MetaMask risponde al caso sulle fee trattenute agli utenti
Di Davide Grammatica
ConsenSys, società a capo di Metamask, ha smentito le voci intorno alle presunte trattenute del wallet sulle fee di transazione degli utenti
Il caso MetaMask
ConsenSys, la società crypto dietro MetaMask, ha smentito le voci secondo cui il wallet tratterrebbe delle fee sulle transazioni degli utenti, confermando di non riscuotere alcuna tassa.
Sulla questione era scoppiato un vero e proprio caso, amplificato nelle ultime ore dai canali social.
L’azienda ha affermato di essere a conoscenza dei vari tweet FUD in circolazione, e ha denunciato l’inesattezza di alcune informazioni sui termini di servizio.
“Chiariamo una cosa in anticipo: MetaMask NON riscuote fee sulle transazioni crypto, e non abbiamo apportato alcuna modifica ai nostri termini per farlo”, si legge nel comunicato ufficiale di ConsenSys. “Questa affermazione è falsa”.
Tutta la questione nasce da uno screenshot condiviso dei termini e delle condizioni d’uso di MetaMask. Alla sezione 4.3, “Imposte”, si legge infatti: “Ci riserviamo il diritto di trattenere le tasse ove richiesto”. La community ci ha messo poco per scaldarsi, ed è nato un vero e proprio putiferio.
ConsenSys chiude la questione
Tuttavia, la risposta di ConsenSys non ha tardato ad arrivare, e si è sottolineato come i termini a cui si fa riferimento non siano nuovi.
“La sezione fiscale nei nostri termini di servizio rientra nella sezione ‘commissioni e pagamenti’, e riguarda esclusivamente i prodotti e i piani a pagamento offerti da ConsenSys”, ha dichiarato la società. “Ad esempio, Infura ha abbonamenti per sviluppatori di carte di credito che includono l’imposta sulle vendite”.
Inoltre, la sezione fiscale non si applicherebbe a MetaMask, così come a qualsiasi prodotto che non comporti l’imposta sulle vendite.
A prescindere dall’episodio, non è però la prima volta che MetaMask si trova in difficoltà rispetto ai termini di ConsenSys.
A novembre 2022, per citare un caso, una politica sulla privacy di ConsenSys aggiornata aveva rivelato come Infura (suite dApp per Ethereum) avrebbe raccolto più dati, inclusi gli indirizzi IP degli utenti e le transazioni ETH.
Questo aveva suscitato indignazione per quello che viene pubblicizzato come un wallet decentralizzato, e l’azienda è stata costretta ad aggiornare la sua politica di privacy in risposta al contraccolpo pubblico.
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