Scoperto il più grande hack di Bitcoin: Un furto da $14.5 miliardi
Di Daniele Corno
Arkham smaschera un furto da $14.5 miliardi in Bitcoin rimasto segreto per 5 anni: Un colpo da 127.000 BTC ad una mining farm cinese

Un colpo "dimenticato"
Per ben 5 anni, un furto di 127.426 BTC avvenuto nel 2020 è passato inosservato ma oggi, grazie agli strumenti avanzati di analisi on-chain, i primi indizi vengono a galla.
Il merito in questo caso è da attribuire alla piattaforma Arkham Intelligence, che ha identificato i fondi come appartenenti alla mining pool cinese LuBian, attiva nel 2020 con impianti distribuiti tra Cina e Iran.
Ciò che viene alla luce nella giornata odierna sembra essere la scoperta del furto di Bitcoin (in termini monetari) più grande della storia. Il valore del bottino all’epoca era di circa $3.5 miliardi di dollari, ma quel valore ad oggi, è ben più consistente.
Ad un prezzo di oltre $110.000 dollari per unità, l’intero bottino ad oggi ha un valore di $14.5 miliardi di dollari. Il maltolto ad oggi, è custodito in questi indirizzi tracciati da Arkham, con gli ultimi movimenti datati luglio 2024, quando il valore totale del bottino era di circa $8 miliardi.
BREAKING: ARKHAM UNCOVERS $3.5B HEIST – THE LARGEST EVER
LuBian was a Chinese mining pool with facilities in China & Iran. Based on analysis of on-chain data, it appears that 127,426 BTC was stolen from LuBian in December 2020, worth $3.5 billion at the time and now worth… pic.twitter.com/PnIOKgMt0i
— Arkham (@arkham) August 2, 2025
Chi era LuBian?
Per dare un minimo di contesto, nel 2020, LuBian era diventata una delle più grandi mining farm di Bitcoin, gestendo oltre il 6% della potenza di calcolo globale, sponsorizzata come “mining pool ad alto rendimento più sicura del mondo”.
Così sicura che, nel febbraio del 2021 scomparve, lasciando gli investitori a speculare sulle possibili cause. Conversione in mining pool privata o zampino del governo che li ha obbligati a cessare l’operatività?
Domande più che lecite, rimaste irrisolte per numerosi anni ma che oggi, trovano una prima risposta.
La dinamica degli eventi
Nessun ban e nessuna conversione. Per Arkham la Mining Pool ha cessato l’attività dopo un brutale attacco che ha sottratto ben il 90% dei fondi della società, pari a 127.426 BTC, il cui valore dell’epoca era intorno ai $3.5 miliardi di dollari.
Arkham riporta che, secondo lei, l’hacker avrebbe sfruttato una vulnerabilità nell’algoritmo utilizzato da LuBian per generare le chiavi private. “Un algoritmo vulnerabile a brute-force”, che avrebbe consentito all’attaccante di ottenere l’accesso alle risorse della società.
Un hack devastante. Nelle casse della società erano infatti rimasti solamente 11.886 BTC, ed i tentativi di recupero non sono mancati.
LuBian ha infatti pagato 1.4 BTC per inviare ben 1516 transazioni all’attaccante, inserendo nel campo OP_RETURN diversi messaggi. “Al whitehat che sta salvando la nostra risorsa, puoi contattarci…per discutere la restituzione delle risorse e la tua ricompensa” si legge in alcune transazioni che tuttavia, non hanno mai ricevuto risposta dall’attaccante.
Nelle tasche dell’attaccante oggi, è presente un bottino che lo rende la tredicesima entità più grande per numero di Bitcoin posseduti. Le domande sorgono ora spontanee. Ora che la verità sembra sorgere a galla, cosa farà l’attaccante?
La vendita di tale somma è un’impresa titanica, considerando che ad oggi, gli indirizzi sono di dominio pubblico. Non ci resta quindi che osservare i prossimi passi dell’attaccante, che potrebbero anche non avvenire per lungo tempo.
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