Gensler al Congresso: tra BTC, ETF e Pokémon, che succede ora?
Di Davide Grammatica
Gensler, anche davanti al Congresso, ha mantenuto una posizione dura nei confronti delle crypto, ma la SEC è sempre più messa alle strette
Gensler e il dibattito al Congresso
Il presidente della Securities and Exchange Commission (SEC) degli Usa, Gary Gansler, è stato al centro dell’attenzione della community crypto durante un suo recente intervento al Congresso, in cui ha espresso preoccupazioni sul futuro normativo di Bitcoin innescando numerose discussioni.
Una posizione ormai nota, e che si basa sulla considerazione generale di un’industria che non sarebbe riuscita a gestire correttamente i beni dei clienti, tramite una “commistione delle risorse” che ha portato risultati “sfavorevoli” in passato (cfr. FTX).
Ed è forse proprio questa posizione a rischiare di compromettere la tanto auspicata approvazione di un ETF spot BTC, su cui tra l’altro la SEC è stata obbligata a esprimersi da parte di un tribunale federale.
La sentenza in questione, emessa lo scorso agosto, ha rivalutato il precedente rifiuto della SEC di una domanda ETF spot BTC, e ha giudicato l’approccio dell’agenzia come “arbitrario e capriccioso”. Tuttavia, non sono ancora noti i tempi che la Sec intende adottare per prendere una nuova decisione.
Da parte del Congresso, invece, stanno sempre più aumentando gli interventi critici sull’attività della SEC. Il deputato Patrick McHenry, per esempio, presidente del Comitato per i servizi finanziari della Camera, ha espresso ancora una volta, come in passato, preoccupazioni su quella che lui definisce una “crociata dell’agenzia contro l’ecosistema delle risorse digitali”.
Secondo lui, infatti, la SEC starebbe solo seminando confusione nel settore, soprattutto di fronte a una regolamentazione che lascia ancora molte zone grigie sulla categorizzazione di determinati asset.
Proprio in questo senso, Gensler ha ribadito come Bitcoin non sia da considerare una “security” (ovvero un bene finanziario da sottoporre alle leggi di quel settore), ma ciò non si coniuga con l’accettazione di un ETF spot.
La prova della carta Pokémon
Le difficoltà interpretative delle parti attive nel dibattito sulla regolamentazione crypto hanno poi toccato l’apice con l’intervento del rappresentante Ritchie Torres.
Proprio lui ha interrogato Gensler utilizzando l’esempio di una carta Pokémon, e se questa sarebbe da considerarsi una “security” o meno. Gensler ha ammesso che una carta Pokémon non è da considerarsi un bene finanziario ai sensi della legge, ma si è trovato in difficoltà sull’esprimere lo stesso giudizio su una carta Pokémon “tokenizzata”, ovvero un NFT.
“Dovrei saperne di più”, ha risposto Gensler, messo davanti alla contraddizione per cui il singolo processo di tokenizzazione dovrebbe trasformare una transazione di una “non-security” in una “security”.
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