Bitcoin: apre negli Usa il primo mining pool alimentato a energia nucleare
Di Davide Grammatica
In Pennsylvania (Usa) è stato recentemente completato il primo data center a “propulsione” nucleare, il quale ospiterà anche un mining pool di Bitcoin
La soluzione “nucleare” per Bitcoin
Con l’espansione del settore crypto e dell’adozione delle criptovalute, anche il mining di Bitcoin sta trovando sempre nuove soluzioni per sostenersi dal punto di vista energetico. E infatti, recentemente, è stato completato il primo data center a “propulsione” nucleare, il quale ospiterà anche un mining pool di Bitcoin.
Il progetto è stato realizzato dal produttore a “emissioni zero” Cumulus Data, una sussidiaria del produttore di energia Talen Energy, e consiste in un data center da 48 megawatt, direttamente collegato alla centrale nucleare di Susquehanna, nel nord-est della Pennsylvania, e al suo ‘campus’, che dovrebbe ospitare servizi di mining e cloud computing di Bitcoin.
“Il nostro data center di punta, Cumulus Susquehanna, è pronto per accogliere il suo primo inquilino e iniziare le operazioni commerciali quest’anno”, ha dichiarato Alex Hernandez, ceo di Cumulus Data e Talen Energy. “Non vediamo l’ora di portare avanti la nostra missione per risolvere il ‘trilemma’ energetico, che consiste nella domanda in rapido aumento di elettricità a zero emissioni di carbonio, a basso costo e affidabile”.
Bitcoin e sostenibilità
Oltre a questo primo settore, alimentato da 48 megawatt, altri due sono in fase di sviluppo avanzato, con una capacità complessiva prevista per il centro di 475 megawatt. E ben altri 18 siti erano stati identificati per un data center direttamente collegato alla centrale.
Lo sviluppo mining pool di Bitcoin a zero emissioni, chiamato Nautilus Cryptomine, è stato annunciato per la prima volta nell’agosto 2021, quando Talen Energy ha firmato un accordo per una joint venture con la società di mining TeraWulf.
E proprio TeraWulf ha recentemente affermato di essere nella fase iniziale per intensificare le sue operazioni di mining, per le quali prevede di fornire 50 megawatt ulteriori nel primo trimestre del 2023.
Altre soluzioni a “emissioni zero”, ma questa volta anche rinnovabili, sono lo sfruttamento dell’energia idroelettrica o solare, ma con esigenze strutturali (e naturali) completamente diverse.
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