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I tool fondamentali per fare trading

Di Davide Grammatica

L’efficacia del trading deriva direttamente dall’uso proprio dei tool di cui si è in possesso. Ma quali sono gli indicatori tecnici migliori?

I tool fondamentali per fare trading

Gli strumenti del mestiere

Le condizioni per cui un trader possa essere in grado di individuare tutte le informazioni sulla domanda e sull’offerta dei titoli e sulla psicologia del mercato sono dettate principalmente dagli indicatori tecnici di cui è in possesso. Sono un insieme di tool, o semplicemente strumenti di analisi, che costituiscono la base dell’analisi tecnica. In generale, sfruttati per rintracciare gli indizi di segnali di acquisto e vendita. 

Come si può intuire, questi non sono pochi, ma non è nemmeno necessario doverli conoscere tutti. Ciò che è certo è che alcuni sono più importanti di altri, ed è per questo motivo che è il caso di passarli al setaccio, individuando quelli che più degli altri possono migliorare le operazioni di trading. 

Senza dimenticare una differenziazione dettata da un’ampia varietà di modelli e oscillatori, e in base a ciò che considerano relativamente alla cronologia dei prezzi, il volume degli scambi o il momentum. Inoltre, sono spesso usati in tandem o in combinazione tra loro. 

In generale, i tool per il trading consistono in strumenti grafici che generano segnali di acquisto o di vendita, a seconda dell’occasione e parallelamente ai trend del mercato. Ma si possono individuare due macrocategorie di indicatori tecnici. I primi sono detti “overlay”, e comprendono indicatori che utilizzano la stessa scala dei prezzi tracciati sopra gli stessi grafici, come le medie mobili e le linee di Fibonacci. I secondi sono gli “oscillatori”, tracciati sopra o sotto il grafico, come l’oscillatore stocastico, il MACD o l’RSI. 

Di volta in volta, un trader è tenuto ad usare una combinazione funzionale all’analisi, scegliendo gli indicatori con cui sono soliti familiarizzare combinandoli tra loro. Anche in una forma più soggettiva di analisi tecnica, da cui deriva una determinata osservazione dei grafici per elaborare le proprie scelte commerciali. A loro volta, poi, questi possono essere incorporati in sistemi di negoziazione automatizzati, data anche la loro natura quantitativa. 

Il volume

Come primo tool, può posizionarsi in cima alla gerarchia quello del bilanciamento del volume (OBV). In pratica, questo misura il flusso del volume positivo e negativo di un titolo nel tempo, come totale parziale dato dalla somma tra le due parti. Può essere in aumento quando quando parallelamente aumenta il prezzo, o in diminuzione quando il prezzo cala. Nel suo complesso, è determinato dal volume aggiunto o sottratto dall’indicatore, proprio in base all’aumento o alla diminuzione del prezzo. 

Quando è in aumento, l’OBV mostra come gli acquirenti siano disposti a spingere il prezzo in alto, mantre nel caso opposto, in cui il volume di vendita supera il volume di acquisto, il prezzo verso il basso. E agisce di conseguenza come strumento di conferma dei trend, proprio perché ne indica la continuazione. Quando l’indicatore e il prezzo stanno andando in direzioni diverse, invece, i trader possono osservarne la divergenza, mostrando come un determinato trend non sia supportato da forti acquirenti (in caso di mercato in rialzo), e quindi che il prezzo potrebbe prendere una direzione diversa. 

La linea di accumulo

Altro tool utilizzato comunemente è la linea di accumulazione o di distribuzione (A/D), per determinare il flusso di denaro in entrata e in uscita da un titolo. Simile all’indicatore precedente (l’OBV), differisce nel considerare, oltre al prezzo di chiusura del titolo nel periodo osservato, anche il trading range, con la chiusura del titolo che dipende direttamente da questo. Se un titolo finisce vicino al suo massimo, l’indicatore darà più peso al volume rispetto a quando si chiude vicino al punto medio del suo intervallo. Tuttavia, non va visto come un tool qualitativamente migliore rispetto all’OBV, quanto invece un’alternativa da scegliere a discrezione del trader e delle circostanze di mercato. 

Se questa linea risulta in aumento, allora mostra dell’interesse nella domanda, dato che il titolo chiude al di sopra della metà del range. E conferma quindi un trend rialzista. Al contrario, se la linea di accumulazione è in calo, significa che il prezzo sta finendo nella parte inferiore del suo range giornaliero, facendo risultare il volume come negativo. Anche in questo caso, come si può intuire, il tool può essere sfruttato per osservare una divergenza. Se l’A/D inizia a scendere mentre il prezzo è in aumento, questo potrebbe segnalare la difficoltà del trend, che potrebbe invertirsi. E allo stesso modo, se il prezzo tende al ribasso e l’indicatore segnala l’opposto, la circostanza potrebbe segnalare un imminente rialzo del prezzo. 

