, il Merge è diventato realtà. Tutto bene, nessun incidente dell’ultimo secondo.

merge ethereum

Il Merge porta con sé diversi vantaggi.

Innanzitutto, esso sta già consentendo a Ethereum di risparmiare una quantità enorme di energia. Occhio poi a scalabilità e prestazioni, oltre a una generale maggior legittimizzazione istituzionale e aziendale.

Nel 2023 arriveranno aggiornamenti che dovrebbero migliorare ulteriormente le performance. Infatti, il Merge non è un punto di arrivo ma un nuovo inizio verso un network più sostenibile e scalabile, adatto alle sfide del futuro.

Certo, restano incognite e punti critici. Fra questi, la preoccupazione di alcuni sulla decentralizzazione, sicuramente un tema che farà spesso la sua comparsa nel 2023.

Si aggiunge poi la questione sull’unstake degli ETH, al momento impossibile da effettuare. Questo punto potrebbe però risolversi presto: il team di sviluppo Ethereum ha fissato l’hard fork Shanghai per marzo 2023; fra i vari update, verrà introdotta la possibilità di prelevare gli staked Ether, come richiesto dalla community.

Insomma, Ethereum chiude un’annata lunga e tosta, fatta di test, Merge, nuove prospettive e collaborazioni e sfide per il futuro.
Il 2023 non sembra voler essere da meno: ne vedremo delle belle!

Resto del mondo: principali altcoin

Dopo le big 2 si collocano le due principali stablecoin, USDT e USDC. Su queste non abbiamo molto da dire riguardo l’andamento, in quanto ancorate al dollaro.

Le valute stabili rappresentano un elemento di primaria importanza per l’adozione crypto e auspichiamo di vederle sempre più integrate in applicazioni e soluzioni aziendali e istituzionali.

Volevamo quindi fare una rapida panoramica su alcune tra le principali altcoin e relative infrastrutture. Considerando diverse motivazioni, ne abbiamo scelte quattro.

Coin BNB

Iniziamo con BNB, la coin dell’exchange Binance.

Un 2022 segnato dalla decrescita di valore, comunque relativamente contenuta se paragonata ad altre coin.

BNB è alla data di scrittura (29/12/2022) al quinto posto in capitalizzazione, con diverse decine di miliardi di dollari (quasi 40) riversati. Nei mesi scorsi, la coin riuscì persino a scavalcare USDC: davvero niente male.

Nonostante le voci contrastanti su Binance, la BNB Chain è una delle infrastrutture più note e utilizzate. Viene da sé che la crypto nativa, necessaria anche per pagare le gas fee, ne segua l’andamento.

Sono davvero numerosi i crypto-investitori che detengono qualche BNB nel proprio portafoglio. Le motivazioni sono svariate e legate ai diversi use case della coin:

  • Pagamento delle gas fee sulla chain.
  • Ottenimento di maggior cashback mediante l’utilizzo della Binance Card (troverai un video a fine paragrafo per approfondire).
  • Accesso a migliori commissioni sull’exchange. A proposito: iscriviti a Binance e ottieni il 20% di sconto sulle fee per sempre!
  • Possibilità di partecipare a eventi come i Binance Launchpad, sempre attesissimi.
  • Investimento su un asset ritenuto solido e promettente.

Tutto sommato un’annata non così male per BNB, guardando con ottimismo al futuro.

Polygon MATIC

Esattamente un anno fa, MATIC, coin nativa di Polygon, accarezzava i 3$ di valore per esemplare. Oggi siamo di poco sotto gli 80 centesimi.

Fermandosi qui verrebbe subito da pensare male: si tratta di una perdita davvero notevole.

Polygon si sta però affermando sempre più come alternativa sostenibile a “sua madre” Ethereum. Infatti, mentre quest’ultima ha ancora tanta strada da fare per migliorarsi, Polygon è un’infrastruttura già ottima: rapida, scalabile ed economica da utilizzare.

Filtrando tutte le considerazioni relative al bear market e alla discesa della DeFi, Polygon ha costantemente guadagnato nuovi consensi.

Oggi la chain è un punto fermo anche nel settore degli NFT e nel metaverso. L’azienda stessa si dichiara come “a 3.0 Web and metaverse company”.

Aumentate nel corso del tempo anche le partnership con aziende e istituzioni. Ad esempio, a luglio 2022 Polygon ha partecipato a un programma della Disney per accelerare lo sviluppo di realtà aumentata, NFT e intelligenza artificiale.

Che dire poi dell’esperimento Lugano Plan-B, dove l’infrastruttura ha un ruolo centrale nel portare le crypto a un’adozione estesa e quotidiana.

Il bello di questo network è la connessione con Ethereum: seppur non si tratti di un layer-2 puro, Polygon dichiara da sempre il suo interesse a promuovere ed esportare Ethereum nel mondo.

Da tutto ciò, MATIC ha solo di che guadagnare: è la coin con cui si pagano le gas fee, impiegata anche per lo staking e il buon funzionamento del network.

