Bitcoin e Criptovalute: una nottata turbolenta
Ieri sera una serie di cattive notizie, unite all’attacco e rottura di un supporto chiave che non ha retto, ha scatenato un selloff, riportando il prezzo di Bitcoin ai livelli di gennaio, perdendo anche i 20.000$.
Il supporto chiave perso era l’area intorno ai 21.500$, che ora diventa la base di un costrutto di top locale, rallentando ancora parecchio un eventuale recupero.
Il target principale dell’estensione ribassista ora rimane quello che avevamo ipotizzato come bear case nelle scorse analisi: l’area tra 17.8k e 18.9k. A breve analizziamo tutti i grafici.
Ma ora andiamo con calma e partiamo dalle notizie che hanno impattato maggiormente sul mercato.
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Indice
La crisi delle Banche: dopo Silvergate, arriva Silicon Valley Bank
Silvergate negli scorsi giorni è stata vittima di una bank run, innescata principalmente dalle accuse che il Governo Americano ha avanzato contro di loro di scarsa compliance.
Questo ha costretto la Banca a vendere i suoi asset per coprire la liquidità necessaria a far fronte ai prelievi di massa.
Buona parte della loro liquidità era investita in bond americani, pratica comune delle banche per mettere a rendita la cassa, tanto com’è che si dice… sono gli asset più sicuri del mondo, no?
Beh, dipende: se li porti a scadenza hai rendimento garantito, ma dal momento dell’acquisto alla scadenza il loro prezzo fluttua e, se i tassi aumentano più del previsto, tendenzialmente lo fa a ribasso.
Ecco, Silvergate si è trovata costretta a vendere in perdita i bond, realizzando una minusvalenza catastrofica e costringendola al fallimento.
Ora sta accadendo una cosa simile a Silicon Valley Bank. Ricorda un po’ la crisi del credito delle CeFi nel 2022.
Ciò impatta sul mercato crypto perché tantissime aziende del settore utilizzavano i servizi di Silvergate, e parecchie hanno depositi in SVB. Monitoreremo da vicino l’andamento di questa situazione.
Attacco politico coordinato alle crypto
Oltre all’annosa questione delle Banche, sembra che il governo USA si stia coordinando per attaccare le crypto.
La Casa Bianca ha proposto nella loro ultima legge di bilancio di tassare fino al 30% l’energia elettrica impiegata nel mining.
Il Procuratore Generale di New York ha fatto causa all’exchange KuCoin per vendita non autorizzata di security nello stato di NY, includendo tra le security vendute anche Ethereum.
Ethereum, tuttavia, non ha per ora registrato perdite superiori a Bitcoin.
Ricordate l’acquisizione di Voyager da parte di Binance US, per cui il giudice ha dato ragione a loro contro la SEC che si opponeva? Ecco, ora è il dipartimento di giustizia a opporsi di nuovo.
Il tutto in meno di una giornata. Pazzesco, vero?
"Sembra che il governo USA si stia coordinando per attaccare le crypto"
Grafici Bitcoin, Ethereum e Criptovalute
Diamo ora uno sguardo ai grafici, che almeno sono oggettivi e non mentono.
La perdita del supporto chiave a 21.500, purtroppo, ha confermato quello che avevamo ipotizzato nelle scorse analisi come bear case, propagando il ritracciamento e creando un costrutto di top.
Ora il target principale dell’estensione ribassista rimane l’area 17.800-18.900, sulla quale potremmo comunque trovare un higher low rispetto ai minimi assoluti di 15.700.
La perdita anche dei 17.800 sarebbe ulteriormente problematica, in quanto non avremmo più supporti forti prima dei minimi ed aumenteremmo la probabilità di farne di nuovi.
Recuperare lo scenario bullish è ora difficile o quantomeno lento (a patto che la domanda torni operativa).
Il primo segno sarebbe il reclaim del supporto perso a 21.500, comunque insufficiente: sarebbe necessario come conferma l’assorbimento del dump originato a 22.400.
La modalità “lenta” prevede invece che, dopo il low che marcheremo nei prossimi giorni, si crei una struttura su TF giornaliero di higher high e higher low, ma il target da recuperare poi rimane comunque l’origine del dump.
Attenzione ai dati macroeconomici!
Attenzione infine ai dati macroeconomici USA, in arrivo oggi e nei prossimi giorni!
Oggi alle 14:30 italiane avremo i dati sull’occupazione americana che, se positivi, potrebbero impattare negativamente sul mercato lasciando maggior spazio di manovra all’aggressività della FED.
In seguito, il 14 Marzo usciranno i dati sull’inflazione (CPI), momento forse più importante in assoluto in quanto le aspettative non sono rosee.
Infine, il 22 Marzo ci sarà il FOMC, momento in cui si deciderà di fatto il rialzo dei tassi. Sul tavolo c’è anche un +50 punti base, probabilissimo se l’inflazione risulta alta.
Sarà insomma un marzo movimentato, e se vuoi ricevere in tempo reale le notizie che muovono il mercato e le analisi conseguenti, accertati di seguirci sul nostro canale Telegram gratuito e di iscriverti al nostro canale YouTube, dove troverai anche ore di video corsi gratuiti sulle crypto!