Ddl ECASH: il dollaro digitale, ma non su blockchain
Di Davide Grammatica
Presentato negli Usa il ddl ‘ECASH’, il dollaro digitale che vuole preservare anonimato e privacy, scoraggiando l’adozione della blockchain
Il nuovo dollaro digitale
Un gruppo di legislatori statunitensi, composto da Stephen Lynch, Jesús Chuy Garcia, Ayanna Pressley e Rashida Tlaib, ha presentato un disegno di legge che autorizzerebbe il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti a creare un nuovo dollaro digitale.
L’Electronic Currency and Secure Hardware (ECASH), indirizzerebbe il Segretario del Tesoro a testare una “versione elettronica” del dollaro statunitense. E, sebbene le probabilità di approvazione del disegno di legge rimangano basse, l’operazione dimostra la volontà del governo di ricercare un’alternativa all’adozione della criptovaluta.
Questo “e-cash” consisterebbe infatti in una nuova moneta a corso legale emessa dal Dipartimento del Tesoro, che può essere utilizzata senza intermediari privati come banche o società di credito. Ma se con “dollaro digitale” finora si è sempre parlato di integrazione di una criptovaluta basata su blockchain, l’ECASH Act sembra scoraggiare l’uso di tale tecnologia. La variante dovrebbe infatti conservare “proprietà minime di generazione di dati transazionali”, ovvero l’opposto di un sistema basato su criptovaluta, che registra pubblicamente le transazioni.
L’idea è di imitare l’alto livello di privacy del contante, la sua facilità d’uso e la sua mancanza di commissioni o ostacoli di elaborazione, ma sottraendone le fatture fisiche. Secondo i piani, Il Tesoro dovrebbe avviare il progetto pilota entro 90 giorni dall’approvazione del ddl, e distribuire denaro elettronico ai cittadini entro quattro anni. Inoltre, il progetto, perché possa essere realizzato, richiederebbe dei test proof-of-concept, per sperimentare diverse tecnologie in collaborazione con università o istituzioni finanziarie.
E le CBDC?
La Federal Reserve ha pubblicato un rapporto preliminare sulla valuta digitale all’inizio di quest’anno, suggerendo che potrebbe avvantaggiare gli americani che non riescono a godere dei servizi dell’attuale sistema bancario. E, più recentemente, l’amministrazione Biden ha incluso la valuta digitale della banca centrale (CBDC) come elemento d’azione nel suo ordine esecutivo sulle criptovalute.
Come, del resto, stanno facendo molti governi in tutto il mondo. La stessa Unione europea, nel ruolo della Commissione, prevede di proporre un euro digitale nel 2023, mentre la Cina ha lanciato a gennaio un programma pilota sullo yuan digitale.
“E-cash”, in questo contesto, è distinto dalle CBDC (ma non soppianta il programma della Federal Reserve), e si pone come alternativa. La nuova formula non prevede un registro centrale che tenga traccia delle transazioni. E ciò implicherebbe, come detto, la conservazione dell’anonimato, ma anche la possibilità che i fondi vengano persi nel caso di smarrimento del dispositivo che li contiene. Il sistema sarebbe infatti “token-based”, e non si reggerebbe su un account.
L’obiettivo è “far avanzare” altri programmi dell’amministrazione di Biden, ottenendo un nuovo sistema di valuta digitale nei telefoni cellulari degli americani. “Il contante rimane il nostro strumento più forte per promuovere l’inclusione finanziaria preservando la privacy e la sicurezza”, ha dichiarato il rappresentante Jesús Chuy Garcia, in una nota. “I nuovi strumenti digitali dovrebbero emularlo, non sostituirlo”.