Solana a PICCO: cosa ci si aspetta ora?
Di Davide Grammatica
In 24 ore Solana è riuscita a perdere circa $12,5 miliardi di capitalizzazione: è la fine del trend più rilevante tra le altcoin o c’è ancora speranza per una ripresa
Perché Solana è in difficoltà
La correzione di Bitcoin sotto i $100k ha provocato un crollo generale in tutto il mercato altcoin, con perdite in 24 ore a doppia cifra percentuale per la maggior parte dei token. Come abbiamo analizzato nelle ultime ore, la crisi improvvisa deriva dalla difficoltà di Bitcoin di mantenere il livello su supporto fondamentale dei 100mila dollari, a sua volta innescata da dati “macro” poco favorevoli.
A performare peggio rispetto alla media c’è Solana, il cui movimento del prezzo preoccupa non poco gli investitori. SOL aveva in un certo senso aperto la corsa rialzista del settore nel 2024, e in molti si chiedono ora se ci sia ancora dello spazio per recuperare.
Anche lei, post-elezioni Usa, aveva toccato il suo ATH a $257, un trionfo dopo aver toccato i $20 poco più di un anno fa. Basta poco, però, per far dimenticare i successi dell’asset, con una performance settimanale da -20% e una capitalizzazione che ha perso, in sole 24 ore, circa 12,5 miliardi.
Pesa, verosimilmente, anche la rilevanza delle memecoin negli equilibri dell’ecosistema. In un momento di “panico”, gli asset più rischiosi sono i primi ad essere abbandonati, e ciò potrebbe aver influito direttamente su SOL.
Le prospettive di SOL
Come Bitcoin e il mercato azionario, Solana soffre il pessimismo derivato dalle previsioni della Fed per l’abbassamento dei tassi di interesse nel 2025, ma in maniera più violenta.
E il trend ribassista comincia a prendere forma. Dopo un crollo iniziale da una capitalizzazione di mercato di $103 miliardi, SOL si è ripresa per poi tornare ancora a scendere sotto i $90 miliardi.
Non è chiaro, quindi, se il trend rialzista di SOL potrà riaccendersi, ed è ancora troppo presto per confermare se si sia toccato il “dip” a circa $176 poche ore fa.
Una minima speranza ce la offre il Relative Strength Index (RSI), che segnala come l’asset sia vicino al territorio di “ipervenduto”, e quindi vicino a una possibile inversione del trend.
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