Polygon e MATIC: blockchain e coin da non perdere d’occhio!

TRON e TRX

Al contrario della media, l’ecosistema TRON ha di che sorridere di questo 2022.

A partire da inizio 2021, il network è costantemente cresciuto, non arrestandosi durante il mercato ribassista. O meglio, frenando ma in modo contenuto.

La finanza decentralizzata è particolarmente vivace e in discreta forma. La crescita nell’ultimo biennio è stata non indifferente, merito soprattutto di progetti in grado di richiamare gli investitori.
Si tratta di un panorama abbastanza limitato (solo 12 progetti segnalati su DefiLlama) ma in grado di ospitare ben 4,2 miliardi di dollari (quasi 7 al picco).

TRX, la coin nativa, ha perso valore in questo momento di profondo rosso. Però, l’ecosistema in consolidamento potrebbe riservare piacevoli sorprese in futuro. Trattasi di pure speculazioni: non sappiamo se effettivamente TRON riuscirà nell’impresa.

Il 2022 si chiude e un nuovo anno è davanti, pronto a mettere alla prova una delle blockchain più interessanti per la comunità crypto.

Solana

Veniamo alle note dolenti: Solana.

Da realtà ultra-promettente e proiettata verso l’innovazione, questa blockchain si trova oggi in un momento di profonda difficoltà.

Quest’anno è stato decisamente severo per Solana, anche se non sono mancate le soddisfazioni, come l’annuncio del lancio di Saga, lo smartphone del progetto.

Prima di tutto, i periodici problemi all’infrastruttura stessa hanno generato non pochi dubbi sul suo effettivo valore.
Avevamo espresso più volte il nostro parere: sulla carta il network avrebbe potuto essere uno dei giganti del futuro; nella pratica, il team avrebbe dovuto porre rimedio a diversi difetti. In questo senso, il lavoro stava effettivamente procedendo nella direzione giusta ed era solo questione di aver pazienza.

Tuttavia, il 2022 doveva ancora infliggere i suoi colpi migliori (o dovremmo forse dire peggiori).

Gli attacchi ai wallet Solana hanno destato preoccupazioni, gettando ulteriori ombre sul network.

Veniamo però agli eventi peggiori: il crollo di FTX e Alameda Research. Ci siamo occupati di questi temi più volte e ci ritorneremo anche tra qualche paragrafo.

Qui limitiamoci a dire che quando si perdono i principali investitori, un progetto non può che andare male. Ciò significa che Solana è alla frutta, in procinto di crollare definitivamente? Non è detto, dipende da diversi fattori.

Per non perdere nessun pezzo per strada, consigliamo di dare una lettura a questo approfondimento sulla situazione di Solana, pubblicato proprio in questi giorni. L’analisi copre diverse tematiche qui accennate, oltre ad altri punti significativi. Un supporto indispensabile per chiunque volesse farsi un’idea più chiara della situazione.

E poi, se ci pensa Vitalik siamo a posto 😀

Avremmo potuto elencare altre altcoin e infrastrutture, descrivendone gli sviluppi in questo 2022; ci saremmo però dilungati parecchio in un articolo già molto corposo.

Il fattore comune è uno: valore di coin e token in marcata decrescita. Però, al tempo stesso, parecchie blockchain hanno siglato partnership, apportato aggiornamenti migliorativi e introdotto novità di varia natura. Potremmo quindi dire che, in attesa di tempi migliori, i player si stanno attrezzando al meglio delle proprie possibilità.

BTC, ETH e alcune altcoin. Adesso che abbiamo riassunto rapidamente il 2022, possiamo dedicarci a uno dei settori più sfruttati quando si tratta di investire e mettere a rendita le criptovalute: la finanza decentralizzata.

DeFi: l'andamento nel 2022

Come coin e token, anche la finanza decentralizzata ha sofferto il mercato ribassista. Ricordi i bei tempi in cui eravamo più vicini ai 200 che ai 100 miliardi di dollari di TVL? Purtroppo sono ben lontani.

defi 2022

Questo grafico di DefiLlama mostra lo scenario attuale. La finanza decentralizzata ha lasciato per strada decine e decine di miliardi. Nulla di particolarmente strano: dopo gli eccessi del 2021, il bear market ha spinto gli utenti a migrare verso lidi più tranquilli e assumersi rischi minori.

La DeFi non è però morta e promette di ritornare bella carica. Nell’attesa, vediamo quali sono state le piattaforme protagoniste del 2022.

Innanzitutto partiamo dalle conferme. Le realtà principali sono sempre le stesse, alcune elencate anche in precedenza: MakerDAO, Convex, Curve, AAVE, Lido, Compound e UniSwap. Tutti questi nomi hanno cercato di migliorare i propri servizi, nonostante le difficoltà del momento.

Proprio l’ultimo menzionato, UniSwap, ha recentemente fatto parlare di sé.

