Gemini aprirà un CEX off-shore per prodotti derivati crypto
Di Davide Grammatica
L’exchange Gemini aprirà una piattaforma crypto fuori dagli Stati Uniti, il cui primo prodotto sarà un contratto future perpetuo su Bitcoin.
La mossa di Gemini
L’exchange statunitense Gemini ha recentemente rivelato i propri piani per il futuro in relazione ai recenti sviluppi dello scenario normativo americano nei confronti dell’industria crypto.
Il CEX, stando a quello che si legge nelle dichiarazioni, avrebbe deciso di aprire una nuova piattaforma off-shore, interamente dedicata a prodotti derivati.
Il primo di questi, secondo la Gemini Foundation, ovvero il nome con cui verrà chiamata la nuova divisione, sarà un contratto future perpetuo su Bitcoin (BTC), mentre per il futuro è già stato programmata un’alternativa in Ethereum (ETH).
Per intenderci, un contratto “future” consiste in un accordo per comprare o vendere un asset a un prezzo predeterminato nel futuro, le cui operazioni non vengono ‘regolate’ istantaneamente. Si scambiano invece dei “contratti”, i quali definiscono gli accordi in una data futura.
Un contratto future “perpetuo”, invece, consiste in uno dello stesso genere ma con l’assenza di un periodo di esecuzione prestabilito, o in parole povere di una data di scadenza.
Le crypto rispondono alla SEC
La decisione non è che la diretta conseguenza delle decisioni intraprese dai regolatori statunitensi, che hanno recentemente aumentato il grado di severità nei confronti delle criptovalute e delle industrie del settore.
E Gemini, in particolare, rientra tra queste, essendo stata accusata, lo scorso gennaio, di aver venduto titoli “non registrati” dalla Security and Exchange Commission (SEC).
Coinbase, altra realtà crypto protagonista negli Usa, sta anch’essa affrontando questo tema, lasciando intendere come, allo stesso modo di Gemini, potrebbe optare per soluzioni di sviluppo all’estero. O almeno fino a quando le regole che il settore deve rispettare “non saranno più chiare”, come ha dichiarato il ceo Brian Armstrong.
Ad ogni modo, avere sede al di fuori degli Stati Uniti non significherà essere fuori dalla portata dei watchdogs statunitensi. Binance, per esempio, è stato citato in giudizio giusto a marzo dalla Commodity Futures Trading Commission (CFTC).
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