Sanzioni e mancata dichiarazione crypto
Di Gabriele Brambilla
Se non dichiaro le criptovalute rischio una sanzione? C'è davvero un obbligo? Ecco cosa devi sapere
L'obbligo di dichiarare
Sono ancora numerose le persone che posseggono delle criptovalute convinte che non vi sia alcun obbligo di dichiarazione, oppure che siano vigenti dei limiti minimi. Ma è realmente così?
In breve, la dichiarazione è obbligatoria da anni, in forza prima grazie a delle circolari dell’Agenzia delle Entrate e poi supportata dalla Legge di Bilancio 2023.
A prescindere dagli importi in gioco, ogni cripto-investitore deve compilare il noto quadro RW e consegnarlo entro la scadenza.
Se non si è mai svolta questa operazione, occhio a pensare “ormai non lo faccio”, perché le autorità fiscali sono molto abili nel tracciare i nostri movimenti. In questi casi, il supporto di un professionista del settore diventa indispensabile in quanto saprà consigliare il meglio e guidare il cliente nel percorso.
Sfatiamo infine un ultima leggenda: sotto un certo importo le crypto non vanno dichiarate… sbagliato! Come dicevamo poco sopra, la somma non conta, siano 100, 1000 o 100.000 dollari in bitcoin, Cardano o Dogecoin (per citarne tre a caso).
Indice
Errori e sanzioni
Anche facendo i cittadini diligenti si corrono dei rischi. Se dovessimo fornire dei dati errati, in caso di verifica potremmo ritrovarci con una sanzione tra le mani. Vi è però una buona notizia: la si può tranquillamente evitare.
Innanzitutto, impariamo a mantenere tracciati tutti i nostri movimenti, compilando mensilmente un report (utilizziamo excel o anche dei documenti cartacei, a piacere). Quando arriveremo al periodo fiscale, dovremo solo fare i conti finali, senza dover ripartire da zero, rischiando di sbagliare.
Vi sono poi software crypto che possono darci una mano a seguire i movimenti e automatizzare tutta la fase di tracciatura. Noi consigliamo Tatax, perfetto per preparare tutto ciò che serve e consegnarlo direttamente al nostro commercialista, con la sicurezza di non commettere alcun errore.
Non scordiamo poi di scattare screenshot o fotografie degli importi dei wallet nei momenti più importanti dell’anno (31 dicembre in primis), così da poter fornire delle prove tangibili alle autorità in caso di verifica fiscale. Nel dubbio, meglio avere abbondanza di materiali, perché l’onere di prova è a carico del cittadino.
Infine, la cosa più importante: stare tranquilli. Facendo le cose per bene non c’è nulla da temere. L’investitore medio non ha nulla da nascondere né ha commesso un qualche tipo di reato: deve solo curare la precisione e godersi i frutti del duro lavoro svolto.
Ti invitiamo a guardare questo video per qualsiasi informazione aggiuntiva. Si tratta di una live svolta con il Dott. Andrea Russo, specializzato proprio in ambito crypto, dove vengono fornite indicazioni e risposte a molte domande sul tema tasse. Sì, è piuttosto lunga, ma ne varrà la pena… buona visione!