Uno dei problemi della DeFi e il non supporto alle valute fiat. Se si vuole investire su un protocollo di finanza decentralizzata si è obbligati a passare da un exchange centralizzato. Dopodiché si spostano le crypto appena convertite presso la piattaforma prescelta, mediante un wallet come MetaMask.

Ecco, UniSwap ha deciso di porre fine a questo limite. Grazie alla partnership con MoonPay, gli utenti del celebre DEX potranno acquistare criptovalute tramite carta di credito o bonifico direttamente sul protocollo, senza dover passare da un exchange.

La finanza decentralizzata si lega così alle valute tradizionali, avvicinandola ulteriormente agli utenti.

Spostando il focus sulle new entry, si è comportato abbastanza bene JustLend, portale di DeFi del network TRON. Specializzato in lending, JustLend è passato in un anno da un TVL inferiore a 2 miliardi di dollari a 2,7, giungendo a 3,7 nel periodo di massimo splendore (agosto 2022).

Se vogliamo parlare di crescita, impossibile non citare GMX, il protocollo DeFi dedicato ai derivati vero protagonista di quest’annata.

Disponibile su Arbitrum e Avalanche, GMX ha un grafico che si commenta con una sola parola: crescita.

gmx

GMX è un portale interessante che abbiamo approfondito nel dettaglio. Se sei interessato ai derivati perpetual devi assolutamente leggerlo: non te ne pentirai!

Importante anche la crescita di Frax Finance. Se non lo conosci, si tratta del protocollo di FRAX, la prima stablecoin frazionaria che adatta la sua natura da algoritmica a collateralizzata, in base al bisogno.

frax

Un 2022 positivo, se non fosse per la naturale fuga di capitali avvenuta dopo il depeg di UST e il crollo della blockchain Terra.

Meno interesse generale ma sempre frizzante: ecco come potremmo definire la DeFi di quest’anno. Esperti e irriducibili hanno comunque scovato nuove piattaforme e conseguito guadagni nonostante la complessiva discesa del comparto.

Non sono mancati gli hack: dal bridge wormhole a poly network e binance bridge. La natura sperimentale dei protocolli di finanza decentralizzata implica anche questi pericoli, lo abbiamo sempre sottolineato.

Già che si parla di attacchi, anche se non in ambito DeFi, impressionante l’hack di Ronin, avvenuto ad aprile. L’infrastruttura, proprietà dell’omonima compagnia e casa del popolare gioco Axie Infinity, ha subito una perdita di ETH e USDC pari a 625 milioni di dollari.
L’attacco colpì i nodi del network, sfruttando una scorciatoia creata dagli sviluppatori per far fronte all’enorme carico di lavoro sulla rete nel periodo di popolarità massima di Axie Infinity. Peccato che ciò ha dato vita a una vulnerabilità sfruttata perfettamente dagli attaccanti.

Scarica di TVL ma sempre frontiera tra presente e futuro, la DeFi resta un luogo pionieristico in cui gli sviluppatori danno sfogo al proprio estro. In questo senso, il 2022 è stato comunque un anno carico di nuovi protocolli, fallimenti e conferme.

Vuoi approfondire ulteriormente? Ecco un interessante report di DefiLlama sulla finanza decentralizzata nel 2022.

Proprio i fallimenti saranno il tema del prossimo paragrafo. Non parleremo però di DeFi ma ci sposteremo su aziende, exchange e blockchain. Un ripasso doloroso dei tanti eventi negativi del 2022: se non te la senti di leggere, passa pure alla sezione successiva, hai la nostra comprensione!

"La DeFi resta un luogo pionieristico, vivace e dove blockchain e crypto trovano la massima espressione della sperimentazione"

Fallimenti e crolli

Three Arrows Capital, Celsius, Terra, FTX, Alameda Research, BlockFi… potremmo proseguire ma ci fermiamo per non rivangare troppi ricordi dolorosi.

Il 2022 è stato l’anno dei fallimenti di tante grandi aziende CeFi, exchange, grandi investitori e persino blockchain. La spiegazione c’è e in realtà è piuttosto semplice.

Abbiamo vissuto un 2021 di bull market spinto, con performance di alcune coin e token da capogiro. I capitali entravano a fiumi in ogni comparto e sembrava impossibile che la situazione potesse capovolgersi (almeno per i meno esperti e navigati).

L’hype generò un’avidità pazzesca, spingendo molti, comprese le grandi aziende, a operare strategie di investimento decisamente rischiose. In alcuni casi dovremmo dire addirittura “folli”.

L’orso era però ben in agguato. La discesa delle valutazioni crypto ha comportato una relativa diminuzione dei capitali delle compagnie. C’è di più: l’operatività spinta su strumenti come il lending ha dato il via a una lunga fila di insolvenze.

Ecco come hanno fatto a finire in fumo alcune tra le più grandi realtà del comparto.

Dobbiamo poi aggiungere anche un’altra causa: il crollo di Terra.

Questa blockchain era uno dei giganti, dotata di vari casi d’uso che la rendevano perfetta per imporsi su diversi fronti.

