Il prezzo di Bitcoin torna sopra i 24mila dollari: cosa sta succedendo
Di Davide Grammatica
Con una forte accelerazione nelle ultime ore, Bitcoin ha superato di nuovo il limite dei 24mila dollari, toccando l’ATH degli ultimi sei mesi
Il balzo di Bitcoin
Nonostante negli ultimi giorni a farla da padrone siano stati gli enti regolatori statunitensi, con l’intensificarsi delle loro attività contro gli exchange, i servizi di staking e alcune stablecoin, nelle ultime ore il prezzo di Bitcoin è tornato a superare i 24mila dollari. E sfiorando i 24.300 dollari, il punto più alto (ATH) dall’agosto 2022, con un +8,2% nel giro di sole 24 ore.
Il pump, che ora punta a raggiungere il record degli ultimi otto mesi, arriva in concomitanza con il nuovo trend dell’ecosistema, ovvero con gli utenti e i brand che si approcciano alla blockchain tramite le “inscription” degli Ordinals.
Queste hanno superato lo scorso martedì il traguardo di 100mila. E il fatto che gli Ordinals siano inscritti direttamente sulla blockchain, a differenza di altre realtà sidechain come Stacks o Counterparty, ha fatto sì che l’interesse andasse alle stelle.
Queste “inscription” sono state rese possibili tramite gli aggiornamenti SegWit e Taproot alla rete Bitcoin, e hanno aperto, evidentemente, un nuovo mondo all’interno dell’ecosistema.
Tanto che tra i progetti che passano a Ordinals ritroviamo la popolare collezione Solana DeGods che ha inserito 535 NFT nella blockchain di Bitcoin. Xverse, un wallet web basato su Bitcoin, ha invece aggiunto il supporto per Ordinals proprio nelle ultime ore.
Le ragioni del pump di BTC
D’altra parte, non è detto che non siano proprio le ultime operazioni della SEC e delle istituzioni americane ad aver contribuito al pump. Ma mentre Ordinals sta avendo il suo momento di gloria, infatti, alcuni analisti hanno interpretato i recenti movimenti della SEC contro le stablecoin e lo staking ipotizzando che gli investitori stiano convertendo le loro altcoin in Bitcoin.
Proprio Bitcoin, infatti, in passato, era stato definito dal presidente Gary Gensler come una “non-security”.
Detto ciò, non sembra inverosimile che una buona mole di utenza voglia riconvertire le proprie alts in funzione delle ultime vicende, soprattutto negli Usa. La scorsa settimana, la SEC ha addebitato all’exchange Kraken una multa di 30 milioni di dollari per non aver registrato “correttamente” il suo programma di staking. Lunedì, invece, Coinbase ha dichiarato che avrebbe difeso i suoi servizi di staking contro la SEC finanche in tribunale, come ha sottolineato il ceo Brian Armstrong.
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