PIC e PAC di criptovalute: cosa sono e quale scegliere

PIC e PAC rappresentano i due metodi di acquisto di criptovalute più diffusi e semplici: conosciamoli e impariamo a scegliere

PIC e PAC di criptovalute: cosa sono e quale scegliere

L'importanza della pianificazione negli investimenti in criptovalute

PIC e PAC sono i metodi di composizione del portafoglio più facili e diffusi.

Qui ne tratteremo in ottica crypto ma possono essere applicati anche ad altri campi.

Per essere valido e profittevole, ogni investimento deve fondarsi su alcuni pilastri. Uno di questi, trascurato da numerosi investitori, è la pianificazione.

Non è sufficiente individuare e analizzare un buon asset per avere il guadagno futuro: è fondamentale impostare anche una corretta strategia di acquisto dello stesso.

Troppo di frequente si vedono persone comprare ai massimi storici, presi dalla frenesia del momento. Altrettanto spesso assistiamo a massicce vendite degli stessi (ovviamente in rosso).

Ma come, se un investimento è buono come fanno a perderci? risposta facile: l’operatività è casuale, priva di un’accurata pianificazione.

Come in tante altre cose, il potenziale non è mai sufficiente.

In questo approfondimento andremo alla scoperta di PIC e PAC, li metteremo a confronto e vedremo qual è il metodo migliore per investire in criptovalute (e non solo).

Rimuovendo la casualità, i nostri capitali saranno maggiormente tutelati e avremo migliori probabilità di successo.

Iniziamo!

PIC: Piano di Investimento di Capitale

Il Piano di Investimento di Capitale è davvero facile da spiegare: è l’investimento di una determinata somma in un’unica soluzione.

Vogliamo investire 1000€ in Bitcoin? li versiamo su un exchange e lo compriamo, fine.

Il PIC è molto diffuso e spesso le persone non sanno neanche che abbia questo nome.

Questo metodo di acquisto non deve però essere sinonimo di mancanza di pianificazione. Mettiamo due esempi a confronto.

Nel primo caso, vediamo che Solana è in continua crescita e le candele verdi fanno a pugni per decretare quale sia la più lunga.
Ci precipitiamo a versare i nostri risparmi su Crypto.com e acquistiamo la coin (magari anche usando la carta di credito e pagando le salatissime fee).
In linea teorica, ciò che abbiamo appena fatto è un PIC.
Qualche giorno dopo SOL precipita. In poco tempo lascia per strada il 40% e noi abbiamo perso parecchio del capitale iniziale. Sconsolati, completiamo l’opera vendendo la coin in perdita.
La mancanza di pianificazione ci lascerà una bella ferita.

Nel secondo caso, seguiamo Solana da tempo e approfittiamo di un momento di ritracciamento per investire un discreto capitale, depositato già da tempo sull’exchange.
La coin salirà e scenderà; però, sapendo che il valore intrinseco è elevato, non ci muoveremo di un millimetro finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo.
Anche in questa occasione abbiamo fatto un PIC. Notiamo però le differenze: la conoscenza ci ha portato a pianificare un ingresso al raggiungimento di uno specifico prezzo. Certo, non c’era alcuna garanzia sul ritorno della coin a quel determinato livello. Questo è però il rischio più grande che potremmo correre in questa fase, nulla di più.

I due esempi appena citati vanno oltre il PIC e fotografano le dinamiche a cui il mercato assiste ogni giorno.

Se abbiamo un capitale da investire in un’unica soluzione, l’operazione si chiama PIC.

Il panorama crypto è già abbastanza burrascoso: facciamo in modo che sia tutto pronto e pianificato, così da metterci in una situazione favorevole.

"Un PIC ben fatto esclude la casualità e necessita una buona pianificazione"

PAC: Piano di Accumulo del Capitale

Rispetto a quanto abbiamo appena visto, il PAC è un modo totalmente diverso di investire.

In questo caso, la pianificazione è davvero la protagonista della scena.

Il Piano di Accumulo del Capitale prevede degli ingressi dilazionati nel tempo. Ad esempio, potremmo decidere di investire 100€ in Ether ogni 15 del mese.
Attenzione: la programmazione è fondamentale e si deve essere precisi e puntuali.

