La denuncia di Coinbase: “C’era un piano per fermare le crypto”
Di Davide Grammatica
Coinbase ha svelato le prove di un tentativo della Federal Deposit Insurance Corp. di ostacolare l’adozione di prodotti crypto da parte delle banche Usa
L’intimazione alle banche di ignorare le crypto
L’elezione di Trump negli Usa è stata l’occasione per più parti dell’industria crypto di prendersi una rivincita. Non si tratta solo del prezzo di Bitcoin arrivato a superare i $100k, ma di tutta una rete amministrativa che potrebbe essere “ribaltata” a favore di un settore per lungo tempo ostracizzato.
Lo sa bene, specialmente negli Usa, Coinbase, che infatti in queste ore ne ha approfittato per togliersi qualche sassolino dalla scarpa.
Il Chief Legal Officer di Coinbase, Paul Grewal, ha infatto condiviso le prove di un palese tentativo effettuato dal Federal Deposit Insurance Corp. di escludere le società crypto dalle opportunità offerte dal settore bancario.
Proprio dalla battaglia legale tra il cex e il FDIC, alcune lettere svelerebbero come il regolatore avesse ordinato alle banche, intorno al 2022, di non gestire alcuna attività basata sulle criptovalute. Se vuoi essere aggiornato in tempo zero sugli aggiornamenti relativi alle normative dedicate alle criptovalute, puoi trovarli quotidianamente sul nostro canale TELEGRAM.
L’epilogo della battaglia anti-crypto
I documenti in questione, per quanto censurati, dimostrerebbero il tentativo dell’autorità di regolamentazione bancaria di frenare l’adozione dei prodotti crypto. “Vi chiediamo rispettosamente di sospendere tutte le attività relative alle criptovalute”, si leggerebbe in uno dei documenti condivisi dall’exchange.
“Questi documenti dimostrano che le nostre non erano teorie del complotto”, ha dichiarato Grewal in un’intervista a CoinDesk. “C’era un piano concreto da parte della FDIC per negare i servizi bancari a un’industria americana legale”.
Le attività crypto proposte da numerose società bancarie non sarebbero riuscite a ottenere l’approvazione a causa di richieste di conformità impraticabili, visto che queste ultime non erano mai state definite. E l’agenzia non sarebbe mai stata in grado di comunicare nemmeno quali documenti sarebbero dovuti essere richiesti per il via libera all’attività.
Il prossimo passo, per Grewal, sarà quello di richiedere a un tribunale federale di identificare le istituzioni dietro alla posizione della FDIC, per svelarne in maniera definitiva le vere motivazioni.
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