Con una nuova legge, l’Ue giudica le crypto come asset “a massimo rischio”
Di Davide Grammatica
Secondo un nuovo disegno di legge presentato in Ue, le banche saranno costrette ad attribuire alle crypto una ponderazione del rischio di massimo livello.
Crypto asset a massimo rischio
In base a un disegno di legge pubblicato nei giorni scorsi dal Parlamento europeo, le banche dell’Unione saranno obbligate ad attribuire alle crypto una ponderazione del rischio di massimo livello.
Le nuove regole potrebbero, in questo senso, determinare un nuovo modo di interagire da parte del settore finanziario nei confronti delle risorse digitali in Europa. E in base all’accordo, le banche dovrebbero rivelare la loro esposizione diretta e indiretta alle criptovalute.
“Il coinvolgimento potenzialmente crescente delle istituzioni finanziarie nelle attività relative alle criptovalute dovrebbe essere ampiamente riflesso nel quadro prudenziale dell’Unione”, si legge nel testo pubblicato dal Committee on Economic and Monetary Affairs. “Al fine di mitigare adeguatamente i rischi di questi strumenti per la stabilità finanziaria delle istituzioni, e alla luce dei recenti sviluppi negativi nei mercati crypto”.
Di conseguenza, è stata proposta una ponderazione del rischio tanto alta da limitare consistentemente gli incentivi per le banche a detenere criptovalute, anche perché, a differenza di altri asset, queste dovrebbero anche detenere il capitale necessario per eguagliare la quantità di criptovalute di cui dispongono.
Inoltre, il disegno di legge chiederebbe anche alla Commissione di proporre un’ulteriore legislazione per implementare gli standard patrimoniali internazionali stabiliti dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria, che entrerà in vigore nel gennaio 2025.
Requisiti patrimoniali per le criptovalute
Più nello specifico, i requisiti patrimoniali delineati dal Comitato di Basilea sarebbero impostati per differire a seconda del tipo di asset crypto esaminato.
Bitcoin (BTC) ed Ethereum (ETH), le più note, sarebbero da considerarsi criptoasset del “gruppo 2”, a sua volta suddiviso in due sottogruppi: il gruppo A, che copre le partecipazioni in criptovalute effettuate tramite ETF o altri derivati, e il gruppo B con le rimanenti. E proprio al gruppo B verrà assegnato una ponderazione del rischio di massimo livello.
Tuttavia, altre crypto come le stablecoin, rientrerebbero in requisiti patrimoniali inferiori, rientrando nel gruppo 1.
Inoltre, ci sarebbero rigide limitazioni sulla percentuale di attività crypto del “gruppo 2” che le banche potranno detenere nei propri bilanci.
L’esposizione totale di una banca alle attività crypto non dovrà infatti superare il 2% del capitale della banca, e dovrebbe generalmente essere inferiore all’1%.
A quanto pare, i recenti sviluppi del mercato crypto hanno reso urgente mitigare il rischio proprio di tutto il settore, tanto da affermare come “le regole prudenziali esistenti non siano progettate per coprire adeguatamente i rischi inerenti alle criptovalute”.
Seguici sul nostro canale YouTube per corsi gratuiti di trading e video di analisi approfonditi, e su Telegram per rimanere sempre aggiornato su tutto ciò che muove il mercato crypto in tempo reale!