Debito pubblico e sostenibilità: il grande tema
Di Gabriele Brambilla
Debito pubblico: un prezioso alleato che può diventare un problema. Parliamo di debito pubblico e sostenibilità, comprendendo il difficile equilibrio da mantenere

Che cos’è il debito pubblico
Il debito pubblico rappresenta la somma di tutti i prestiti che uno Stato contrae nel tempo per finanziare la propria attività.
Ogni volta che un governo spende più di quanto incassa, deve ricorrere all’indebitamento. Questo avviene attraverso l’emissione di titoli di Stato; in Italia sono un esempio i BTP, mentre negli States ci sono varie tipologie di Treasury. Questi strumenti sono poi acquistati da banche, fondi e cittadini, che diventano a tutti gli effetti dei creditori nei confronti del Paese.
Il debito pubblico, quindi, non è necessariamente un male. In molte fasi storiche è stato uno strumento di crescita economica: permette allo Stato di finanziare investimenti che generano valore nel lungo periodo,come autostrade, scuole o ricerca scientifica. Tuttavia, come in ogni bilancio, è importante che il debito rimanga sostenibile, cioè che lo Stato sia in grado di ripagarlo nel tempo senza compromettere la stabilità economica. Qui si apre il tema centrale di questo breve approfondimento: debito pubblico e sostenibilità.
Approfondisci: che cos’è il debito pubblico
Indice
Che cosa significa “sostenibilità del debito”
La sostenibilità del debito pubblico è la capacità di uno Stato di gestire i propri debiti senza dover ricorrere a tagli drastici alla spesa o aumenti insostenibili delle tasse. In parole semplici, il debito è sostenibile se il Paese riesce a pagare gli interessi e a rimborsare le scadenze grazie alla crescita economica e alla fiducia dei mercati finanziari.
Un indicatore molto utilizzato per misurare la sostenibilità è il rapporto debito/PIL: se il debito cresce più rapidamente dell’economia, diventa più difficile da gestire. Per portare qualche caso pratico, l’Italia ha oggi un rapporto debito/PIL di poco superiore al 137%, mentre la Germania si mantiene intorno al 60%, livello considerato più sostenibile.
Tuttavia, la sostenibilità non dipende solo dai numeri: contano anche la credibilità del governo, la capacità di attrarre investitori e la stabilità politica. Il discorso è quindi ben più complesso di un semplice numero.
Evoluzione del debito pubblico italiano dal 1960 a oggi. Fonte: T,C&S via Wikimedia Commons
Quando il debito pubblico diventa un problema
Il debito pubblico è utile fino a quando viene gestito con equilibrio. Quando esso cresce troppo, si può invece innescare una spirale di sfiducia. Gli investitori iniziano a chiedere interessi più alti per prestare denaro a uno Stato percepito come rischioso, aumentando ulteriormente i costi di finanziamento. È quello che accadde durante la crisi del debito sovrano europeo tra il 2010 e il 2012, quando Paesi come Grecia, Spagna e Italia videro schizzare lo spread e furono costretti a mettere in atto misure di austerity.
Un altro rischio è la dipendenza dai mercati esteri: se gran parte del debito è detenuto da investitori stranieri, lo Stato diventa più vulnerabile agli umori della finanza globale. Al contrario, un debito detenuto in larga parte da residenti (come accade in Giappone) tende a essere più stabile, anche se le cifre possono sembrare altissime (oltre il 250% del PIL).
Possono poi esserci implicazioni geopolitiche. Un esempio è il debito americano, detenuto in una parte significativa dalla Cina. Quest’ultima può utilizzare il debito come leva, mettendo pressione agli States.
I titoli di Stato posseggono dei punteggi che ne classificano la rischiosità. La redazione è a cura delle agenzie di rating, tra cui menzioniamo Standard & Poor’s e Moody’s.
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I casi di USA, Giappone ed Europa
Dicevamo che il Giappone è un caso emblematico. Il debito pubblico del Paese supera il 250% del PIL, ma è considerato sostenibile grazie ai bassi tassi di interesse e alla fiducia dei risparmiatori domestici. La Banca del Giappone, inoltre, detiene una quota consistente dei titoli emessi, mantenendo il sistema sotto controllo.
Negli Stati Uniti, invece, il debito ha superato i 34 bilioni di dollari, una cifra record. La potenza economica americana e il ruolo globale del dollaro come valuta di riserva mondiale garantiscono agli USA una posizione unica: possono permettersi un debito elevato senza perdere credibilità. Tuttavia, il debito si sta amplificando e occorre porre rimedio; in caso contrario, gli USA potrebbero avere non pochi problemi.
L’Europa, invece, vive una situazione più complessa. I vincoli del Patto di Stabilità e la mancanza di una vera unione fiscale rendono difficile coordinare le politiche del debito tra i diversi Stati membri. Tuttavia, la Banca Centrale Europea svolge un ruolo cruciale nel mantenere la fiducia, come dimostrato con i programmi di acquisto di titoli di Stato dopo la pandemia.
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La sostenibilità è cruciale per il futuro
La sostenibilità del debito pubblico non riguarda solo i governi o gli economisti, ma ha effetti diretti sulla vita quotidiana dei cittadini.
Un debito troppo alto può limitare la capacità dello Stato di investire in sanità, istruzione o infrastrutture, oppure costringerlo ad aumentare le tasse. Al contrario, un debito ben gestito può essere un motore di sviluppo, stimolando l’economia e creando nuove opportunità.
Nel prossimo decennio, molti Paesi dovranno affrontare la sfida di conciliare spesa pubblica, crescita e stabilità finanziaria. Tra transizione energetica, spese per la difesa e invecchiamento della popolazione, il debito continuerà a essere un tema centrale delle politiche economiche.