LUNA e UST rappresentavano il cuore dell’intero progetto, affiancate da altre stablecoin algoritmiche peggate a diverse valute tradizionali.

L’ecosistema ospitava poi una DeFi quantitativamente ridotta ma di qualità, capace di richiamare utenti e miliardi di liquidità con estrema facilità. Basta dare un’occhiata a questo grafico per farsene un’idea.

terra blockchain

Il problema era però dietro l’angolo. I punti deboli del progetto hanno aperto la porta a un vero e proprio attacco speculativo al peg di UST, stablecoin algoritmica e quindi priva di collaterale.

In pochi giorni, il valore di UST passò da 1 dollaro a poche decine di centesimi. Abbiamo ripercorso le tappe principali dell’avvenimento in questo focus sul crollo di Terra.

Miliardi di dollari andarono in fumo e provocarono un vero terremoto in tutto il comparto crypto.
Il peggio però doveva ancora venire: vuoi per il coinvolgimento diretto nel progetto Terra, vuoi per le ripercussioni sulle altre coin e token (in primis Bitcoin), alcune CeFi e fondi iniziarono a scricchiolare.

Il primo botto fragoroso lo fece l’hedge fund Three Arrows Capital. Siamo a giugno 2022.

Il mese successivo arrivò uno schiaffo potente per tanti investitori, compresi quelli più piccoli: le difficoltà di Celsius, tra le principali compagnie di finanza centralizzata.
Situazione purtroppo risoltasi con il procedimento di bancarotta, il congelamento dei beni e i risparmiatori rimasti a bocca asciutta.

Di recente, la nota CeFi ha riaperto ai prelievi per alcuni utenti. Siamo però ben lontani da un lieto fine: il rapporto tra passività e attività di Celsius rivela un buco di oltre 2,8 miliardi di dollari.

Incredibile come un’azienda così strutturata sia stata in grado di rovinarsi e diventare insolvente.

Non c’è limite al peggio: avanti veloce a questo autunno, mese di novembre.

FTX, uno dei più noti exchange al mondo, finì nella bufera. Dapprima iniziarono a girare voci di possibili insolvenze, da molti ritenute senza senso data la posizione della compagnia. Queste però proseguirono e i dubbi si fecero sempre più presenti e concreti. Smentite e tweet non bastarono a calmare le acque.

Pochi giorni e arrivò la doccia gelata: FTX sarebbe effettivamente in difficoltà. Binance starebbe discutendo una possibile acquisizione del competitor, così da salvare la situazione e i risparmi degli utenti. Questo piano non vide mai la luce: secondo Binance, i conti di FTX erano troppo compromessi per assumersi un rischio simile.

L’epilogo lo conosciamo bene: procedura di fallimento e addio a una delle realtà apparentemente più solide del mercato.

Con il passare dei giorni si capì perché FTX arrivò a questo punto: Sam Bankman-Fried, Founder e CEO, avrebbe elaborato un sistema per impadronirsi dei fondi degli utenti passando inosservato.

Per SBF, il 13/12/2022 sono scattate le manette ed è già stato estradato negli Stati Uniti. Si trova agli arresti domiciliari dopo aver pagato una cauzione da 250 milioni di dollari. Le accuse a suo carico sono di frode telematica, ricilaggio di denaro, frode sui titoli e cospirazione di frode sui titoli.

Collegato a FTX anche il crollo di Alameda Research, un tempo una delle principali società operanti nel panorama crypto.

Grazie al The Financial Times, di recente sono stati svelati alcuni investimenti fallimentari dell’azienda.
Parrebbe che FTX abbia girato ben 4 miliardi di dollari a supporto di Alameda, cercando di tamponare le perdite derivanti da varie scelte sbagliate. Non ci riferiamo solo a investimenti scapestrati: parliamo anche di supporto a progetti discutibili, come il milione di dollari fornito a Fern Labs, azienda specializzata nel contraffare lozioni (sì, hai letto bene!).

Oltretutto, non possiamo disporre di un dato certo su quanti soldi siano finiti nel “pozzo senza fondo” di Alameda Research: essendoci Sam Bankman-Fried di mezzo, i movimenti sono stati accuratamente coperti. È quindi assai probabile che le cifre coinvolte siano sensibilmente superiori a quelle note.

Che dire poi di BlockFi, altra nota CeFi legata a FTX. Nello specifico, esisteva un accordo che avrebbe potuto portare all’acquisto a titolo definitivo di BlockFi da parte di FTX.

Valore delle crypto in discesa, scelte sbagliate, FTX e mancanza di liquidità: un mix di cause che ha portato BlockFi a ricorrere all’arcinoto Chapter 11 della Bankruptcy Protection, dichiarando appunto fallimento.
Il peggio era nell’aria: da ben tre settimane gli utenti erano impossibilitati a prelevare i propri fondi. Siamo a novembre 2022.

Abbiamo riportato solo alcuni nomi ma dovremmo aggiungerne altri. Ultimo di questi Core Scientific, azienda operante nel settore del mining di bitcoin, fallita pochi giorni prima di Natale. Inoltre, destano preoccupazione altre compagnie simili, sempre più indebitate e in difficoltà.