L’indice direzionale medio

Misurare la forza e lo slancio di una trend è reso possibile dall’indice direzionale medio (ADX). In una scala determinata, quando questo è superiore ai 40 punti, si ritiene che il trend sia caratterizzato da una forte forza direzionale. Al rialzo o al ribasso, a seconda della direzione in cui si sta muovendo il prezzo. Quando questo è inferiore a 20, allora il trend è considerato debole. 

Assieme all’ADX possono poi essere associate le linee DI+ e DI-, che lavorano insieme per mostrare la direzione e lo slancio del trend. Quando l’ADX risulta sopra 20 e DI+ sopra DI-, allora il trend può essere interpretato rialzista, quando l’ADX risulta sopra 20 e DI- sopra DI+, il trend è al ribasso. Se invece l’ADX risulta minore di 20, allora il trend è debole. 

L’indicatore di Aroon

L’oscillatore Aroon è invece un indicatore tecnico utilizzato per misurare se un titolo è effettivamente in un trend e, nello specifico, per verificare se il prezzo sta raggiungendo nuovi massimi o minimi durante il periodo in analisi. Oppure può essere sfruttato per identificare quando è prevista l’inizio di una nuova fase di mercato. 

Comprende due linee: la Aroon-up e la Aroon-down. Quando la prima incrocia sopra la seconda, il segnale è di una possibile divergenza. Se l’Aroon-up raggiunge 100 e rimane relativamente vicino a quel livello mentre l’Aroon-down rimane vicino a zero, allora il trend è confermato rialzista. Al contrario, se Aroon-down incrocia sopra Aroon-up e rimane vicino a 100, ciò indica che il trend ribassista è in vigore.

Il MACD

L’indicatore della divergenza di convergenza della media mobile (MACD) è un ulteriore tool a disposizione dei trader, e serve per aiutarli a vedere la direzione del trend, nonché il suo slancio, fornendo al contempo tutta un’altra serie di segnali. 

Quando il MACD è superiore a zero, il prezzo è in una fase ascendente. Se il MACD è inferiore a zero, è entrato in un periodo ribassista. C’è la linea MACD e una linea di segnale, e quando la prima incrocia al di sotto della linea del segnale, questa indica come il prezzo stia scendendo. Al contrario, indica come il prezzo sia in aumento. 

Guardare da quale parte dello zero si trova l’indicatore aiuta a determinare quali segnali seguire. Ad esempio, se l’indicatore è sopra lo zero, questo può superare la linea del segnale per l’acquisto, mentre se è inferiore a zero può fornire il segnale per un possibile short. 

Indice di forza relativa

L’indice di forza relativa (RSI) si sposta tra zero e 100, tracciando i recenti guadagni di prezzo rispetto alle recenti perdite di prezzo. I livelli dell’RSI aiutano quindi a misurare lo slancio e la forza del trend.

Quando l’RSI si sposta sopra 70, l’asset è considerato “in bolla” e potrebbe diminuire. Quando l’RSI è inferiore a 30, esattamente l’opposto e potrebbe aumentare. Tuttavia, fare questa ipotesi è comunque rischioso, facendo propendere i trader ad aspettare che si ripresentino entrambe le fasi, per poi procedere con le operazioni. 

Inoltre, può sempre essere utilizzato per indicare una divergenza, spostandosi in direzione diversa rispetto a quella del prezzo, suggerendo un graduale indebolimento.

Infine, un ultimo utilizzo per l’RSI è l’indicazione del supporto e dei livelli di resistenza. Durante i trend rialzisti, un titolo manterrà spesso al di sopra del livello 30 e spesso raggiungerà 70 o oltre. Quando un titolo ha un trend al ribasso, invece, l’RSI in genere si mantiene al di sotto di 70 e spesso raggiunge 30.

Oscillatore stocastico

L’oscillatore stocastico è un indicatore che misura il prezzo corrente rispetto alla fascia di prezzo in un certo numero di periodi. Tracciato tra zero e 100, l’idea è che, quando la tendenza è in rialzo, il prezzo dovrebbe raggiungere nuovi massimi. In una tendenza al ribasso, il prezzo tende a fare nuovi minimi. Lo stocastico tiene traccia se questo sta accadendo.

Lo stocastico si muove su e giù in modo relativamente rapido poiché è raro che il prezzo raggiunga massimi continui, mantenendo lo stocastico vicino a 100, o minimi continui, mantenendo lo stocastico vicino a zero.

Durante un trend rialzista, quando l’indicatore scende al di sotto di 20 e risale al di sopra di esso, questo è un possibile segnale di acquisto. Ma i rialzi sopra 80 sono meno consequenziali perché si prevede di vedere l’indicatore spostarsi regolarmente a 80 e oltre durante un trend rialzista. Durante un trend al ribasso,  l’indicatore si sposta sopra 80 e poi scende al di sotto per segnalando un possibile short trade.


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