I vantaggi del PAC sono molti, vediamoli.

Innanzitutto, “rateizzando” l’investimento non dobbiamo obbligatoriamente girare ingenti capitali in una soluzione. In questo modo, chiunque può operare secondo le proprie possibilità.

Il PAC consente inoltre di mediare il prezzo di carico, diminuendo la rischiosità.
Il mese 1 l’asset ha un prezzo di 10€ e in quello successivo sarà di 5. Il nostro prezzo medio di carico è pari a 7,5€. Investendo 100€ al mese, alla fine del secondo avremo un capitale totale di 150€ (30 esemplari dell’asset in tutto).
Se avessimo optato per un PIC da 200€, acquistando a 10€ ci ritroveremmo maggiormente in perdita al termine del mese 2: 100€ (20 esemplari dell’asset in tutto).
Ovviamente dipende dai casi ma, numeri alla mano, il PAC è la soluzione più sicura con un asset dal buon potenziale.

Inoltre, esso è agnostico al prezzo. Se la coin su cui stiamo investendo ha un futuro luminoso, poco ci importa di quanto il valore stia salendo o scendendo.
Ovviamente, la sua applicazione è consigliata agli investitori sul lungo periodo: non avrebbe senso fare un PAC per poi vendere tutto pochi mesi dopo.

Vi è però una nota dolente: le spese. Il Piano di accumulo prevede numerosi ingressi e bisogna tenere conto dei costi che essi comportano.
Per versare i fondi, optiamo sempre per il bonifico ed evitiamo le carte di credito.
Quanto alle commissioni, fortunatamente quelle degli exchange di criptovalute sono contenute. Inoltre, sfruttando i referral si beneficia di ottimi sconti.

Ecco un video in cui parliamo nel dettaglio del PAC e ne valutiamo i risultati.

PIC o PAC? scelta e fusione

Siamo al culmine dell’articolo: quale soluzione scegliere? beh, dipende 🙂

Il PIC è adatto a chi dispone di un capitale ingente e desidera entrare immediatamente nei giochi.
Si consiglia comunque di fare una buona analisi tecnica, così da evitare ingressi in situazioni di pump estremo, sempre pericolosissimi.
In aggiunta, i fondamentali vanno sempre studiati con attenzione, altrimenti non si parla più di investimento ma di puro gambling.

Il PAC è la soluzione ideale per chi non ha a disposizione un capitale significativo di partenza.
Non solo: il piano di accumulo è perfetto anche per gli investitori dotati di fondi ingenti ma non propensi a versarli tutti d’un fiato.
In generale, il PAC consente una migliore pianificazione e una buona mitigazione dei rischi.

I due metodi sono inoltre combinabili: è possibile girare subito una discreta somma su un asset e proseguire ad acquistarlo mediante un piano di accumulo. Questa scelta è molto valida e rappresenta un buon compromesso per tutti.

Sono inoltre attuabili ulteriori soluzioni ibride. Ad esempio, si può acquistare Bitcoin con un PIC, proseguire con un PAC e poi decidere di attuare un altro PIC in un momento particolarmente favorevole.

Il punto fondamentale da ricordare è questo: bisogna tenere traccia dei versamenti e sapere esattamente come sta andando la strategia adottata. In questo modo saremo in grado di apportare eventuali modifiche e ottimizzare il nostro investimento.

"PIC e PAC possono essere combinati, beneficiando così dei loro punti di forza"

Investire con efficacia nelle criptovalute

PIC e PAC sono metodi semplici da capire e immediatamente applicabili.

Il primo prevede un unico acquisto della criptovaluta prescelta.

Il secondo invece spalma gli ingressi nel tempo e media il prezzo di carico.

Ogni investitore può decidere quale utilizzare o eventualmente come combinarli: non c’è una verità assoluta.

Conoscenza della coin e pianificazione sono i veri protagonisti e consentono di ottenere migliori performance nel tempo.

Concludendo, ricordiamo sempre che stiamo parlando di investimenti. Dovremo quindi avere pazienza e operare sul lungo periodo, indipendentemente dal metodo di ingresso per cui abbiamo optato.

PIC e PAC sono solo l’inizio: in questo video troveremo strategie più evolute…buona visione!


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