Il 2022 ha messo a dura prova tutti quanti: aziende, infrastrutture, progetti e soprattutto utenti. Questi ultimi hanno incassato dei brutti colpi senza aver commesso nulla di sbagliato. Infatti, se entrando nella DeFi si devono accettare i rischi, la CeFi dovrebbe essere un luogo più tranquillo; così non è stato.

Ora è partita la corsa alle Proof of Reserves, agli audit e alla pubblicazione dei cold wallet aziendali. Tuttavia, ciò non basta: è ormai indispensabile una regolamentazione chiara e che tuteli il cliente di queste piattaforme. La direzione in cui stiamo andando è esattamente questa.

"Il 2022 ha messo a dura prova tutti quanti: aziende, infrastrutture, progetti e soprattutto gli utenti"

Regolamentazioni e adozione

Il 2022 è stato l’anno in cui il tema regolamentazioni ha assunto sempre più centralità nelle agende dei vari Governi. Abbiamo però una certezza: nel 2023 lo sarà ancor di più.

Nel paragrafo precedente ci è toccato riaprire qualche brutta ferita. Proprio questi eventi hanno dato una brusca accelerata a discussioni e preparazioni di normative più o meno complete e strutturate. Stati e organismi sovranazionali vogliono infatti inquadrare il settore crypto, con l’occhio rivolto soprattutto ad aziende centralizzate come exchange e piattaforme di lending.

Siamo certi che uno degli obiettivi di queste leggi sia la maggior tutela dei consumatori. Dopotutto, eventi come il crollo di FTX hanno causato perdite da capogiro per privati, fondi di investimento e compagnie.

Però siamo convinti che si vada anche oltre. Vi sono infatti motivazioni meno altruistiche: dalla possibilità di controllare un settore non imbrigliato a quella di poter tassare plusvalenze e/o detenzione di asset crypto. Perciò, bene da un lato ma male dall’altro.

Guardando a casa nostra, il Parlamento Europeo avrebbe dovuto esprimere il proprio voto per il MiCA in autunno. Problemi tecnici, fra cui soprattutto la traduzione nelle varie lingue europee del testo, hanno fatto slittare questo importante evento al 2023. La data provvisoria è prevista per febbraio ma potrebbero esserci ulteriori modifiche.

Anche negli Stati Uniti si cammina sul sentiero che porta a una normativa strutturata per l’intero settore crypto. Vi sono però maggiori difficoltà, dovute anche alle dichiarazioni contrastanti sia tra gli schieramenti politici che tra alcune istituzioni. Ad esempio, proprio questo mese è nata una disputa tra SEC e CFTC, con Ethereum e altre coin al centro del dibattito Securities vs Commodities.

In Cina è ancora in vigore il ban crypto; ciononostante, il mining è tornato su livelli elevati, portando il Paese al secondo posto al mondo, dietro gli Stati Uniti. Diventa quindi evidente che la autorità non hanno un reale interesse a far valere il blocco, oppure ci sono delle difficoltà ad attuarlo.

Complici le sanzioni internazionali, in Russia si è assistito a un capovolgimento di opinioni sulle criptovalute. Da un atteggiamento contrario si è passati a una progressiva apertura, tant’è che pure il presidente Putin ha definito “coin e token interessanti e da tenere in considerazione”.

Il resto del mondo adotta un approccio molto vario: dai ban di alcuni Stati all’adozione totale di El Salvador. La mentalità media è cauta ma non repressiva.

Quanto all’adozione, le cose si fanno piuttosto interessanti.

Il 2021 è stato l’anno della frenesia e delle quotazioni alle stelle. Il 2022 ha invece visto la fuga di capitali, con conseguente crollo di valore degli asset crypto.

In uno scenario globale difficile, tra tensioni, pandemia, crisi dei materiali ed energetica, blockchain e criptovalute sono comunque riuscite a crescere. Mentre il valore è costantemente calato, passando da giorni di crolli a doppia cifra, consapevolezza e interesse sono aumentati. È proprio vero: la market cap non è l’unico parametro da tenere monitorato.

Sempre più compagnie hanno deciso di adottare la blockchain per qualche applicazione aziendale. Pensiamo a Lugano, dove con BTC si può già pagare il proprio menu da McDonald’s. Oppure alle svariate partnership e idee che porteranno le crypto alla mass adoption: Mastercard per le banche, VISA che punta Ethereum per i pagamenti automatici in coin e token e Stripe che guarda al nostro settore. Ancora, per chiudere in Italia, Telepass che integra i Non-Fungible Token.

Ricordiamo poi i grandi fondi, impegnati in una campagna di progressiva integrazione delle crypto nei propri portafogli. Se da un punto di vista questo non è un bene, data la natura speculativa di questi attori, da un’altra prospettiva c’è del positivo: i clienti dei fondi si avvicinano alle crypto.
Grandi nomi come JP Morgan, Blackrock e Morgan Stanley si stanno muovendo e sappiamo bene quanto sia forte la loro influenza.

