Ethereum: successo del “Merge” sul testnet di Kiln
Di Davide Grammatica
La Ethereum Foundation ha annunciato che il "Merge" è avvenuto con successo sul testnet Kiln. Ora si attende il passaggio al proof-of-stake
Lo sviluppo del “Merge”
Il testnet Kiln consisteva in uno degli ultimi passaggi nello sviluppo del “Merge” o, per intenderci, il passaggio ad Ethereum 2.0, prima dell’aggiornamento dei testnet pubblici esistenti. Questa fase, avvenuta con successo, rappresenta una tappa fondamentale per il passaggio della rete al protocollo di consenso proof-of-stake.
La “fusione”, ovvero il “Merge”, consiste nell’unione tra il livello di esecuzione proof-of-work esistente con il layer di consenso della Beacon Chain, trasformando la blockchain in una rete proof-of-stake.
Kiln, in questo senso, è stato originariamente lanciato come un testnet POW che emula l’ambiente operativo della rete Ethereum, e operava parallelamente alla Beacon Chain, il primo importante componente POS di Ethereum 2.0, con cui ora, appunto, si è “fuso”.
La Ethereum Foundation ha anche chiesto alle parti interessate di eseguire test su Kiln per assicurarsi che ci sia una transizione graduale, e gli sviluppatori hanno affermato di voler dare alla community la possibilità di testare i loro prodotti attraverso il “Merge”.
“Gli sviluppatori di applicazioni e strumenti, gli operatori di nodi, i fornitori di infrastrutture e gli staker sono fortemente incoraggiati a eseguire dei test su Kiln per garantire una transizione graduale sui testnet pubblici esistenti”, si legge da un post ufficiale della Ethereum Foundation. “Kintsugi, il testnet precedente, sarà ritirato nelle prossime settimane”.
Propositi per il futuro
La transizione a ETH 2.0 è in corso da molto tempo, e ha continuato il suo percorso di sviluppo in modo graduale. E non senza ostacoli e cambiamenti, come la stessa Beacon Chain lanciata nel 2020. La community ha da sempre nutrito grandi speranze per il futuro di Ethereum, e guarda ormai l’avverarsi della transizione totale delle rete.
Ciò implica non poche novità, e su molti fronti. In primo luogo, l’emissione di ETH dovrebbe diminuire del 90%, costringendo così l’asset ad assumere uno stato deflazionistico. Inoltre, nella discussione che ruota intorno al consumo di energia delle reti POW, Ethereum conquisterebbe una posizione votata alla sostenibilità, abbattendo i consumi di energia fino al 99,9%. La domanda, conseguentemente, dovrebbe incrementare in modo rilevante, non solo per questi elementi, ma anche per i premi derivati dallo staking di ETH, che si dovrebbero aggirare intorno al 10% all’anno.