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Investimento diamanti: mito o realtà?

Di Gabriele Brambilla

Comprare un diamante con l'idea di investire: azione sensata o molto pericolosa? Ecco quello che devi sapere sull'investimento diamanti

Investimento diamanti: mito o realtà?

Diamanti sì, diamanti no?

Se ne parla da anni e vogliamo approfondire la questione anche sul nostro portale; ci riferiamo all’investimento diamanti, tendenza in essere da diverso tempo e che continua a richiamare nuovi capitali. Questo articolo si colloca nella serie sugli asset da investimento oltre quelli finanziari, dove abbiamo già parlato del mercato immobiliare e dell’investimento in Lego: dagli un’occhiata!

Quando si compone il proprio portafoglio si devono prendere in considerazione svariati fattori tra cui la propensione al rischio, gli obiettivi e i capitali in gioco. In questo senso, investire una parte del denaro in asset alternativi, come appunto i diamanti, può avere certamente senso.

Il problema però nasce quando si va all-in, oppure si spinge troppo l’acceleratore dell’allocazione su un singolo asset o un ristretto gruppo. Inoltre, sorgono complicazioni anche quando non si prendono in considerazione i contro di un dato investimento, facendosi magari ingolosire da false promesse di facili guadagni senza rischio. Spesso, la retorica del diamante gira proprio attorno a queste affermazioni.

In questo articolo tratteremo dei diamanti come investimento, partendo innanzitutto dalla loro natura e addentrandoci poi nelle varie considerazioni del caso. Parleremo anche di sicurezza e truffe, purtroppo molto diffuse. Al termine della lettura avrai le basi necessarie per fare delle valutazioni personali più consapevoli; in ogni caso, se vorrai considerare i diamanti nel tuo portafoglio, dovrai poi rivolgerti a una persona esperta e qualificata.

Investimento diamanti: introduzione

Prima di iniziare, giusto due parole su che cos’è un diamante. Come tutti sappiamo, si tratta di una pietra rarissima, che si estrae da apposite miniere in alcune aree del globo. Il maggior produttore mondiale è il Sudafrica, noto già dall’Ottocento per le immense ricchezze nascoste nel sottosuolo (oro incluso).

Il diamante è noto per l’estrema resistenza (è il minerale più duro che conosciamo) e ha svariate applicazioni che spaziano dall’industria alla gioielleria. Nell’immaginario collettivo è proprio quest’ultima la sede d’onore di questa preziosa pietra, utilizzata per creare anelli, orecchini e altri accessori tra i più desiderati. Non a caso, un’usanza comune è quella di regalare un anello di diamanti alla propria metà quando le si fa la proposta di matrimonio. Però, come appunto dicevamo, sono ampie anche le applicazioni industriali date proprio dalla resistenza del materiale.

I diamanti vengono scambiati globalmente e hanno delle vere e proprie borse dedicate. New York, Anversa e Londra sono tra le più note e forniscono le quotazioni in tempo reale, seppur generalmente è improbabile che si registrino movimenti importanti dei prezzi.

Ma quindi, perché investire in diamanti? Le motivazioni che si intrecciano sono principalmente due:

  • Diversificare: introducendo un asset molto differente da azioni, obbligazioni, titoli di Stato e persino criptovalute come bitcoin ed Ethereum, il portafoglio è maggiormente diversificato;
  • Proteggersi: data la scarsità e la resistenza al tempo, i diamanti vengono considerati da alcuni come un bene rifugio.

A questo punto, conosciamo meglio le caratteristiche dei diamanti, per poi concentrarci sull’investimento vero e proprio.

"Il diamante è il minerale più duro in assoluto, rarissimo e desiderato"

Le 4 C dei diamanti

Il valore di un diamante dipende dalle sue caratteristiche, ossia le “4 C”: Cut, Color, Clarity, Carat. Vediamole tutte quante, perché per investire è fondamentale optare per le gemme che posseggono specifiche caratteristiche.

Cut (taglio)

Il taglio di un diamante è in grado di valorizzarne al massimo la bellezza, così come di rovinarlo completamente. Tutto dipende da chi ha svolto la procedura: più c’è precisione, più potremo apprezzare le qualità naturali del minerale.

Color (colore)

Il colore influenza non poco il valore di un diamante. Le gemme più rare e ricercate sono quelle completamente trasparenti, con diversi mondi nel mezzo: diamanti rosa, rossi, blu, gialli e via dicendo, conosciuti in gergo come “fancy diamonds” e dalle molteplici sfumature. Nota importante: a volte il colore può distinguere particolarmente una gemma, rendendola quindi più accattivante alla vista; la regola della trasparenza vale, ma ha anche le sue eccezioni.

