Il blocco Bitcoin Genesis compie 14 anni
Di Davide Grammatica
Esattamente 14 anni fa, il 3 gennaio 2009, nasceva la blockchain Bitcoin con la creazione del blocco “Genesis”. Un piccolo evento, per una grande rivoluzione
Bitcoin: come tutto è iniziato
Il blocco “Genesis”, con la sua nascita, ha sancito l’inizio dell’esistenza di quel database immutabile che oggi siamo abituati chiamare blockchain di Bitcoin. E con lui sono stati minati 50 BTC, considerati come il primo “set” di criptovalute.
È infatti il primo esempio nella storia di valuta digitale peer-to-peer, con alla base dei solidi principi di sicurezza. E ha diverse proprietà uniche che meritano un approfondimento.
Indice
Genesis: il blocco originale
Il blocco “Genesis” era originariamente indicato come “blocco 1”, ma i client moderni lo descrivono come “blocco 0”, poiché il numero si riferisce “all’altezza” del blocco, ovvero la sua distanza dal primo blocco nella blockchain.
Come abbiamo avuto modo di approfondire in altri approfondimenti, sappiamo che ogni blocco contiene informazioni sulle transazioni in sé stesso, oltre a un hash del blocco precedente a cui è collegato. Quello successivo conterrà l’hash di tutti i dati del blocco precedente e così via, per garantire che, se anche una transazione venisse alterata, l’intera catena non verrebbe danneggiata.
Come per ogni blocco, anche al “Genesis” è stata associata una ricompensa, pari a 50 BTC. Ora, a seguito di vari halving, i blocchi appena estratti fruttano 6,25 BTC.
In genere, questa ricompensa verrebbe distribuita al minatore responsabile dell’estrazione riuscita del blocco associato, e potrebbe quindi spenderla a suo piacimento. Tuttavia, il blocco “Genesis” è l’eccezione alla regola, a causa di un bug (forse intenzionale) che impedito l’elaborazione della transazione.
Il blocco “Genesis”, in quanto primo blocco esistente, non può essere collegato a un blocco precedente, ed è questo il motivo delle sue strane proprietà. Satoshi Nakamoto, probabilmente, proprio per questa ragione ha deciso di non far elaborare la prima ricompensa di 50 BTC. I token sono presenti in quell’address (si pensa di Satoshi stesso), ma non possono essere spesi. Al contrario, qualsiasi altro BTC inviato può essere speso come di consueto.
Le caratteristiche del primo blocco
In totale, a gennaio 2023, sono stati inviati all’indirizzo altri 18,56 BTC, e continuano ad aumentare (nessuno sa esattamente perché) a seguito di diversi pagamenti ogni settimana. Verosimilmente, un modo per qualcuno di dire “grazie” a Satoshi, ma c’è anche chi pensa che alcuni di questi trasferimenti intendano costringere Satoshi a rivelare inavvertitamente la propria identità.
A differenza della grande maggioranza dei blocchi Bitcoin estratti oggi, il blocco Genesis è stato quasi certamente estratto da un computer utilizzando la sua unità di elaborazione centrale (CPU). Il primo blocco aveva una difficoltà pari a “1″, il che significa come probabilmente sia stato minato praticamente all’istante. Viceversa, la difficoltà di estrazione dei blocchi viaggia intorno ai 37 trilioni (e in crescita), il che richiede un hardware di estrazione altamente specializzato (come l’ASIC) per rimanere competitivo.
Tra la creazione del primo e il secondo blocco c’è stato un delay di 6 giorni, e questa è un’ulteriore curiosità, se si pensa che invece, oggi, la distanza temporale tra la creazione di un blocco e un altro è di 10 minuti. Addirittura, alcuni sono arrivati a pensare che questo possa essere un riferimento al primo libro della Bibbia, la Genesi, in cui Dio crea la Terra e tutto ciò che la circonda in 6 giorni, con un settimo in cui si riposa.
La prima fase di Bitcoin
Bitcoin è stato annunciato per la prima volta il 31 ottobre 2008, tramite una popolare mailing list a cui è stato inviato il whitepaper Bitcoin: A Peer-t electronic cash System.
