OTC nei mercati finanziari: che cos’è e perché è importante
Di Gabriele Brambilla
Sentiamo parlare spesso di OTC, Over The Counter, ma di cosa si tratta? Scopriamolo in questo breve articolo

Introduzione al concetto di OTC
Quando si parla di mercati finanziari, la mente corre subito a borse regolamentate come il New York Stock Exchange o il Nasdaq. Questi sono luoghi simbolo della finanza globale, in cui migliaia di titoli sono scambiati ogni giorno secondo regole ben precise e in un contesto altamente trasparente.
Tuttavia, non tutti gli strumenti finanziari trovano spazio su queste piattaforme. Esiste infatti una parte “parallela” del sistema, meno visibile ma cruciale per molte operazioni: il mercato OTC (Over The Counter).
Oggi scopriremo di che cosa si tratta, chi lo utilizza e quali sono pro e contro. Conoscere le basi dell’OTC è essenziale: gli accordi di questo tipo si estendono oltre i mercati tradizionali, toccando anche il mondo crypto.
Indice
Che cos'è il mercato OTC
Il termine OTC si riferisce a tutte quelle transazioni che avvengono fuori dai mercati regolamentati.
Non c’è un listino ufficiale né un’unica piazza di scambio: gli operatori si accordano direttamente tra loro, spesso tramite banche d’investimento, broker specializzati o piattaforme dedicate. In altre parole, l’OTC non è un luogo fisico, bensì una rete decentralizzata che connette venditori e acquirenti.
Questa struttura permette una maggiore flessibilità rispetto alle borse tradizionali, perché consente di negoziare strumenti che non rispettano i requisiti formali di quotazione o che richiedono condizioni particolari.
D’altra parte, proprio perché mancano trasparenza e standardizzazione, le operazioni OTC comportano un livello di rischio superiore. I prezzi, ad esempio, non sono pubblici e possono variare molto da una transazione all’altra.
Già da queste poche righe traspare una condizione essenziale di questo mercato: avere delle esigenze particolari, nonché spesso dei capitali importanti. Operare OTC non è per tutti, soprattutto se si è investitori retail. Tuttavia, gli accordi di questo tipo possono impattare anche sui mercati standard, coinvolgendo la totalità degli investitori.
Quando si utilizza?
Il ricorso all’OTC è frequente in tutti quei casi in cui gli strumenti finanziari sono poco liquidi o estremamente complessi. Un esempio emblematico riguarda i derivati strutturati, contratti su misura che consentono di coprirsi da rischi specifici o di scommettere su scenari molto particolari. Questi prodotti difficilmente troverebbero un mercato regolamentato disposto a ospitarli, mentre nell’OTC possono essere costruiti e scambiati liberamente.
Anche le obbligazioni non quotate o i credit default swap (CDS) vengono negoziati principalmente in questo contesto. L’OTC, inoltre, diventa lo spazio di riferimento per le cosiddette penny stocks, azioni di società troppo piccole o poco consolidate per rispettare i requisiti delle grandi piazze d’affari. In questi casi, il mercato parallelo offre una possibilità di finanziamento alle imprese e un’opportunità, ad alto rischio, agli investitori.
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"Il ricorso all’OTC è frequente in tutti quei casi in cui gli strumenti finanziari sono poco liquidi o estremamente complessi"
Chi utilizza il mercato OTC?
I protagonisti principali del mercato OTC sono senza dubbio i grandi operatori istituzionali, come banche, fondi speculativi e società di investimento. Sono loro a sfruttare la possibilità di creare strumenti finanziari personalizzati per coprire i rischi legati, ad esempio, ai movimenti dei tassi d’interesse o alle oscillazioni dei cambi valutari.
Un caso concreto è quello dei derivati sui tassi, utilizzati dalle banche per proteggersi da variazioni improvvise che potrebbero avere un impatto significativo sui loro bilanci. Questi contratti, troppo specifici per trovare spazio su un mercato ufficiale, sono costruiti ad hoc nell’ambito OTC. Anche gli investitori privati possono accedervi, di solito attraverso broker specializzati, per acquistare titoli che non compaiono nei listini tradizionali.
In ogni caso, è bene ripetere che la complessità dei prodotti OTC, unita all’assenza di regole e trasparenza, richiede molta esperienza e conoscenze approfondite. La maggioranza dei piccoli investitori non deve entrare in questo mercato, né avrà mai l’esigenza di farlo.
Pro e contro dell'Over The Counter
L’OTC rappresenta una valvola di sfogo essenziale per il sistema finanziario globale.
Il vantaggio principale è la flessibilità, perché permette di adattare ogni contratto alle esigenze delle controparti, senza i vincoli imposti dalle borse regolamentate. In più, consente di negoziare strumenti che altrimenti non troverebbero spazio, ampliando così la gamma di opportunità disponibili.
Tuttavia, a questi aspetti positivi si affiancano rischi significativi.
La scarsa trasparenza e l’assenza di un’autorità centrale che fissi i prezzi rendono il mercato OTC più opaco e meno controllabile.
Il pericolo più grande è quello di non conoscere a fondo la solidità della controparte, con conseguenti rischi di insolvenza. Un esempio storico di quanto possa accadere si è visto durante la crisi finanziaria del 2008, quando proprio i contratti OTC legati ai mutui subprime – come i CDS – si rivelarono ingestibili e contribuirono al collasso del sistema bancario.
Il comparto Over The Counter è quindi indispensabile, ma porta con sé dei punti d’ombra da cui bisogna guardarsi le spalle.