Non conta solo l’operato delle aziende, anzi: dobbiamo guardare alle persone. Qui arrivano dati incoraggianti: nel mondo, sempre più uomini e donne si avvicinano in qualche modo alle criptovalute.
Principalmente si mira a differenziare i propri investimenti ma c’è anche chi utilizza le crypto per pagare e accedere a servizi altrimenti non raggiungibili; è il caso di chi vive in Paesi poco sviluppati, dove la popolazione è perlopiù tagliata fuori dai servizi bancari tradizionali.
Insomma, Bitcoin & co. diventano finalmente lo strumento per cui sono state concepite: aiutare le persone a superare alcune difficoltà quotidiane.

Le criptovalute non sono più solo speculazione. Oggi la tecnologia sta dimostrando che c’è davvero di più e noi non possiamo che esserne felici.
Siamo solo all’inizio: guardiamo con fiducia a ciò che arriverà in futuro, pensando alla big picture e lasciando scivolare gli inevitabili periodi ribassisti.

Questo era solo un assaggio. Abbiamo infatti dedicato un intero approfondimento a regolamentazioni e adozione, cercando di fare il punto della situazione nei vari Paesi del mondo. Dagli una lettura e facci sapere qual è il tuo pensiero a riguardo.

Abbiamo menzionato le regolamentazioni e vogliamo ritornarci con un focus sul nostro Paese. Sono state infatti introdotte nuove proposte per modifiche per quanto riguarda la fiscalità: ripassiamole e vediamo cosa potrebbe riservarci il 2023.

"2022: l'anno in cui il tema regolamentazioni ha assunto sempre più centralità nelle agende dei Governi"

La fiscalità in Italia

Il nuovo Governo ha in programma alcune modifiche alle attuali condizioni relative alla fiscalità crypto. Ecco i punti chiave previsti per il 2023, discussi proprio negli ultimi mesi del 2022.

Innanzitutto, si è cercato di inquadrare meglio le criptovalute a livello tributario, anche se siamo ancora distanti da una soluzione definitiva al vuoto normativo (e alla confusione).

Le plusvalenze soggette a tassazione devono superare la soglia dei 2.000 euro. L’imposta rimane all’odierno 26% ma decade il limite di controvalore medio minimo di 51.645,69€. Si tratta quindi di un peggioramento.

Tramite un’imposta sostitutiva del 14%, viene data la possibilità di rideterminare il corso storico della varie crypto-attività detenute al 1 gennaio 2023.

Chi non avesse dichiarato i propri asset, evitando l’obbligatorio monitoraggio fiscale, potrà porre rimedio. La sanzione sarà piuttosto ridotta: 0,5%. Un modo per sistemare la propria posizione senza impattare significativamente sulle criptovalute possedute.

Le crypto-attività, così chiamate nel disegno di legge, saranno soggette a IVAFE (Imposta sul Valore delle Attività Finanziarie all’Estero). In aggiunta, nel caso di deposito, le crypto sono considerate prodotti finanziari, soggette quindi all’imposta di bollo del 2 per mille sulle attività detenute.

Nel complesso è quindi da segnalare una maggior presenza della componente tributaria, purtroppo inevitabile con il passare del tempo e la crescente adozione.

Per saperne di più, lasciamo il link a un video in cui il Dr. Andrea Russo di Crypto Fisco ci ha spiegato le novità in modo esauriente.

Se sei di fretta, la nostra news sulla Legge di Bilancio 2023 può darti qualche informazione extra in pochissimi minuti.

Ora basta parlare di tasse e fallimenti: scopriamo come se la stanno cavando gli NFT e come prosegue la loro integrazione nella vita di tutti i giorni.

NFT e 2022

I Non-fungible Token chiudono un’annata assolutamente positiva.

Il 2021 è passato alla storia come l’anno dell’esaltazione di massa: tutto ciò che era NFT veniva comprato e venduto a prezzi che potevano raggiungere la follia. Non contava se avessimo o meno a che fare con una creazione dotata di un qualche valore intrinseco, l’importante era avere degli NFT.

Però, ogni bolla raggiunge il punto in cui scoppia; il mondo dei Non-Fungible Token non fu da meno.

Il 2022 è stato l’anno del rientro alla normalità e le persone hanno iniziato a distinguere i progetti seri, originali e dotati di casi d’uso da quelli inutili, concepiti solo per attirare denaro. Ovviamente, questa informazione incontra i limiti del caso: pensiamo agli NFT dell’ex presidente USA Donald Trump, andati a ruba in una manciata di minuti nonostante la completa inutilità.

In ogni caso, diciamo che il settore ha proseguito nella crescita, ripulendosi almeno parzialmente da ciò che non possiede un minimo valore di fondo.

A confermare questo dato la market cap totale del settore. A dispetto del mercato ribassista, il calo è stato decisamente ridotto. Ecco a supporto un paio di grafici proposti da NFT Valuations.

grafico NFT

Se analizzato in dollari, la diminuzione è più marcata a causa della perdita di valore di ETH/USD.