Clarity (purezza)

La purezza è un aspetto fondamentale nel determinare il valore di un diamante. Gemme prive di imperfezioni quali inclusioni, spaccature e via dicendo sono davvero rare. L’entità delle imperfezioni e la visibilità a occhio nudo o mediante apposite lenti è una delle chiavi per assegnare una cifra a uno specifico diamante.
La purezza è misurata mediante una scala che parte da flawless (pietra perfetta) e finisce con Included I3, la peggiore.

Carat (carati)

Eccoci all’ultimo elemento, ma non meno importante: la caratura, che in verità si valuta come prima cosa. Per chiarezza, 1 carato = 0,200 grammi di peso della gemma. Generalmente, gli investitori optano per i diamanti dal mezzo carato fino ai due, ma non c’è alcuna regola scritta: si può anche puntare a qualcosa di più modesto.
Tuttavia, teniamo in mente un fattore fondamentale: a parità di purezza, colore e taglio, un diamante di caratura superiore varrà più di un insieme di diamanti che ne pareggia la caratura.

"Carati, purezza, colore e taglio determinano il valore di un diamante"

Ha senso investire in diamanti?

A questo punto dobbiamo capire se ha senso investire in queste gemme.

Di base, il diamante ha tutte le carte in regola per essere un asset da investimento: raro, con casi d’uso, durevole, slegato dall’inflazione e, non da meno, non tassato. Hai capito bene: solitamente si paga solo l’IVA in fase di acquisto (a meno che non si comprino diamanti siti in zone franche), ma poi non vi è alcun capital gain.

Ok, quindi corriamo tutti a comprare diamanti come se non ci fosse un domani? Calma, non abbiamo finito, dobbiamo considerare i punti a sfavore.

Innanzitutto, acquistare un diamante non è una procedura così semplice. Le strade a disposizione sono diverse, ma la maggior parte delle persone si rivolge alle banche che, a loro volta, si appoggiano a società specializzate esterne. Il problema è che spesso le banche rivendono le gemme ai clienti a caro prezzo, danneggiando in partenza le possibilità di successo dell’investimento. Ogni tanto si può leggere di questi fatti anche sui quotidiani: istituti bancari, anche rinomati, che vendono a prezzi gonfiati i diamanti, portando i clienti a ingenti perdite e non ai tanto desiderati (e promossi-promessi) guadagni. Già, perché oltre a questo danno, le banche tendono a promuovere direttamente questa asset class, definendola come “sicura” e talvolta “dai guadagni certi”. Non è un caso se negli anni sono arrivate diverse sanzioni da parte dell’Antitrust; un esempio risale al 2018, quando furono multate Unicredit, MPS e Banco BPM, non le ultime arrivate.

Come possiamo evitare le pratiche scorrette e il conflitto di interessi delle banche? Esistono delle alternative, ma anche qui dobbiamo stare con le antenne ben dritte.

Innanzitutto, potremmo consultare le valutazioni del mercato e capire se l’istituto bancario a cui ci siamo rivolti sta “giocando sporco”. Se tutto dovesse essere a posto, potremmo aver già concluso le ricerche.

Un alternativa sono gli operatori specializzati, chesul mercato abbondano. Tuttavia, al fianco di quelli effettivamente affidabili fioriscono le tante truffe o società che non fanno della serietà il tratto distintivo. Alcuni di questi operano addirittura su canali non convenzionali come i portali di compravendita generica online: una cosa assurda se ci pensiamo.

La vigilanza in materia ha le mani semi-legate. La Consob può infatti intervenire solo in determinate situazioni e gli operatori scorretti cercano di muoversi negli spazi grigi. Vi è poi chi sta addirittura nel nero totale, come le “società” di investimento in diamanti che danno vita a veri e propri Schemi di Ponzi. Per non parlare delle problematiche legate all’antiriciclaggio. In tutti questi casi fuori dalla legalità, ovviamente le istituzioni intervengono, ma quando la bomba scoppia è quasi sempre tardi.

Insomma, i diamanti per investimento hanno certamente senso, anche perché ricoprono questo ruolo da secoli. Tuttavia, bisogna rivolgersi a operatori qualificati, richiedere tutti i certificati del caso in merito alle gemme che intendiamo acquistare e considerare anche altri fattori, tra cui dove tenere i diamanti e la non liquidità. Infatti, molti investitori non pensano a un grande problema: i diamanti non sono rivendibili in uno schiocco di dita; se poi ci si mettono situazioni di mercato particolari, potremmo faticare a rivendere al prezzo desiderato, erodendo parte del guadagno o addirittura andando in perdita.

La morale è sempre la stessa: studiare, pianificare e appoggiarsi a veri esperti in materia. Così facendo si minimizzano i rischi (che comunque ci sono sempre) e si aumentano le possibilità di successo.

