NFT: guadagnare dalle royalty di Justin Bieber? Oggi si può
Di Davide Grammatica
Il producer di Justin Bieber sta vendendo le royalty della canzone “Company" come NFT, e si possono comprare da AnotherBlock
J. Bieber, NFT e royalties
Il producer di Justin Bieber, Andreas “Axident” Schuller, ha lanciato la vendita delle royalty della canzone “Company” in forma di NFT. O in altre parole, NFT che garantiranno ai proprietari una percentuale delle future royalty di streaming della hit.
L’operazione è fatta in collaborazione con AnotherBlock, una piattaforma musicale basata su blockchain, e consiste nel vendere una parte dei diritti di streaming tramite 2mila NFT mintati su Ethereum.
Ogni non-fungible-token sarà disponibile all’acquisto a partire da 0,017 ETH, e concederà a ogni holder lo 0,0005% dei futuri proventi di streaming generati da società quali Apple Music, Tidal e Spotify. I pagamenti delle royalty, invece, verranno effettuati ogni sei mesi,
“Company” è stata pubblicata nel 2015, fa parte di “Purpose”, quarto album dell’artista canadese e nominato ai Grammy Awards, e ha collezionato, ad oggi, più di 500 milioni di ascolti solo su Spotify.
“La fusione tra blockchain e diritti musicali apre le porte a un regno completamente nuovo sia per i detentori dei diritti sia per gli appassionati”, ha dichiarato Schuller. “Questo approccio è democratico e rappresenta il futuro, in quanto la proprietà di una canzone ha un peso molto maggiore del suo valore monetario, ed è sempre stata fuori dalla portata dei fan”.
AnotherBlock, in verità, non è nuova a queste nuove soluzioni di business Web3. Precedentemente ha infatti già venduto royalty per canzoni di artisti quali Rhianna, David Guetta e Martin Garrix.
Bieber, invece, non è coinvolto direttamente nella vendita della quota dei diritti, ma non è nemmeno nuovo al mondo Web3, possedendo, tra le altre cose, anche un celebre Bored Ape Yacht Club (BAYC).
La vicenda è anche il sintomo del continuo sviluppo della tecnologia NFT in ambito musicale, dimostrato, per esempio, anche dai recenti investimenti (16 milioni di dollari) nella piattaforma Royal, da parte del musicista Justin “3LAU” Blau. La stessa azienda, a febbraio, aveva affermato di aver pagato ben 130mila dollari in royalties ai suoi utenti.
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