NFT

Il comparto NFT non si è limitato a contenere i danni. Infatti, soprattutto le aziende hanno gradualmente iniziato ad avvicinarsi a questi asset per svariati motivi. La natura stessa dei Non-Fungible Token offre infatti possibili applicazioni parecchio interessanti.

Il mondo della moda ricorre già da tempo agli NFT. In questo senso, il 2022 è stato un anno di ulteriore crescita.

In collaborazione con CryptoPunks, Tiffany ha lanciato una serie limitata di opere d’arte digitale: NFTiffs. L’idea è stata ottima: in meno di mezz’ora, i 250 esemplari, venduti a 50.000$ l’uno, sono andati esauriti.
Oltre al token non fungibile, nel prezzo era incluso un ciondolo, che dovrebbe arrivare a destinazione nel nuovo anno. Chi avesse venduto l’NFT non avrà però diritto a ricevere il gadget: ecco quindi che l’asset digitale si lega al fisico.

Tiffany è solo uno dei nomi dell’alta moda entrati nel mondo crypto. Possiamo infatti citare Prada, Givenchy e soprattutto Dolce & Gabbana, da sempre molto attenti alle nuove tendenze (come giusto che sia). Ne abbiamo parlato in questo articolo sull’industria NFT.

Anche i più famosi brand sportivi si sono dati da fare.

Puma e Adidas hanno creato delle collezioni di indossabili digitali, sottoforma di NFT. Nike ha invece optato per token non fungibili dedicati alle scarpe.

Non solo moda però: altri settori si affacciano sempre più agli NFT.

Per esempio, Warner Bros. vende token non fungibili di varia natura. Si tratta di un modo per differenziare ulteriormente il proprio business e aumentare i ricavi, tutto a fronte di costi piuttosto contenuti.

Non contiamo poi gli NFT legati ad attori, cantanti e personaggi famosi. Soprattutto il mondo della musica trova negli NFT uno sbocco importante: l’unicità del token consente di trovare nuove vie per monetizzare, tutelare i diritti d’autore e offrire contenuti unici.

Squadre sportive, team di automobilismo, aziende alimentari: l’utilizzo dei Non-Fungible Token sta penetrando sempre più in categorie davvero diverse tra loro. Pure Donald Trump si è unito al gruppo, dopo aver espresso opinioni contrarie sulle crypto in tempi non lontani.

Restano poi sulla piazza i grandi protagonisti come BAYC e i già menzionati CryptoPunks, anche se le valutazioni toccate nel 2021 si sono ridimensionate.

Un’area che può sfruttare gli NFT al massimo è quella del gaming, sia esso tradizionale o legato in qualche modo al Web3.

Grandi nomi come Ubisoft hanno iniziato a investire sempre più su questi asset, così da offrire esperienze, premi e prodotti ancor più completi.

Non mancano però le opinioni contrastanti: basti pensare a Rockstar, la gaming house di GTA e Red Dead Redemption. A novembre 2022 è scattato il ban sugli NFT nei server di terze parti proprio per GTA V.

Stessa posizione per Valve, la compagnia nota per la piattaforma Steam, dove da tempo i token non fungibili non sono ammessi.

Tornando al Web 3.0 in chiave gaming, gli NFT trovano numerose applicazioni. Ci piace mettere in evidenza Sorare, che nel 2022 ha espanso la propria offerta: non più un gioco di carte collezionabili dedicato solo al calcio; ora è anche un punto di ritrovo per gli appassionati di basket e baseball.

Sorare è una piattaforma interessante, divertente e in grado di coinvolgere immediatamente l’utente. Giocando con attenzione si possono vincere premi di tutto rispetto e rientrare in poco tempo dall’eventuale investimento iniziale. Per approfondire, ecco due articoli su Sorare Football e Sorare NBA.

Un 2022 positivo e che getta le basi per un’annata ancora migliore.

Trattandosi di token non fungibili, raggiungiamo la perfezione se abbinati al metaverso, sempre più sviluppato e parte delle nostre vite. A che punto siamo? Quali sono le attuali possibilità? Scopriamolo!

Metaverso

Nell’anno che volge al termine, il metaverso è entrato sempre più nel linguaggio comune.

In questo senso, Meta ha avuto un ruolo importante grazie alle pubblicità sui medium tradizionali, in grado di raggiungere anche persone non appassionate e informate sul Web 3.0. Nonostante ciò, il colosso di Mark Zuckerberg stenta ad affermarsi come leader in questo campo.

Va dato merito a realtà già presenti da anni e dotate di una struttura più o meno operativa. Ci riferiamo soprattutto a The Sandbox e Decentraland, senza scordarci però di progetti come OVR e Axie Infinity.

In molti casi, il confine tra gaming e metaverso decade, dando vita a mondi virtuali in cui giocare, comprare e vendere oggetti (NFT ma non solo), partecipare a eventi e persino pagare le tasse: è il caso della Norvegia, Paese in cui è possibile adempiere ai propri obblighi tributari direttamente su Decentraland.

