Caso FTX: SBF sostiene che i fondi erano sufficienti
Di Gabriele Brambilla
Sam Bankman-Fried ancora all'attacco per un nuovo capitolo del caso FTX
Caso FTX: secondo FTX, l'exchange non era insolvente
A volte ritornano, è proprio il caso di dirlo.
La vicenda FTX continua a farsi sentire di tanto in tanto, così come il suo co-founder Sam Bankman-Fried, che sta scontando una pena di 25 anni di carcere.
Secondo SBF, l’exchange aveva a disposizione tutti i mezzi necessari per sopperire alla crisi di liquidità avvenuta in quel maledetto novembre 2022. Il crollo del gigante creò un buco da 8 miliardi di dollari e investì in pieno l’intero comparto crypto, provocando una fuga di capitali pari a circa 200 miliardi di dollari.
Un documento di SBF e del suo team, datato circa un mese fa, sostiene però che FTX e Alameda Research non fossero insolventi. Gli autori affermano che l’exchange avesse a disposizione $25 miliardi in asset e ulteriori $16 miliardi in equity, più che sufficienti a mettere fine alla crisi entro il mese.
Sempre nel documento, si sostiene che la colpa è degli avvocati fallimentari e dell’attuale CEO John J. Ray III, che presero il controllo della società forzandola ad avviare le procedure di bancarotta. Così facendo, si venderono asset a prezzi eccessivamente bassi. A ciò si uniscono le ingenti spese derivanti dalla procedura stessa.
Non è la prima volta che Sam Bankman-Fried sostiene questa tesi: lo fece anche durante il processo, avvenuto nel 2023, ma gli fu impossibile dimostrarla con delle prove tangibili.
Dall’altra parte della barricata, il CEO di FTX John J. Ray III dichiarò a suo tempo che, nonostante gli oltre 40 anni di esperienza con fallimenti e insolvenze, non fosse mai incappato in un disastro di tali proporzioni. Egli affermo che la gestione dell’exchange era nelle mani di un ristretto gruppo di individui inesperti e potenzialmente compromessi.
Le speranze di Sam Bankman-Fried
SBF è in carcere e dovrà starci per parecchi anni. Vive però con la speranza di ricevere la grazia dal presidente Donald Trump, come già avvenuto per Ross Ulbricht (Silk Road) e Changpeng Zhao (ex CEO di Binance).
Per raggiungere questo obiettivo, l’ex CEO di FTX sta provandole tutte. Giusto di recente, egli ha scritto un post su GETTR affermando che il suo arrestò fu motivato politicamente dopo aver smesso di inviare donazioni ai democratici, preferendo il partito repubblicano.
Cosa accadrà? Di sicura c’è solo una cosa: la vicenda non è ancora finita.