CROLLA TUTTO: Il mercato crypto in preda al panico
Di Daniele Corno
Nel mercato crypto è PANICO totale. Bitcoin ed Ethereum crollano e le liquidazioni si impennano, è tutto finito per questo ciclo?
BTC verso gli $80.000 dollari
Se i segnali che il mercato ha dato ieri con una svendita massiccia su tutti i listini, la giornata di oggi segna un nuovo profondo affondo.
Nella sessione precedente, gli ETF Spot su bitcoin hanno visto vendite importanti, con deflussi netti che sottraggono $903 milioni di dollari. Si tratta della seconda svendita più importante dell’anno, preceduta solamente dalla giornata del 25 febbraio dove, in una singola sessione, $1.1 miliardi sono usciti dagli ETF Spot.
L’affondo ha causato la rottura dei $90.000 dollari, con un conseguente calo in area $86.000, anticipando le pressioni odierne. Poco prima dell’apertura di Londra infatti, un nuovo flash crash ha colpito il mercato, con BTC che in pochi minuti è crollato da $85.000 a $81.000, causando un picco di liquidazioni a cascata.
Liquidazioni che, come riportato da Coinglass, tornano a livelli record, anche se ancora ben distanti dal crollo del 10 ottobre, con posizioni forzate per oltre $2 miliardi di dollari in meno di 24 ore.
Mai così bassi da aprile
Per rinfrescare la memoria ai nostri lettori, l’ultima volta che il prezzo di BTC si trovava in area $80.000 era ad aprile, quando il mercato tremava per l’imposizione dei Dazi da parte del Presidente USA Donald Trump.
In quel contesto tuttavia, gli indici azionari mostravano un -20% sui grafici, portando i principali riferimenti per l’economia americana in territorio di Bear Market. Questo causò un naturale collasso nel prezzo di Bitcoin, che crollò del 32% circa dal precedente picco.
La tensione oggi tuttavia, si fa più grande. Considerando il picco del 30 ottobre degli indici, S&P 500 e Nasdaq 100 mostrano rispettivamente un crollo del -5.5% e del -9%. Valori ben distanti dall’attuale condizione di bitcoin, il cui prezzo mostra un -35% dai massimi raggiunti il 6 ottobre.
Il panico continua a predominare gli investitori, colpiti dall’incertezza macroeconomica, dalla natura risk on dell’asset e dal potenziale pericolo correlato alle DAT che hanno finanziato importanti acquisti grazie a posizioni di debito. L’unica domanda ora, alla quale solo il mercato potrà rispondere è: “Cosa possiamo aspettarci adesso?”.
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