SBF potrebbe parlare davanti al Congresso Usa
Di Davide Grammatica
Sam Bankman-Fried (SBF), sollecitato da un gruppo di deputati americani, si è espresso in merito all’invito a testimoniare del crollo di FTX davanti al Congresso degli Stati Uniti
SBF ricercato speciale
Sam Bankman-Fried, nelle ultime ore, ha risposto all’invito del deputato degli Usa Maxine Waters, che lo invitava a presentarsi davanti al Comitato per i servizi finanziari della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti. L’ex ceo di FTX si ha quindi dichiarato di non essere “sicuro” di riuscirci nella data programmata per il 13 dicembre a Washington, ma di avere tutte le intenzioni di farlo in futuro.
“Apprezziamo che tu sia stato sincero nelle tue dichiarazioni in merito a ciò che è accaduto a FTX”, aveva scritto la deputata. “La tua disponibilità a parlare con il pubblico aiuterà i clienti, gli investitori e tutti i fattori componenti dell’azienda”.
L’invito, nello specifico, non era né una richiesta né un mandato di comparizione e, allo stesso modo, Bankman-Fried non era tenuto a rispondere con un sì o un no.
“Una volta che avrò finito di capire e revisionare ciò che è accaduto, sarà un dovere per me comparire davanti al comitato e spiegare”, ha dichiarato Bankman-Fried, su Twitter. “Non sono sicuro che accadrà entro il 13 dicembre ma, quando sarà, testimonierò”.
La reazione della community
La community crypto su Twitter, nello stesso tempo, non ha preso bene l’atteggiamento apparentemente disinvolto di Bankman-Fried, il quale, per molti, continuerebbe a prendersi gioco delle autorità statali.
E questo, sempre secondo la maggior parte dei commentatori, non fa che compromettere ulteriormente la situazione di SBF, il quale non è riuscito a correre ai ripari nemmeno con una serie di interviste di alto profilo. In pochi giorni, l’ex ceo di FTX ha infatti parlato con George Stephanopoulos di Good Morning America e Andrew Ross Sorkin della CNBC, insistendo sul fatto di non aver “utilizzato consapevolmente i fondi dei clienti” per coprire le perdite dell’azienda.
“Non ho consapevolmente mescolato fondi“, aveva dichiarato SBF, in riferimento al rapporto tra FTX e Alameda Research. I quali “erano, in effetti, legati insieme più di quanto avrei mai voluto che fossero”.