Shutdown americano: a che punto siamo

Di Matteo Bertonazzi

Come sta procedendo la vicenda dello shutdown americano? Scopriamolo in questo focus interamente dedicato al tema

Shutdown americano: a che punto siamo

Definizione di shutdown

Questo approfondimento è stato pubblicato in esclusiva sulla nostra newsletter Whale Weekend del 6 ottobre 2023. Iscriviti per non perdere articoli inediti, analisi, news della settimana e tanto altro ancora!

In un sistema politico bicamerale come quello degli Stati Uniti, il governo federale non può proseguire il suo operato senza che il Congresso approvi la legge di bilancio entro determinati limiti e con il sostegno di entrambi i partiti.

Se ciò non accade entro la scadenza prestabilita, il 1° ottobre, il governo è costretto a chiudere parzialmente o totalmente le sue attività. Questa situazione è definita government shutdown.

shutdown

Antideficiency act

L’Antideficiency Act, è una pietra angolare per la gestione finanziaria e del bilancio delle agenzie del governo federale degli Stati Uniti. Questa legge proibisce al governo di spendere denaro che non è stato autorizzato dal Congresso, in base al principio democratico del funzionamento bicamerale. Chiunque infranga questa legge è soggetto a sanzioni penali.

In base all’Antideficiency Act (inizialmente approvato nel 1884 e emendato nel 1950), le agenzie federali non possono spendere o impegnare denaro senza assegnazione da parte del Congresso.

Quando il Congresso non riesce a promulgare le 12 leggi annuali di assegnazione dei limiti di spesa, le agenzie federali devono interrompere tutte le funzioni non essenziali fino a quando il Congresso non riesce a sciogliere i dibattiti e trovare un intesa.

Esiste anche l’eventualità in cui si trovi un accordo parziale sulle 12 leggi e ci siano quindi alcune agenzie con assegnazione e altre che necessitano di maggiori negoziati per trovare un assegnazione; questo da luogo al c.d. Partial Shutdown dove le agenzie con assegnazione possono continuare a operare mentre le altre sono costrette a chiudere.

Antideficiency act

Principali casi del passato

Il governo federale degli Stati Uniti ha sperimentato il primo shutdown il 1 maggio 1980; durò un solo giorno interessò solo la Federal Trade Commission (FTC).

Il Congresso aveva permesso che i finanziamenti scadessero come pretesto politico per approvare una limitazione dei poteri della FTC. Tuttavia, l’amministrazione Carter applicò per la prima volta uno shutdown di un’agenzia federale basato su una nuova interpretazione dell’Antideficiency Act del 1884, causando l’approvazione di nuovi finanziamenti la sera stessa.

Questo shutdown comportò il congedo di 1.600 dipendenti e costò al governo 700.000 dollari (equivalenti a 2 milioni di dollari scontando l’inflazione), principalmente a causa della perdita di manodopera.
A causa delle dimensioni della forza lavoro governativa, gli effetti di uno shutdown si riflettono nei dati macroeconomici come per esempio:

  • Il pagamento in ritardo dei lavoratori governativi;
  • La diminuzione nella fiducia nel mercato del lavoro;
  • La crescita del PIL che spesso subisce rallentamenti.

Successivamente abbiamo avuto tre shutdown del governo nel 1981, 1984 e 1986. Questi shutdown sono stati strumentalizzati dal presidente Reagan per esercitare pressioni e incoraggiare il Congresso a passare le leggi sul finanziamento in maniera più celere.

Pensate che durante uno shutdown governativo, i dipendenti governativi in congedo subiscono limitazioni complete sul loro operato: persino controllare le proprie email da casa diviene impossibile; la coercizione viene garantita costringendo i lavoratori a consegnare ogni dispositivo elettronico fornito dal governo.

Da sabato 6 ottobre a lunedì 8 ottobre 1990 abbiamo avuto un ulteriore shutdown sotto la direzione del presidente George H. W. Bush, il quale in uno dei pacchetti di finanziamento prevedeva l’introduzione di nuove tassazioni, nonostante la sua famosa promessa elettorale “Read my lips: No new taxes”.

Nonostante possiamo studiare gli effetti di breve termine, la maggior parte delle ripercussioni sono spesso oscurate dalla mancanza di dati che non possono essere raccolti mentre l’operatività di specifici uffici governativi viene interrotta.

proteste shutdown

Veniamo ora ai government shutdown più significativi i quali includono:

  • Lo shutdown di 21 giorni del 1995-1996, quando il presidente Bill Clinton e il Congresso guidato dai repubblicani si scontrarono su questioni di bilancio in particolare rispetto a un’opposizione a tagli di spesa significativi;
  • Lo shutdown di 16 giorni nel 2013, quando si verificarono disaccordi riguardo alla legislazione sanitaria durante l’amministrazione di Barack Obama. Fu causato da una disputa sull’attuazione dell’Affordable Care Act (ACA);
  • Il più lungo, lo shutdown di 35 giorni del 2018-2019, causato da un disaccordo tra il presidente Donald Trump e il partito democratico sul finanziamento per la costruzione di un muro al confine tra gli Stati Uniti e il Messico.

