Per Christie’s, Web3 e NFT sono il futuro di musei e gallerie
Di Davide Grammatica
Christie’s, in occasione del suo Art+Tech Summit, ha approfondito lo sviluppo dell’arte digitale, sempre più sulla cresta dell’onda grazie a Web3, NFT e AI
Il futuro dell’arte passa dal Web3
Christie’s, la più grande casa d’aste d’arte del mondo, in occasione del Art+Tech Summit, la sua “tavola rotonda” convocata ogni anno a New York, ha approfondito lo sviluppo dell’arte digitale, sempre più determinante per l’evoluzione di musei e gallerie, a loro volta sempre più aperti alla tecnologia Web3 e all’AI.
“Il Web3 sta espandendo la portata delle istituzioni artistiche a un pubblico a cui prima non avevano accesso”, ha dichiarato, tra gli illustri partecipanti, Madeleine Pierpont, Web3 Associate per il MoMA (Museum of Modern Art di NY). “L’arte digitale è una delle forme artistiche più accessibili, perché può vivere in tanti ‘in più luoghi’ nostre vite”.
La discussione è ruotata, principalmente, intorno a al ruolo delle nuove tecnologie nel panorama artistico mondiale, e come queste stiano dando nuovi spunti di riflessione. E un sintomo di ciò, per esempio, è il nuovo team Web3 multidisciplinare creato ad hoc dalla direzione del MoMA.
L’AI tra Web3 e NFT
C’è chi ha analizzato questo nuovo contesto culturale andando a parlare di “arte nell’era digitale” (e non “arte digitale”), mettendo l’accento sul fatto che la tecnologia NFT sarebbe più che altro il “fattore abilitante” stesso dell’arte e, per certi versi con un ruolo ancora più fondamentale.
“Quello che stiamo cercando di fare è spiegare ciò che vediamo accadere nel mondo digitale, perché pensiamo che la migliore arte sia sempre un riflesso della condizione umana attraverso la lente della sua epoca, ad oggi ‘digitale’”, ha dichiarato Lukas Amacher, collezionista e ad di 1OF1.
L’intelligenza artificiale, d’altra parte, è nel mezzo di un dibattito che vede al centro la sua stessa legittimità, soprattutto in rapporto al processo “curatoriale” di un opera artistica, tra chi ne ravvisa un’opportunità e chi una minaccia. Sicuramente, però, è uno strumento funzionale per la facilitazione della ricerca, a sua volta determinante per la la sensibilità “umana” propria di ogni artista.
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