Il 2022 è un anno di consolidamento, in cui aziende e istituzioni hanno concretamente iniziato a sfruttare in qualche modo il metaverso.

Oltre all’adozione vera e propria, interessante il caso di BetaShares, gestore di fondi australiano che ha lanciato un Metaverse ETF sull’Australian Securities Exchange. Questo seguirà il Bloomberg Metaverse Select, un paniere di 32 società in qualche modo coinvolte nel metaverso fra cui spiccano NVIDIA e Meta.
Il metaverso diventa quindi anche uno strumento finanziario su cui investire attraverso i canali tradizionali.

Siamo però ancora lontani dall’adozione di massa. Il metaverso è qualcosa di complesso e a tratti motivo di preoccupazione; occorrerà del tempo per rifinire il concetto di base, lasciarlo entrare nel pensiero comune e, soprattutto, farlo comprendere.

Come ogni grande innovazione, si deve avere un po’ di pazienza, cosa che appunto sarà indispensabile anche per un gigante come Meta, che sul metaverso sta investendo parecchio.

Altri brand non aspettano: per citarne uno, nel 2022, Animoca Brands ha raccolto centinaia di milioni di dollari di investimenti per lo sviluppo del proprio metaverso aperto. Il totale dei capitali ricevuti sfiora gli 800 milioni di dollari.

Possiamo quindi chiudere sostenendo che l’interesse per il comparto è più acceso che mai. Un ottimo segnale per l’anno che sta per arrivare.

Metaverso

Il 2022 di The Crypto Gateway

Vogliamo chiudere questo riassunto del 2022 parlando di noi.

The Crypto Gateway è un’azienda interamente italiana in cui 10 persone lavorano quotidianamente per offrire il meglio a chi ci segue.

Per noi è stato un anno denso di avvenimenti, iniziato con il botto: il lancio del nuovo sito internet.

Abbiamo cercato di offrire tutorial, approfondimenti e qualche notizia, così da poter assolvere al compito che ci siamo prefissati: essere un punto di riferimento per la community crypto di lingua italiana. Volevamo farlo offrendo contenuti di qualità, precisi ma senza cadere in eccessivi tecnicismi. Era nostra intenzione far avvicinare chiunque a questo mondo e siamo felici dei risultati finora ottenuti.

Agli articoli abbiamo poi affiancato dei corsi, anch’essi fruibili da chiunque lo volesse. Dal trading alle basi crypto, fino alla finanza decentralizzata.

A settembre è uscito il primo libro del nostro founder Luca Boiardi, “Investire in Bitcoin e Criptovalute”. Edito da Hoepli, il testo ci ha dato tante soddisfazioni e riscontri positivi.
Il libro è acquistabile su Amazon (link affiliato, se lo utilizzi guadagnerò una commissione), sul sito ufficiale Hoepli Editore, in tutti i principali siti di editoria online e nelle librerie. È disponibile sia in versione cartacea che ebook.

Il lavoro del team si è esteso anche ad altre piattaforme:

  • Abbiamo valorizzato il nostro server Discord, ora un luogo di ritrovo per gli appassionati, accuratamente suddiviso in argomenti e casa di interessanti discussioni a tema.
  • Instagram ha raccolto giudizi davvero ottimi, merito di un lavoro di ristrutturazione sia a livello grafico che di contenuti.
  • Abbiamo dato il giusto valore alla pagina LinkedIn.
  • Incrementato la presenza su Telegram, dove puoi seguirci per restare sempre aggiornato.

Aggiungiamo poi la pubblicazione costante di video e analisi, le dirette su Twitch con l’introduzione dell’appuntamento a tre del mercoledì e tanto altro ancora.

In tutto questo percorso, la nostra community ci ha sempre appoggiato, mostrando un interesse che ci spinge a fare ancora meglio.

Chiudiamo il 2022 con il sorriso, puntando a un 2023 ancor più bello. Preparati, abbiamo in serbo tante sorprese.

Recentemente è stata introdotta una nuova homepage, pensata per dar maggior risalto alle notizie. Questo perché tante persone ci chiedevano più aggiornamenti e volevamo soddisfare questa richiesta.
Ora The Crypto Gateway è un portale dove anche l’informazione è di casa: pubblichiamo almeno 2/3 notizie al giorno, oltre ad approfondimenti e tutorial. Un servizio sempre più completo che ha un solo scopo: aiutare le persone a capire e conoscere le criptovalute.

Su questa strada, presto integreremo una piattaforma di learning dove l’utente potrà seguire un percorso dalla A alla Z. Arriveranno poi altre novità, occorre solo un po’ di pazienza.

Ringraziamo tutta la nostra community per l’immenso affetto dimostrato ogni giorno.

Salutiamo il 2022 crypto con una speranza: possa il nostro settore strutturarsi ancor di più, superare le avversità e lanciarsi definitivamente verso l’adozione di massa.

Buon anno!


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