La rete è però diventata effettivamente operativa tre mesi dopo, quando Satoshi ha estratto, verosimilmente, questo primo famigerato blocco.
Il codice sorgente di Bitcoin (datato 17 novembre 2008), a sua volta, contiene diverse caratteristiche interessanti, le quali rilevano alcuni indizi del processo di elaborazione effettuato da Satoshi durante la sua creazione.
Per esempio, Satoshi si riferisce all’unità più piccola di un Bitcoin (ora denominata, appunto, Satoshi) come un centesimo di dollaro, preventivando che 100 milionesimi di un Bitcoin potessero un giorno valere l’equivalente di un centesimo, e con un BTC valutato un milione di dollari.
Allo stesso modo, ha descritto la blockchain Bitcoin come una “catena del tempo“, poiché è essenzialmente una registrazione cronologica di tutti gli eventi che si sono verificati sulla rete.
"Satoshi si riferisce all'unità più piccola di un Bitcoin come un centesimo di dollaro, preventivando come avrebbe potuto un giorno raggiungere quel valore"
Le origini della blockchain Bitcoin
Sebbene la rete Bitcoin sia entrata in funzione per la prima volta il 3 gennaio 2009, ci è voluta più di una settimana perché la prima transazione fosse effettivamente effettuata. E secondo un tweet del 12 gennaio 2008, sembra che la prima persona a ricevere dei Bitcoin sia stato il cypherpunk Hal Finney.
La transazione è avvenuta nel blocco 170, ed è stato un trasferimento diretto di 10 BTC. Satoshi Nakamoto, che dovrebbe essere in possesso di 1,1 milioni di BTC, non ha speso nulla di questo tesoro, e ciò rappresenta ancora oggi uno dei misteri più grandi intorno alla sua figura.
Il valore di BTC è stato in gran parte arbitrario per il primo anno e mezzo della sua esistenza, ma uno dei primi acquisti commerciali documentati utilizzando la criptovaluta è avvenuto nel maggio 2010, quando il programmatore di computer Laszlo Hanyecz ha pagato 10mila BTC per due pizze del valore di 41 dollari. A quel tempo, il valore di BTC segnava circa 0,04 dollari.
Il contesto storico di BTC
Il whitepaper di Bitcoin è stato pubblicato nel mezzo di una recessione globale, a novembre 2008, ovvero quel periodo oggi descritto come “Grande Recessione”, che ha visto un drastico declino delle economie nazionali tra il 2007 e il 2009 e un’impennata dei tassi di disoccupazione. Senza contare il crollo dei mercati azionari e immobiliari.
Allo stesso modo, un gran numero di banche private e commerciali è crollato, portando i governi e le banche di tutto il mondo a iniziare ad attuare politiche fiscali progettate per stimolare le economie in difficoltà, tra cui il “quantitative easing” e la riduzione dei tassi di interesse.
Forse proprio davanti a questo scenario, Satoshi è stato ispirato per la creazione di tutto l’ecosistema, e a confermarlo ci sono alcuni indizi. Primo tra tutti, un messaggio nascosto che fa riferimento al quotidiano “The Times” sul parametro timestamp coinbase del blocco Genesis: “The Times 03/Jan/2009 Chancellor on brink of second bailout for banks”. Lo stesso testo, al contrario, è stato nascosto sulla riga 1616 del codice originale di Bitcoin come stringa esadecimale, che una volta convertita in testo utilizzando un convertitore rivela: “sknab rof tuoliab dnoces fo knirb no rollecnahC 9002/naJ/30 semiT ehT”
Bitcoin, secondo l’opinione dei più, è stato sviluppato proprio per fornire un sistema monetario alternativo, capace di resistere alle sfide dell’inflazione, della contraffazione, e della corruzione, e in modo migliore rispetto alle valute tradizionali.
E visto il suo percorso, che ora vede Bitcoin tra le prime valute mondiali per capitalizzazione, si direbbe che i progressi sono stati buoni, se non altro da quel primo blocco “Genesis”.