Inflazione e tassi: la BCE riflette
Di Gabriele Brambilla
Seppur i prezzi dei beni e dell'energia siano sotto controllo, l'inflazione di servizio continua a persistere. Ecco cosa ne pensano alcuni membri del board BCE
Il problema dell'inflazione di servizio
La corsa dei prezzi in Europa si è arrestata da tempo. Il costo dei beni, dell’energia e delle materie industriali è in totale controllo, con un’inflazione in molti casi addirittura inferiore al target del 2%.
Tuttavia, abbiamo comunque un problema a cui dover pensare: l’inflazione di servizio. Questo termine identifica l’aumento dei prezzi in specifici settori, appunto dei servizi; include quindi i trasporti, l’istruzione, lo svago, ma anche gli affitti. In un’epoca in cui i servizi sono capillari e i consumatori ne sono “affamati”, l’inflazione del comparto crea preoccupazioni ai portafogli delle persone, nonché agli addetti ai lavori.
Oggi, l’inflazione di servizio è fuori dai valori desiderati e si attesta intorno al 3%. Nonostante la lunga stagione dei tassi d’interesse gonfiati, il dato non è rientrato alla base. Adesso che i tassi si trovano su livelli più miti, in piena fase di taglio, c’è il dubbio che la crescita dei prezzi possa rilanciarsi.
Sulla questione, ma più in generale sui prossimi passi che compirà la BCE, si sono espresse diverse personalità chiave in ambito macroeconomico europeo. Scopriamo che cosa hanno detto.
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I punti di vista dei governatori
Cominciamo dal presidente della banca centrale francese, François Villeroy de Galhau. A suo avviso, la BCE dovrebbe adottare un agile pragmatismo sul tema dei tassi d’interesse, affermando che ci troviamo in una buona posizione, ma che questa non è fissa.
Villeroy de Galhau pensa che nel prossimo meeting sui tassi dell’euro sarà più probabile un taglio. Per la cronaca: i tassi sull’euro sono stabili da giugno, quando si registrò l’ultimo cut. Il percorso di riduzione è stato prudente ma costante, totalmente diverso rispetto all’approccio della Federal Reserve americana, che ha da poco iniziato.
Tornando alle personalità della banca europea, diverso il punto di vista di Joachim Nagel, presidente della Bundesbank e membro del Governing Council BCE. A suo avviso, non si dovrebbe apportare alcun cambiamento ai piani, dato che non ci sono delle novità in vista. Tradotto: i tassi dovrebbero restare sullo stesso livello.
Da sottolineare che il panorama macroeconomico è sotto pressione per la questione dei dazi, un tormentone che tiene in scacco le istituzioni e gli investitori da parecchi mesi.
Infine, spazio anche a Pierre Wunsch della National Bank of Belgium, di cui è governatore. Secondo la sua opinione, la possibilità di nuovi tagli da parte della BCE si è ridotta nelle ultime settimane anche grazie alla forza dell’euro.
Nel complesso, l’inflazione di servizio è mitigata dai dati positivi dell’inflazione su energia e beni. Addetti ai lavori e investitori stanno apprezzando le recenti notizie provenienti dall’Europa, compresi gli sviluppi positivi della crisi politica francese e le aspettative di crescita migliorate della Germania.
Resta comunque sul banco il nodo dei dazi, qualcosa che da un momento all’altro può scuotere (nel bene o nel male) economia e finanza.
Il prossimo meeting BCE sarà di certo interessante, appuntamento al 30 ottobre. I tassi partiranno dai seguenti valori:
- Deposit facility rate: 2.00%
- Main refinancing operations (MRO) rate: 2.15%
- Marginal lending facility rate: 2.40%