Bitcoin ETF: per Grayscale la SEC è “ipocrita”
Di Davide Grammatica
Gli avvocati di Grayscale hanno criticato aspramente l’azione della SEC, la quale ha recentemente approvato degli ETF Bitcoin “in leva”, ma non “spot”
La SEC e l’ETF spot BTC
Gli avvocati della società americana di gestione patrimoniale Grayscale hanno criticato aspramente l’attività della Securities and Exchange Commission (SEC) Usa, soprattutto relativamente all’approvazione recente di un ETF “leveraged” Bitcoin in parallelo al rifiuto della loro controparte “spot”.
Addirittura, sempre secondo la squadra legale di Grayscale, capitanata da Donald Verrilli, un ETF a leva su Bitcoin rappresenterebbe “un prodotto di investimento ancora più rischioso”. L’appello è stato quindi consegnato a un tribunale, presso il distretto di Columbia, denunciando come la SEC stia evidentemente trattando la materia ETF in modo arbitrario.
“Volatility Shares 2x Bitcoin Strategy ETF” è l’indiziato principale, approvato giusto il mese scorso dalla SEC. La quale, a sua volta, si è giustificata affermando come i prodotti futures “siano più difficili da manipolare in quanto si basano sul prezzo del CME (il Chicago Mercantile Exchange, ovvero il mercato principale per il trading si futures e opzioni)”, a sua volta regolato dall’agenzia.
Come abbiamo più volte riportato, la SEC non ha ancora approvato alcun ETF spot su Bitcoin, ma la spinta di alcune delle maggiori istituzioni americane in ambito finanziario lascia pensare che sia solo una questione di tempo. Grandi gestori patrimoniali, tra cui i colossi BlackRock e Fidelity, hanno recentemente insistito sul tema, ripresentando le proprie domande per l’approvazione.
L’assist di Jay Clayton
Una soluzione per la tanto attesa approvazione di un ETF spot BTC è stata proposta, invece, dall’ex presidente della SEC, Jay Clayton, che ha affermato come i richiedenti avrebbero buone possibilità solo “dimostrando l’efficienza e l’efficacia del prodotto per gli investitori”.
“Quando la SEC ha approvato un ETF “futures” BTC, ha fatto i conti in primo luogo con il grado di sorveglianza presente in quel settore, giudicato sufficiente”, ha spiegato Clayton, in merito alle gestione del caso da parte della SEC. “Cosa che non è stata ravvisata anche nel mercato ‘spot’”.
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