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Order book: cos'è e come funziona

Di Gabriele Brambilla

Quando si utilizzano gli exchange, soprattutto centralizzati, l'order book crypto è una delle certezze che si incontrano. Ma che cos'è?

Order book: cos'è e come funziona

Introduzione all'order book

L’order book è uno degli strumenti di base che trader e investitori dovrebbero ben conoscere.

Tipico del mondo finanziario tradizionale, l’order book è ben presente anche nel mondo crypto, soprattutto tra gli exchange centralizzati. Esistono però anche alternative decentralizzate che lo adottano e impiegano per gestire le operazioni.

Di che cosa si tratta? Lo scopriamo in questo breve ma utile approfondimento.

Come funziona un order book?

Di fatto, l’order book è ciò che suggerisce il nome stesso: un “libro” su cui sono annotati gli ordini di vendita e acquisto. Ad esempio, immaginando l’order book su bitcoin di un determinato exchange, potremmo avere:

Ordini di acquisto:

  • 27.000 x 1
  • 27.100 x 0,5
  • 27.120 x 0,01

Ordini di vendita:

  • 27.000 x 0,5
  • 27.150 x 1
  • 27.230 x 0,03

Chiaramente questo esempio è di molto semplificato; infatti, l’order book di un exchange di successo ospita migliaia di ordini in ambo i sensi. L’obiettivo finale è far incontrare domanda e offerta e favorire il regolare svolgimento delle operazioni e, di conseguenza, del mercato stesso.

Diamo uno sguardo a un vero order book:

order book binance

Ecco una cattura di schermata dell’order book di Binance, uno dei più grandi exchange crypto in circolazione.

In rosso troviamo gli ordini di vendita, mentre in verde quelli in acquisto. Il numero consiste nello specifico prezzo che compratori o venditori hanno indicato. A ogni riga troviamo poi l’ammontare (in questo caso in BTC) e il valore nella stablecoin USDT (e quindi in dollari americani).

Più ci si avvicina all’area di confine tra vendite e acquisti, cioè l’area al centro, minore sarà la forbice che separa i due mondi. Per l’appunto, domanda e offerta si incontrano.

Ma quindi, come funziona?

Acquistando o vendendo a mercato non entriamo a far parte dell’order book, ma prendiamo il prezzo disponibile in quell’esatto momento. In gergo tecnico, siamo dei taker.

Questa operatività va benissimo per piccole somme, ma diventa pericolosa quando si alza il tiro.

Immaginiamo di voler vendere 1 BTC a 30.000 dollari. L’order book ha però ordini in acquisto a quella cifra per mezzo BTC, dopodiché si passa a 29.000 (è un esempio e le cifre sono assolutamente a caso). Vendendo a mercato, al meglio, il nostro ordine verrà completato in questo modo:

  • 0,5 BTC a 30.000$, proprio come volevamo;
  • 0,5 BTC a 29.000$, comportando una perdita rispetto le aspettative.

Come evitare questo scenario? Semplice: inserendo degli ordini a cifre ben stabilite, entrando così a far parte dell’order book (in gergo, facendo i maker). In questo modo non rischieremo di incassare perdite, anche se potremmo non riuscire a veder completato l’ordine.

Insomma, la coperta può essere troppo corta, anche se difficilmente ciò accade con cifre contenute.

Come vedere gli order book?

Ogni interfaccia avanzata di un exchange mette in bella mostra l’order book. Il motivo? Si tratta di uno strumento indispensabile per trader e investitori in quanto rivela l’andamento del mercato e i possibili sviluppi nel brevissimo termine.

È poi possibile personalizzare l’interfaccia per renderla più adatta alle proprie esigenze, così da non perdere neppure un’occasione.

"Ogni interfaccia avanzata di un exchange mette in bella mostra l'order book"

Order book vs pool di liquidità

Mettiamo a confronto due strumenti completamente opposti.

L’order book l’abbiamo inquadrato: è un “libro” che annota i vari ordini e fa incontrare le persone che li inseriscono.

All’opposto c’è invece il pool di liquidità, su cui si fondano gli exchange decentralizzati. In questo caso, non esiste alcun libro e le parti non si incontrano direttamente.

Per ogni coppia di scambio, come BTC/ETH, si creano dei pool (diciamo dei contenitori), in cui le persone depositano bitcoin ed Ether in pari valore. Ad esempio, versando 1.000$ nel pool, 500 saranno in BTC e 500 in ETH. Esistono eccezioni, ma la maggior parte dei LP si basa su queste proporzioni.

A questo punto, chi volesse convertire BTC per ETH, o viceversa, attingerà dal pool, pagando in cambio una commissione per il servizio. Questo meccanismo è di base e incontra poi evoluzioni che non tratteremo per questioni di complessità.

Il risultato finale di una transazione di questo tipo è il seguente:

  • L’utente che effettua lo scambio ottiene ciò che vuole in pochi istanti;
  • L’exchange incassa una commissione per il servizio, generando il proprio guadagno;
  • Chi deposita i fondi nel pool, ossia il liquidity provider, riceve una parte della commissione come ricompensa per aver messo a disposizione il proprio denaro. Ovviamente la somma potrà essere recuperata in qualsiasi momento, rispettando eventualmente i tempi di sblocco prestabiliti.

Il pool di liquidità è innovativo e interessante, ma incontra due grandi limiti.

Innanzitutto, se il pool è vuoto, difficilmente gli utenti potranno effettuare degli scambi agevoli. Per questo motivo, i DEX offrono incentivi di varia natura per attrarre i liquidity provider.

Poi, in particolari condizioni di mercato, il pool può squilibrarsi troppo verso un asset e causare perdite ai fornitori di liquidità.

Oggi esistono pool in grado di equilibrarsi automaticamente e in tempi brevissimi. Tuttavia, quando i movimenti sono repentini, il pericolo resta.

Quindi, meglio order book o pool di liquidità? Entrambi i sistemi funzionano e non c’è un vincitore.

L’order book ha una lunghissima storia sulle spalle ed è alla base anche di mercati ben più strutturati di quello crypto, come quello azionario.

I pool di liquidità sono un’invenzione recente e dall’alto potenziale, anche se richiedono ancora una certa messa a punto.


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