Euro Digitale entro il 2029: Le banche italiane spingono per un SI
Di Daniele Corno
ABI sostiene il progetto della BCE sull’euro digitale, ma chiede una una gestione dei costi controllata per non pesare sulle banche italiane
Ok all'Euro Digitale dalle banche italiane
In Europa continua il dibattito sulla creazione di un Euro Digitale emesso dalla BCE e dall’Italia, arriva un supporto diretto. L’Associazione Bancaria Italiana (ABI) conferma il proprio sostegno, definendolo un tassello chiave per la sovranità monetaria.
“Siamo favorevoli all’euro digitale perché incarna un concetto di sovranità digitale”, ha dichiarato Marco Elio Rottigni, direttore generale dell’ABI.
Se da una parte del mondo, il focus è posto sullo sviluppo delle stablecoin e su un NO netto a CBDC statali, l’Europa paga il prezzo di non aver favorito lo sviluppo del settore e ritrovarsi completamente esclusa da uno dei trend di maggior dominio.
Da una parte quindi, si cerca di favorire lo sviluppo di una soluzione “alternativa” mentre, dall’altra, l’obiettivo è quello di non avere un impatto troppo pesante sull’infrastruttura bancaria. Si all’idea, purché i costi restino ridotti e diluiti, in maniera tale da non gravare troppo sui bilanci degli istituti di credito italiani ed europei.
Non solo Euro Digitale
Per l’Associazione Bancaria Italiana, l’euro digitale non deve sostituire il sistema esistente, ma integrarlo.
L’idea riportata infatti, non è quella di avere una sola valuta emessa e controllata dalla BCE, ma un sistema “duale”. L’associazione ha proposto infatti un modello in cui l’Euro Digitale non agisca in solitaria, bensì accompagnato da una serie di stablecoin emesse dalle banche commerciali.
Ne è un esempio la nuova Eur-Bank, la nuova Stablecoin di casa Bancomat, pensata per essere adottata su tutto il territorio UE.
La richiesta di una nuova soluzione quindi, non vede un unico fulcro, dettato e gestito dalla BCE, quanto più un connubio di valute digitali utilizzate dalle banche commerciali che accompagnano la presenza di un Euro Digitale. Con il progetto per una fase pilota nel 2027 ed un possibile lancio nel 2029, l’Europa si prepara ad un nuovo potenziale grande occhio, dove la privacy dei cittadini sarà considerato come un lusso.
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