Legge extraprofitti: numeri da rug pull per le banche italiane
Di Davide Grammatica
Dopo l’annuncio del governo italiano di una tassa sugli extraprofitti, assimilabile a una nuova aliquota del 40%, i titoli bancari sono crollati
Crollano i titoli bancari
Il governo italiano ha deciso, nelle ultime ore, di tassare gli extraprofitti delle banche, in risposta alle difficoltà delle famiglie rispetto ai mutui o alla più generale pressione fiscale.
La misura rientra nel “decreto Asset”, e consiste in un’imposta straordinaria, assimilabile a una nuova aliquota del 40%, da applicare sugli “extraprofitti” fino alla fine del 2023. E con “extraprofitto”, nello specifico, si intende il margine (di profitto, appunto) derivato da un interesse in eccesso (superiore al 3-6%) rispetto all’anno precedente.
L’operazione è stata giustificata anche per contrastare l’attività della BCE, individuata come principale responsabile dell’innalzamento dei tassi (arrivati al 4,25%) e, conseguentemente, del “costo del denaro” per famiglie e imprese.
Secondo un’analisi del sindacato First Cisl, infatti, chi avesse sottoscritto un mutuo a tasso variabile da 126mila euro in 25 anni dovrebbe pagare 2.300 euro in più di interessi all’anno.
Gioca a favore della manovra il fatto che le cinque maggiori banche italiane (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Bper, Banco Bpm e Mps), abbiano registrato una crescita media nei margine di interesse del 57,6% rispetto ai sei mesi precedenti. Si parla di una differenza di 6,5 miliardi di euro, per la quale la nuova aliquota potrebbe portare nelle casse dello stato circa 2,6 miliardi di euro.
Il primo risultato raggiunto, ad ogni modo, è il crollo repentino dei titoli bancari, che hanno aperto la giornata con numeri da “rug pull” e percentuali che di solito si rintracciano solo nel mercato crypto.
I grandi attori di Piazza affari si sono mostrati in tutta la loro difficoltà. Tra i pià importanti, Intesa Sanpaolo, per esempio, ha perso l’8% nelle ultime 24 ore, mentre Unicredit il 6,8%. Numeri ancora peggiori sono invece stati registrati da Bper (-11%) e Banco Bpm (-9%).
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