Inflazione Usa: più che Trump, Bitcoin guarda ai dati CPI di gennaio
Di Davide Grammatica
Ecco i dati CPI e Core CPI Usa riferiti al mese di dicembre: un appuntamento fondamentale per Bitcoin, tornato a dipendere da fattori “macro”
In attesa di Trump, i dati sull’inflazione Usa
Il movimento del prezzo di Bitcoin sembra essere dipeso, nelle ultime settimane, da fattori squisitamente macroeconomici, come i dati sul lavoro Usa, l’inflazione e il dollar index, a scapito della narrativa pro-crypto intorno alla figura di Donald Trump.
I dati CPI di gennaio, riferiti al dicembre 2024, sono stati attesi con particolare interesse proprio per questo motivo, poiché criterio fondamentale per analizzare l’approccio che assumerà la Fed in materia di politica monetaria.
In attesa dei dati sull’inflazione, il mercato crypto ha registrato un aumento della capitalizzazione totale dell’1,87% nelle ultime 24 ore, ma la volatilità potrebbe aumentare repentinamente nelle ore a seguito della pubblicazione.
Bitcoin, per esempio, segnala un forte guadagno sopra i $96k, ma in parallelo a una spinta dei volumi di trading del 23,76% in 24 ore proprio per l’appuntamento con i dati CPI: una correzione, quindi, potrebbe essere imminente.
Secondo le previsioni degli analisti, il CPI (yoy) doveva registrare un leggero aumento: 2,9% rispetto al 2,7% di novembre 2024. Come detto sopra, i dati sul lavoro negli Usa più positivi del previsto hanno aumentato le preoccupazioni rispetto al contenimento dell’inflazione.
E le aspettative sono state rispettate in tutto e per tutto:
CPI (yoy): +2,9%
CPI Core (yoy): +3,2%
Occorrerà ora vedere come si comporteranno gli investitori, in un contesto in cui a farla da padroni non sembrano più essere i “Trump trade”.
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