Il Fear index è ai minimi annuali: Bitcoin alla prova decisiva
Di Davide Grammatica
Il Crypto Fear and Greed Index, è crollato a quota “fear”: è il momento di fuggire o di rilanciare su un nuovo rialzo di Bitcoin?

Momento difficile per Bitcoin
Il sentiment degli investitori Bitcoin è sceso ai livelli più bassi dell’anno. Ma dopo giorni di volatilità e liquidazioni record, la prima crypto mostra anche dinamiche simili a quelle che in passato hanno preceduto rimbalzi ciclici e fasi di ripresa strutturale.
Per questo, in un momento complicato, non manca anche chi si dice ottimista sul futuro breve termine di BTC, a partire da Bitwise, che in un recente report ha segnalato nuove opportunità di accumulo.
Secondo il Crypto Fear and Greed Index, il sentiment complessivo del mercato crypto è crollato oggi a quota 24 punti (al livello “Fear”), il valore più basso degli ultimi 12 mesi, e in netto calo rispetto al punteggio 71 (“Greed”) registrato solo una settimana fa.
L’indicatore richiama fasi come quelle viste nel 2018 o nel 2022, e livelli simili a aprile 2025, quando Bitcoin era sceso momentaneamente sotto i $74k. Anche l’interesse su Google Trends per la parola chiave “Bitcoin” è ai minimi plurimensili, segno di raffreddamento dell’euforia retail dopo un primo semestre dominato dagli ETF e dai nuovi massimi storici.
Nell’ultimo Crypto Market Compass di Bitwise, tuttavia, gli analisti Max Shannon e Ayush Tripathi hanno spiegato come la recente correzione non sia sintomo di debolezza strutturale, ma di una fase di riassestamento tecnica amplificata da fattori macro.
“Il sell-off è stato innescato dalle rinnovate tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, che hanno spinto gli investitori globali a ridurre l’esposizione al rischio,” scrivono gli analisti. “La conseguente ondata di liquidazioni nei futures ha esaurito gran parte della pressione di vendita”.
Dragosch paragona la fase attuale a quella del “Yen carry trade unwind” dell’agosto 2024, quando la rimozione di leva eccessiva creò un nuovo punto d’ingresso per gli investitori long.
I fattori in gioco per una ripartenza
Anche i dati on-chain confermano in qualche modo la narrativa di un mercato in fase di riaccumulazione. Secondo Glassnode, gli indirizzi che detengono da 1 a 1.000 BTC hanno aumentato l’attività di acquisto negli ultimi giorni, compensando il calo di domanda da parte dei grandi wallet istituzionali.
La dinamica che suggerisce una ripresa della fiducia da parte degli investitori retail, e questo nonostante l’alta volatilità.
D’altra parte, il tutto è controbilanciato, secondo CryptoQuant, da un crescente flusso in uscita dai miner: circa 51.000 BTC ($5,7 miliardi) sarebbero stati trasferiti verso gli exchange in una settimana (il volume più alto da luglio).
Nonostante la pressione in uscita, Bitcoin resta stabile intorno ai $110k, segno che la domanda istituzionale sta probabilmente assorbendo l’eccesso di offerta. Questa combinazione (vendite forzate, sentiment sotto i piedi e accumulo silenzioso) può rappresentare però una transizione da capitolazione a riaccumulazione, tipica delle fasi di ripartenza del ciclo.
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