"Se ci si muove correttamente, l'investimento in diamanti può avere senso"

È sicuro investire in diamanti?

Abbiamo praticamente già risposto a questa domanda, ma vogliamo essere più chiari possibili. La sicurezza, come in qualsiasi altro investimento, non è mai al 100%, ma possiamo lavorare per fare in modo che sia più vicina possibile a questo numero.

Tra le cose da tenere d’occhio quando si parla di comprare un diamante per investire spiccano la potenziale illiquidità, l’autenticità, il prezzo di acquisto, la detenzione al sicuro e le eventuali commissioni. Diffidare sempre di chi promette guadagni certi e sicuri: nel migliore dei casi è una pratica commerciale scorretta, nel peggiore può essere una vera e propria truffa.

Considerazioni etiche

Ecco un punto spesso trascurato ma che per molti potrebbe avere notevole importanza: l’etica.

Il diamante è un minerale che richiede un’estrazione invasiva del sottosuolo, comportando diverse problematiche sul piano ambientale e umano.

Sul primo punto, come ogni processo estrattivo, anche questo implica inquinamento e distruzione del territorio. Un esempio famoso è il Big Hole di Kimberley in Sudafrica (vedi foto qui sotto), un tempo tra i più noti luoghi di estrazione del prezioso minerale. Le miniere sono solitamente a cielo aperto o a pozzo e, se il giacimento è primario (diamanti presenti nella roccia madre, la kimberlite) è necessaria tantissima acqua per le operazioni di scavo.

Oggi il Big Hole ospita un lago ed è una metà irrinunciabile per i turisti di passaggio nell’area. Non sempre però le cicatrici hanno questo finale positivo.

Parliamo ora delle problematiche umane, decisamente peggiori e che esistono ancora oggi.

In primis, dobbiamo parlare delle condizioni di lavoro dei minatori, spesso persone povere e obbligate a svolgere questo mestiere. Sottopagati e privi delle basilari norme di sicurezza sul lavoro, i minatori sono degli expendables a tutti gli effetti. Non tutti i diamanti sono estratti senza rispettare le persone, sia chiaro; esiste però la possibilità che sia così.

Poi, attenzione anche ai blood diamonds, ossia le gemme che provengono da aree di conflitto e che finanziano guerre e terrorismo. Per rimediare a questo problema esiste il Kimberley Process, una certificazione volontaria che garantisce al compratore che il diamante non è “insanguinato”. Però, il Kimberley Process non dà garanzie sulle condizioni lavorative menzionate poco fa. Per approfondire, rimandiamo a un contenuto dedicato di Geopop.

Gli investimenti dovrebbero tenere conto anche dell’eventuale impatto negativo sul pianeta. Attenzione quindi alla provenienza dei diamanti e, se possibile, scegliamo prodotti corredati da certificazioni e rispettosi degli standard di sostenibilità.

Considerazioni etiche

Dove comprare diamanti?

Abbiamo menzionato genericamente gli operatori specializzati e ce ne sono veramente tanti. A loro si uniscono banche, società meno definite, broker e tanti altri attori.

Sicuramente NON dobbiamo acquistare un diamante allo scopo di investire da:

  • Banche che applicano prezzi fuori mercato. Può essere utile consultare i listini delle borse menzionate in precedenza, ma ricordiamo che il mercato non ha quotazioni precise come quelle dell’oro e le 4C incidono enormemente sul valore di una specifica gemma;
  • Operatori specializzati che non ci convincono del tutto. Qui dovremo ricorrere al buon senso e vedere se si alza qualche red flag; banalmente, le false promesse possono essere una bandiera rossa non di poco conto;
  • Altre società ancor più fumose. Queste realtà si riconoscono piuttosto facilmente da pratiche di marketing aggressive, a volte multilivello e che possono sfociare, nei casi estremi, negli schemi piramidali;
  • In generale, evitiamo i nomi non specializzati e privi di una storia consolidata. Sì a buoni pareri dei consumatori e “fedina penale” pulita;
  • Le gioiellerie. I diamanti utilizzati in questo campo non sono adatti all’investimento. Sconsigliamo quindi di acquistare anelli, orecchini e simili con l’idea di investire: non ne vale la pena e, per giunta, i prezzi comprendono lavorazioni, marketing, esclusività del brand e altro ancora;
  • Bonus: i compro oro. Questi luoghi potrebbero non fare al caso nostro, soprattutto se non siamo esperti. Meglio passare da operatori qualificati e affidabili, che rilasciano tutte le certificazioni di autenticità del caso.

Consigliamo di rivolgersi a un consulente finanziario esperto nel campo. Inoltre, invitiamo a informarsi su certificati e produttori anche mediante l’Istituto Gemmologico Italiano, la massima autorità in materia nel nostro Paese.

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