I government shutdown, in conclusione, disturbano i servizi e i programmi governativi, chiudono parchi nazionali e istituzioni, riducono le entrate governative perché vengono persi pagamenti e tariffari, mentre alcuni dipendenti in congedo riceveranno la retroattività dei salari altri saranno costretti a non poter lavorare neanche in maniera volontaria. Come visto in precedenza questo riduce in generale la crescita economica del paese.
Standard & Poor’s, durante uno shutdown il 16 ottobre 2013 ha dichiarato che “fino a quel momento erano stati sottratti 24 miliardi di dollari all’economia” e “tagliato almeno lo 0,6 percento dalla crescita del PIL annualizzato del quarto trimestre del 2013″.

Continuing resolution

In caso di imminente scadenza della legge di bilancio, il Congresso può approvare una Continuing Resolution, che consente al governo di continuare a funzionare per un periodo di tempo limitato.

Le Continuing Resolutions rappresentano un meccanismo temporaneo, in contrapposizione al sopracitato “Partial Shutdown” per evitare lo shutdown completo. Si tratta di leggi di finanziamento a breve termine che il Congresso può adottare per estendere il finanziamento delle operazioni governative mentre cerca di risolvere le divergenze sul bilancio.

Tuttavia, le CR non risolvono le questioni di fondo e spesso portano solo a un rinvio delle discussioni. Il classico calcio della lattina per permettere che i dissensi politici tra i due principali partiti americani, Repubblicani e Democratici, possano essere risolti tramite un tira e molla di richieste che danneggiano più di quanto effettivamente aiutino l’economia.

Il caso del 2023

In particolare durante questo anno ricco di discussioni politiche e salvataggi dell’ultimo minuto, è stato approvato un disegno di legge in grado di garantire finanziamenti fino al 17 novembre. Questo Continuing Resolution ha ricevuto un forte sostegno ed è stato firmato in legge dal Presidente Joe Biden pochi minuti prima della scadenza.
Uno dei principali punti dove si sono scontrati i due partiti del Congresso è stato in merito agli aiuti all’Ucraina, nodo fondamentale per i Democratici i quali subiscono un pesante sconfitta in questa fase del dibattito.

Il presidente della House of Representatives, il Repubblicano Kevin McCarthy, ha presentato il disegno di legge nonostante avesse contro numerosi membri del suo stesso partito. McCarthy, nonostante tutto, ha deciso di mettere ai voti il Continuing Resolution che avrebbe mantenuto aperto il governo.
Importante notare la crescente divergenza tra gli ideali politici dei due partiti, dove vediamo i Democratici diventare sempre più liberali e i Repubblicani sempre più conservatori, questo è probabilmente il movente che ha creato i numerosi tira e molla politici vissuti nell’ultimo anno.

shutdown USA

La maggior parte dei legislatori voleva evitare lo shutdown e il disegno di legge è stato sostenuto da più Democratici che Repubblicani, con addirittura 90 Repubblicani della Camera che hanno votato contro.

La mossa è stata una sconfitta per un piccolo gruppo di Repubblicani di estrema destra che hanno bloccato le trattative nella Camera con richieste intransigenti di tagli alla spesa e nessun nuovo aiuto per l’Ucraina.

McCarthy, il quale non era un sostenitore dell’accordo last minute, ha dichiarato alle telecamere di aver “cercato di far passare la misura temporanea più conservatrice possibile”.

Poco dopo le decisioni raggiunte alla Camera, il presidente Biden ha puntato il dito contro gli estremisti Repubblicani, accusandoli di aver voluto tenere il congresso sotto scacco con richieste pretestuali ed esortando McCarthy a permettere che un ulteriore accordo di finanziamento per l’Ucraina sia approvato in seconda battuta. Ha espresso pubblicamente: “Non possiamo permettere in nessun caso che il sostegno americano all’Ucraina venga interrotto.”

Questo dramma si ripeterà molto probabilmente tra circa 45 giorni, poiché le divergenze insormontabili in termini di spesa e approcci politici tra Repubblicani e Democratici, e tra i Repubblicani stessi, non sono state risolte.

La decisione di McCarthy di fare affidamento sui voti Democratici per molti deputati è borderline al punto che ha portato alla rimozione dello stesso dal ruolo di presidente della Camera, scatenando così la c.d. mozione di sfiducia.

Il caso del 2023

Conclusioni

Insomma, abbiamo affrontato nel dettaglio i vari elementi che contraddistinguono l’ormai famoso Government Shutdown, dagli episodi storici più rilevanti alle leggi che soprassiedono a questo malfunzionamento del processo democratico sul bilancio del paese americano.

Nonostante gli U.S. siano l’unico paese al mondo a soffrire di questa piaga politica, contrastata duramente dalla popolazione, sembra che ormai sia diventato un mezzo per i partiti al Congresso per strapparsi a vicenda concessioni e favori altrimenti irraggiungibili. Questo è un problema, sia per il corretto funzionamento degli organi amministrativi ma anche per i mercati i quali sappiamo soffrono le situazioni di incertezza.

Se sommiamo queste problematiche all’attuale contesto macroeconomico, possiamo facilmente comprendere come mai l’S&P 500, principale indice che mostra la solidità del Paese, in queste ultime sedute abbia performato così male, perdendo dal suo massimo locale quasi un 10%.

Non ci resta che rimanere in attesa di metà novembre, anche se probabilmente come accaduto per la discussione in merito al tetto del debito, si tirerà per le lunghe per concludersi alla fine in un nulla di fatto, che andrà a favorire parzialmente entrambe le fazioni.


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